Capitolo 15
La sera prima
«Avevo 12 anni quando me ne andai di casa, e i motivi erano molti...»
«...me ne andai e promisi a Shoto di andarlo a prendere, di portarlo via da quell'inferno... il nostro rapporto era diverso da quelli degli altri componenti della famiglia, Shoto contava su di me, tutti lo facevano, ma shoto... lui desiderava stare con me, solo con me. Ed io l'abbandonai.
Ero convinto che al compimento dei dieci anni sarebbe stato un beta o un omega come il resto dei miei fratelli, ero convinto che Shoto sarebbe stato la terza delusione per nostro padre. Eppure, quando andai a riprendermelo, perché io ci andai, ma questo lui non lo seppe mai, si scoprì essere alpha ed io in qualche modo ne fui... non lo so, forse ero convinto che sarebbe stato meno in pericolo essendo un alpha. Perciò me ne andai e non tornai più in quella casa.
Mio padre mi cercò a lungo, in fondo ero il suo prezioso figlio erede, come poteva perdermi? Io eliminai ogni mia traccia in ogni metodo che conoscessi, ero impossibile da rintracciare. Gli anni passarono ed io più crescevo e più cambiavo, diventavo più forte, imparavo nuove cose. Una persona mi aiutò ma poco dopo continuai da solo,fino ad arrivare nel presente, mio padre si era ormai arreso, tanto aveva shoto e a me andava bene. Di te giravano un sacco di voci e da lì iniziai ad indagare fino ad arrivare ad oggi...»Presente
Pensai e ripensai a quelle parole, a quel racconto, alle cose che un bambino non si sarebbe mai meritato di subire, nessuno lo meritava.
Shoto, natsuo, rei, fuyumi... Dabi.È più ci pensava e più si rese conto di quanto fossero simili loro due.
Più ci pensava e più il suo rancore verso gli alpha aumentava, si alimentava il suo odio, la sua voglia di vendetta e di ucciderli. Non tutti.
A volte si chiedeva se fosse possibile essere tanto simili, vivere esperienze quasi uguali, lo è? A quanto pare, si."Lui mi picchiava"
Aveva sempre voluto credere che tutti gli alpha, nessuna eccezione, fossero solo spazzatura, mostri senza sentimenti, creati solo per portare scompiglio.
"Li ho abbandonati ma a lui gli avevo promesso che sarei tornato a salvarlo..."
Invece, invece si sbagliava e forse un po' ne ero consapevole dall'inizio, ma accettare le cose è sempre la cosa più difficile per andare avanti, ecco perché lui è sempre rimasto chiuso nel suo passato fatto di incubi.
"Faceva a pezzi la mia famiglia senza il minimo ritegno, come potevo starmene fermo a guardare?"
L'unica cosa che accumuna tutti gli essere viventi era la loro facciata, ognuno aveva il proprio modo di nascondere il dolore ma tutti lo facevano in modo diverso, chi sorridendo, chi con una maschera di apatia, che poi tanto maschera non era dato che alla fine diventava parte di sè.
"Lui... lui mi violentava, non sempre ma quasi."
E più quelle parole rimbombavano nella sua testa, più il rancore aumentava, il disprezzo, il disgusto verso quella razza, o almeno per alcuni di essi.
Si rigirò nel letto, tra le coperte ancora fatte della loro unione della notte precedente, quelle quattro mura testimoni del loro enorme peccato per aver osato troppo. Per le loro famiglie loro erano nemici, per i loro atteggiamenti, modo di pensare, i loro obbiettivi, la loro razza."Lui picchiava mia madre, la violentava. Gli è sempre e solo importato del potere, di creare un alpha in grado di prendere il suo posto: me."
O almeno, prima era così. Ora? Non ne aveva la più pallida idea, l'unica consapevolezza che aveva era quella di non poter negare il fatto che accanto all'alpha, il suo cuore fosse sempre irregolare.
Perché, odiava ammetterlo, tuttavia non poteva dire che odiasse il modo in cui l'alpha gli posasse sempre gli occhi addosso, come a spogliarlo di ogni peccato, di ogni indumento, addirittura della sua anima.
Un diavolo che divorava la sua anima e lui sembrava trarne troppo piacere per ricordare i suoi obbiettivi, o forse non voleva ricordarli.
Forse anche solo per un attimo voleva dimenticare tutto, ogni obbiettivo, ogni dovere, ogni paranoia, ogni incubo del passato, se stesso...
Forse nell'atto stesso in cui i loro occhi si incrociano, in cui tutto sembra ruotare in torno a loro, il suo cuore ritorna a battere come quando era solo un bambino e non conosceva ancora i problemi della vita.
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Il peso di esistere -DabixHawks OMEGAVERSE
FanfictionDal capitolo tre: "«Ti ucciderò. Stai in guardia, Alpha.» «Non vedo l'ora, Omega.»" - Qualunque essere umano rimarrebbe terrorizzato nello scoprire le creature leggendarie che vivono attorno a loro, che si mischiano con loro. Vivono in incognito, i...