Verità e scoperte

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Capitolo 13



La pioggia batteva contro l'asfalto, il cielo scuro tuonava, l'unico suono ad interrompere il silenzio che c'era in quella stanza illuminata da una leggera luce proveniente dalla lampada sul mobiletto accanto l'entrata.
I tre presenti erano totalmente avvolti nel silenzio, nell'aria galleggiava solo una forte tensione. Nessuno osava parlare per primo, sembrava una gara a chi riusciva a stare più in silenzio, finché... «Forse dovresti iniziare tu a dirci le tue intenzioni, non credi?» la voce sottile di Dabi si rivolse ad Hawks, che sentendosi preso in causa corrucciò lo sguardo. «Che intendi dire? Cosa vuoi sapere che già non sai?» chiese, fulmineo. «Dato che hai messo in mezzo anche shoto, non pensi che debba saperlo anche lui?», il minore, confuso da quello scambio di parole, intervenne: «sapere cosa?». Hawks tenne il contatto visivo con Dabi, lo sguardo serio e pieno di sfida.
«Già, cosa deve sapere? Cosa sai esattamente su di me? Ma soprattutto, perché le sai?» chiese, sospettoso. Dabi sbuffò in una smorfia che parve quasi una risata ironica, «come se non l'avessi capito.», «ebbene, vuoi sentirtelo dire? Così sia: so tutto su di te. Dove sei nato, chi sei, la storia della tua infanzia, perché sei diventato così. Ma soprattutto, so chi stai cercando e il perché-», «come!?» urlò Hawks, «come sai queste cose? Perché le sai? Che intenzioni hai?» la rabbia prese il possesso del biondo, il volto dipinto da un'espressione di puro odio verso... verso chi? L'assassinio di sua madre? Verso dabi che sapeva tutte quelle cose su di lui? Verso chi?

Dabi rise strafottente, «Hawks, Hawks, Hawks... mio caro, piccolo, stupido, omega. So talmente tante cose su di te che tu non ne hai nemmeno idea. Non ti sei accorto che in questi ultimi anni sei stato nel mio mirino?» sbuffò in un'altra risata, «eri letteralmente la mia serie tv preferita.» il suo volto torno serio: «ti ho osservato per due anni. Ti ho studiato. So ogni tua singola mossa. Persino le cose più banali, tipo il tuo cibo preferito, scontato, il pollo. Oppure le tue conoscenze. Cosa hai fatto, o cosa non hai fatto.» nel frattempo avanzò verso il biondo, che stordito da tutte quelle rivelazioni, si lasciò prendere dalla distrazione: dabi lo spinse al muro e lo fece voltare con la faccia attaccata alla parete color panna, gli tenne i polsi stretti in una mano e con l'altra carezzò il suo profilo. «So ogni singola cosa su di te: cosa pensi, come pensi, come agisci, la tua routine, i tuoi sentimenti repressi... sei un libro aperto per me, omega.» gli sussurrò all'orecchio.

Hawks aveva il respiro irregolare, sentiva come se in tutti quei anni gli avessero invaso la sua privacy, la sua intimità, e in realtà era esattamente così.
Quello che non riusciva a spiegarsi era il motivo, perché l'aveva pedinato? Perché aveva studiato ogni sua mossa? Che intenzioni aveva?
Ma soprattutto, perché non se ne era mai accorto? Perché, non era abbastanza forte? Tutti i suoi sforzi, i suoi allenamenti duri, tutto il sudore... era stato tutto vano?

No, impossibile, non devo permettergli di riuscire a farmi abbattere.

«Perché? Perché sai tutte queste cose su di me? Cosa vuoi esattamente da me?» sussurrò tremante, la rabbia, la consapevolezza di aver vissuto come se aveva delle telecamere ovunque, come un robot da studiare.
Dabi sospirò, «che importanza-», Hawks strinse i denti ed urlò «voglio tutta la fottuta verità! Chi cazzo sei, perché sei qui, perché mi hai studiato per anni e cosa vuoi da me!» il respiro irregolare e gli occhi lucidi dimostravano tutta la sua frustrazione.

Scoprire di essere stato osservato e studiato per anni, ignaro di tutto, non era il massimo. Era come se avesse vissuto solo per dare spettacolo, tutti i suoi momenti peggiori, dabi, lui era stato presente anche in quelli? Ma certo, gli è l'aveva già detto. Lui era sempre ovunque. Come due calamite uguali che si respingono, loro erano così? Uno correva e l'altro lo inseguiva? Quasi come due bambini spensierati che cercano la felicità in un posto buio, senza rendersi conto che solo insieme riescono ad essere felici. Perché non importa dove sei, non importa chi sei, la felicità la trovi solo con chi ti fa stare bene. E ci saranno sempre momenti bassi e momenti alti, la forza di restare uniti e quella che la rende vera.
Ma quindi, loro erano come quei bambini? Incapaci di sedersi a riposare e dividersi? Incapaci di percorrere strade diverse? Di separarsi? Perché inconsciamente finivano sempre nella stessa strada, eppure, stavolta non era così.
Dabi era sempre stato con lui, in qualsiasi momento, non se n'è era mai andato, allora perché continua a stare con lui? Perché continua nonostante tutto?

Il peso di esistere -DabixHawks OMEGAVERSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora