Prologo.

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Luis

Respiro.

Quel maledetto respiro che per mesi mi è mancato.

Quell'impotenza.

Quella malinconia.

Quella merda incastrata nella mia testa.

Quel sogno che somiglia tanto a un incubo.

E io?

Io sono un frammento.

Un frammento fatto di sbagli, di scelte che ho dovuto prendere per forza.

Un frammento di risentimento, un frammento potente, che fa male. Conficcato dentro la gabbia toracica, ed è abbandonato lì, perché non lascerò che mi uccida.

Occhi spalancati, sento il nervoso impadronirsi di me.

E poi... poi la bottiglia di whisky che tenevo fra le mani cade.

Scivola velocemente dalle mie mani, anzi la lascio cadere.

E l'alcol bagna il pavimento, e la bottiglia mi ricorda quel frammento.

Si riduce in brandelli.

Appoggio la mano sul vetro rotto, e premo forte su di esso. Il mio sangue accompagna il giallastro del whisky.

Poi grido, grido a squarciagola.

Mi risveglio nel mio letto, nel buio di una notte dannata

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Mi risveglio nel mio letto, nel buio di una notte dannata.

Mi metto seduto.

Mi manca il respiro, come quello che mi mancava nel mio sogno.

E posso ancora sentire il bruciore della mia mano insanguinata.

La guardo.

È asciutta, nessuna ferita circonda essa.

E cedo sul letto.

E guardo il lampadario della mia camera da letto.

Per un momento lo vedo muoversi.

Devo avere le allucinazioni, perché poi strizzo gli occhi e ritorna tutto normale.

Il mio cuscino è bagnato dal mio sudore.

Mi alzo lentamente.

Mi gira la testa, ci vedo sfocato, e cado sulle ginocchia.

«Merda!» Grido.

«Vaffanculo!» Urlo ancora.

Questo sogno non mi lascia, non vuole proprio abbandonarmi.

È sempre lo stesso.

Da un paio di giorni non riesco più a dormire.

E mi sale la febbre, come in questo momento, brucio, sudo.

Mi sento fisicamente debole, ma nonostante ciò, mi metto in piedi, e mi infilo in doccia.

L'acqua fredda percorre il mio corpo.

E mi ritorna in mente:
Mia madre accasciata per terra e...

Mi strofino ripetutamente il viso per togliermi quell'immagine dagli occhi.

E poi li apro, guardo la mia ombra attraverso le mattonelle della doccia.

Appoggio la mano sull'ombra, come se volessi afferrarla.

Come se volessi picchiare quella sagoma.

Sono completamente pazzo.

E poi esco dalla doccia come se niente fosse, lasciando che l'acqua continui a scorrere. E stavolta guardo il mio riflesso sullo specchio.

«Che faccia di merda che hai, Luis.» Mi schiaffeggio da solo, per poi avvicinarmi sempre di più allo specchio.

«Sì, Luis, sei proprio ridotto uno schifo.»

Mi asciugo il viso, e mi spazzolo i capelli all'indietro.

Mi sento patetico.

Non mi sto riconoscendo in questo momento.

Se mi guardo vedo uno stupido, stronzo e debole.

«Che schifo!» Ritorno a urlare.

Ma stavolta sono sempre più incazzato.

Sempre più teso e fuori controllo.

Serro i denti, e dallo specchio noto che la mia mascella si contrae sempre di più.

«Fai schifo!» Ringhio al riflesso che raffigura me stesso.

E tutto il disprezzo me lo sputo addosso, attraverso quel Luis che non riconosco, e poi tiro un pugno pieno di rabbia... proprio sul vetro.

«Cazzo!» Adesso la mia mano sanguina davvero.

Ho le nocche spaccate, ma non sento dolore.

Apro il rubinetto, e lascio scorrere l'acqua lungo la mia mano.

E poi mando tutto al diavolo... ritorno in camera.

Tiro via le lenzuola e mi rannicchio sul materasso.

Nudo, ancora bagnato, con la mano ricoperta con della carta, e chiudo gli occhi, sperando che quel sogno non ritorni a prendermi...

Io sono Luis Williams, un uomo di cinquant'anni, che tutt'ora lotta con i demoni del passato.

Con gli sbagli commessi, e con la malinconia incollata al mio essere.



Spazio autrice:

Allora, belli... per chi ha letto il mio primo lavoro, "L'angelo e il Diavolo" per voi sarà semplice riconoscere questi due personaggi.

Per chi invece non l'ha letto, bene, rimediate, sennò non ha senso leggere questo. Lo trovate anche su amazon in cartaceo.

Trovate il link sulla mia bacheca.

Ma non perdiamoci in chiacchiere, e parliamo di questo nuovo lavoro.

Allora, questo è il mini prologo per introdurre la storia. E comunque c'è il nostro solito Luis, quello duro e che richiede perfezione. Sono molto entustiasta di raccontare questa storia, e spero vi possa piacere!

Fatemelo sapere con qualche commentino e con una stellina di supporto.

DALLA VOSTRA AUTRICE DEL PASSATO!🌹

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