13° parte

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Erika

Quella notte eravamo rimasti parte del nostro tempo a sfogliare album di fotografie.

Raffiguravano un Luis ragazzo, i suoi figli da piccoli, e tutta la serie di foto che Katrine scattava a Steve.

Quelle del suo matrimonio le ha scartate.

Non ha voluto farmele vedere, e io come al mio solito non avevo fatto nessuna domanda.

Aveva scartato anche un'altra pila di foto.

Ha lasciato che vedessi solo lui, il suo amico Ryan e i suoi figli.

Nessuna foto con i genitori, nessuna foto con sua sorella, nessuna foto con Katrine.

Lui non diceva una parola.

Mi guardava sfogliare le fotografie, e Luis mi parlava in quel modo così silenzioso e drammatico.

Ogni tanto gli chiedevo se volesse raccontarmi qualche storiella che riprendesse le foto che stavo vedendo.

E lui non si sbilanciava più di tanto.

Diceva cose del tipo: Qui eravamo di compleanno, o Steve qui piangeva perché voleva mangiare la torta.

Però io non facevo altro che pensare alle sue parole, e speravo che mi desse modo di conoscerlo sempre più in profondità.

A un certo punto pensavo che non volesse più starci in quella casa, come se si stesse sforzando di resistere un altro po'.

Cercavo di capire il motivo, anche perché aveva deciso lui di portarmi in quell'appartamento.

Ed erano passate all'incirca due ore, e poi mi aveva riaccompagnata a casa.

Lo sentivo distaccato, freddo. Come se la passione di qualche ora prima fosse finita.

Come se fosse successo qualcosa di cupo in lui in quell'arco di tempo.

Eppure sembrava lo stesso Luis.

Appunto... sembrava, ma non lo era.

Era cambiato in così poco tempo, e mi chiedevo se fossi io il problema.

Se non si fosse sentito obbligato a raccontarmi quelle storie della sua infanzia. Se si fosse sentito in dovere di dovermi portare in quella casa che reputa il suo posto felice.

Mi ponevo molte domande, ma purtroppo non potevo rispondere a nessuna delle seguenti elencate in precedenza.

Mi ponevo molte domande, ma purtroppo non potevo rispondere a nessuna delle seguenti elencate in precedenza

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Oggi è il mio giorno libero.

Mi sento distrutta, non solo per la notte in bianco che ho passato, ma anche perché emotivamente parlando non riesco nemmeno a concentrarmi.

Verso le undici mi ha chiamata mio padre, è stato lui a svegliarmi.

Mi ha detto che ha visto mamma, e che le è sembrata in ottima forma.

Lo Yin e Lo YangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora