21° parte

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Erika

«Perché non mi parli di te?» Pronuncia Luis a un certo punto.

Siamo mano nella mano nella spiaggia che si vedeva dal ristorante, senza sapere realmente cosa significhi tutto ciò.

Le nostre dita strette, la nostra conversazione tenuta poco prima di portarmi qui. Quest'uscita in generale... non so quale significato abbia. Non so che nome sottoporre a questa situazione strana che si è creata.

Eppure non sono io, non è lui, siamo noi... insieme a comportarci in modo diverso, come se almeno per questa sera fossimo disposti a nascondere le maschere.

Non so cosa voglia sapere di me. Sicuramente non una bella storia.

Sicuramente nemmeno una brutta, quindi mi sento come se per il momento non ci fossi, come se non fossi mai esistita.

E cerco, almeno provo a dire qualcosa che molto probabilmente non esiste.

Ma dopo aver detto una sola parola, che senso non ha, ho chiuso immediatamente la bocca.

Perché? Perché non voglio mentire, o essere un'altra persona.

«Non so...» Dico semplicemente.

Ma so già che la conversazione non si chiuderà lì, perché Luis non demorderà.

«Non sai chi sei, Erika?»

Questa domanda mi arriva come un'accusa, ma sono quasi certa che non lo sia. Quindi mantengo la calma.

«E tu lo sai, Williams?»

«Molti dicono che sono un figlio di puttana, ho iniziato a crederci.» Sembra così terribilmente serio, eppure noto un pizzico di sarcasmo nella sua voce.

E poi mi sorride, e io... io in modo del tutto naturale faccio lo stesso.

«Io sono Luis Williams, figlio di Joshua Williams. So chi sono, sapevo chi dovevo essere, sapevo cosa dovevo diventare. E molto probabilmente ci sono riuscito, ma a volte... quando proprio non riesco a ritrovarmi, capita che mi dimentico chi sono.»

Williams.

È un cognome che cattura, non lo dimentichi mai... mi è successo con Steve, e mi sta succedendo con suo padre.

Comincio a pensare che i Williams siano una condanna, bella o brutta che sia. Una volta che entrano non escono più.

«E cosa fai quando non ti ritrovi?»

«Posso metterci anni, ma riuscirò sempre a ritrovarmi, piccolina. Dovessi navigare mari e monti.»

A volte il tragitto dallo smarrimento al ritrovamento può essere molto lungo. E magari quando pensi di esserti ritrovato del tutto... ti sbagli. Perché perdi pezzi nel viaggio che hai percorso. E ti accorgi delle ripercussioni solo dopo esserti perso nuovamente.

È la vita, a volte cambia, a volte ti sembra la stessa, e a volte la manderesti anche a fanculo, tanto lei non ti può sentire, però di tanto in tanto è sempre lei a guidarti.

«Joshua...» Dico di punto in bianco.

Luis mi guarda. È come se lo avessi infastidito con un semplice nome, tira fuori il pacchetto delle sue sigarette, ne estrae una e la lascia spenta fra i denti.

«Ti piace?»

«Mi piace di più come ti si brillano gli occhi solo a pronunciare il suo nome.» Gli afferro il viso in un modo delicato.

Lui mi guarda, sposta la sigaretta dietro l'orecchio e si avvicina a me.

Alla mia bocca.

Ma non mi bacia, rimane fermo a fissare le mie labbra, ma non agisce.

Lo Yin e Lo YangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora