2° parte

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Luis

Quando me la ritrovo davanti, fingo di non apprezzare la sua presenza.

Assumo uno sguardo serio e svogliato, ma lei, lei mi sorride, e non capisco perché lo faccia.

Io ed Erika non ci vediamo da Natale. Dopo aver festeggiato da Cameron è partita chissà dove per qualche mese.

Non so dove, alcuni al lido dicevano che fosse andata dai genitori.

Non credo sia tornata oggi, ma non ho preso molto bene il fatto che sia andata via senza dirmi niente.

E quindi non sono più andato al lido.

E siamo a marzo.

Sono passati tre mesi, e io e lei non ci siamo né più visti e nemmeno parlati.

Erika è davanti a me, mi guarda, come se volesse che dicessi qualcos altro, ma io in realtà non saprei da dove iniziare.

Il mio lato irrazionale mi suggerisce di dire: ma perché cazzo non mi hai detto che partivi?

Mentre l'altro...

Be' non esiste un altro mio lato, perciò...

«Perché cazzo non mi hai detto che partivi?»

Lei in risposta cambia totalmente espressione, e adesso mi sembra arrabbiata.

Perché le donne si arrabbiano così facilmente?

Mi sorpassa, e io abbasso la testa, e rido silenziosamente.

Sospiro ancora una volta il fumo della mia sigaretta.

E poi mi alzo in piedi, butto il mozzicone, e a grandi passi la raggiungo.

«Ripropongo... gentilmente potresti dirmi perché non mi hai detto che partivi?» Le sussurro all'orecchio in modo più gentile.

Lei si volta verso di me.

E se fosse un film si muoverebbe a rallentatore. Invece Erika si gira velocemente.

Sì, è proprio arrabbiata.

«Chi è stato a farti arrabbiare, piccolina? Non ti dona.»

Non ha il tempo di rispondermi.

Steve gli va incontro e l'abbraccia forte.

«Non ti aspettavo!» Esclama.

«No, infatti no. Mi sono dimenticata le chiavi del lido ieri sera. Fortunatamente ho quelle di riserva, sono venuta a prenderle.»

«Ah, sì, le ho trovate questa mattina sul divano, le ho messe da parte, te le avrei portate dopo io!» È Cameron a parlare.

In tutto questo ascolto la conversazione, con le mani in tasca, e senza mai togliere gli occhi di dosso da Erika.

«Grazie, bellezza!» Si avvicina a lui e gli dà un bacio sulla guancia.

Perché ha in serbo tutto questo affetto per tutti, tranne che per me?

«Ciao, Travis! Come va?» Si avvicina a lui e lascia un bacio anche al fattone.

«È già fatto!» Sostengo.

E Travis ride.

«Cosa ridi?» Gli chiedo confuso.

E lui smette.

Non riesco a capire se ci è o ci fa.

Mi ricorda un mio vecchio compagno delle superiori.

Si chiamava Josh, ma lo chiamavano "tonnopolla".

Lo Yin e Lo YangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora