"Katherine passami i bicchieri" grido il nome della mia amica che, certamente, con il volume a palla della musica non mi ha sentito. Maledico il dj con la mente di aver scelto quella canzone per aprire le danze, il mio diciottesimo compleanno è iniziato alla grande, trovandomi davanti al portone due grandi scatoloni rossi. Ancora non li ho aperti e nemmeno letto chi me li manda, ero così tanto presa all'organizzare questa festa che ora sono rimasti a casa.
Mi avvicino a Katherine e prendo i bicchieri che si trovano di fianco a lei, scuotendola mentre li prendo. Alla fine gira il suo viso e spalanca gli occhi vedendomi.
"Mi hai chiesto qualcosa?" domanda guardando il mio stato.
"Si...ma per colpa di Alex non mi hai sentito" dico facendo spallucce.
Ci giriamo tutte e due verso Alex che è intento a far girare i due dischi e tenendosi con una mano ma cuffia all'orecchio, è così concentrato che non so come fa a non distrarsi nemmeno per un secondo. Mi avvicino alla ciotola del drink e ne verso un Po nel bicchiere.
"Sicura che dopo gli esami vuoi andare a vivere a Londra?" grida cercando di sovrastare il volume della musica, ma con scarsi risultati.
"Cosa??" grido più forte.
Alza gli occhi al cielo e mi trascina in un posto più calmo, lontano dal fracasso e il volume della musica. Superiamo dapprima la massa di folla che si trova al centro della pista e raggiungiamo il corridoio in penombra vicino alle camere private. E devo dire che mi sono rilassata un Po, senza avere quella musica a palla nelle mie povere orecchie.
"Ho detto prima, sicura che dopo gli esami ti trasferisci a Londra?"
"Non dopo gli esami...i miei mi hanno detto quando vuoi"
"Ti prego rimani" fa il labbruccio.
"Lo so Kate....ma ho già le valigie pronte, domani parto"
"Allora non dopo gli esami....prima"
"Si esatto" sospira e annuisce rassegnata, per poi poggiare una mano sulla mia spalla e dopo qualche minuto mi abbraccia forte, come se non vuole che me ne scappi. Ma ormai la decisione è presa, ci saremo sentiti lo stesso.
"Torniamo" dico, anche se suona più come un'affermazione che come una domanda. Annuisce senza dire nulla e torniamo in mezzo a quella folla e devo dire che Alex ha cambiato musica.
Ha messo un lento, mi piace, molto.
Due braccia mi cingono i fianchi e delle soffici labbra si posizionano sul mio collo facendomi sussultare. Mi lascio trasportare dal suo respiro, poi mi giro.
"Fred!!" dico sorridendo.
"Buon compleanno piccola mia" mi da un veloce bacio a stampo.
"Grazie" mi limito a dire per poi sorridere.
Balliamo insieme, abbracciati come la prima volta, la prima volta in cui i nostri sguardi si erano incrociati. Sorrido solo al ricordo.
Subito dopo diventò triste, perché domani non ci sarò più, andrò a Londra a vivere, una parte di me è felice, invece, l'altra parte di me vuole rimanere qui e non allontanarsi per nessun motivo al mondo. Io sono felice di andare a vivere a Londra, ma sono nello stesso tempo triste perché devo lasciare qui: Fred, Kate e Alex quello stupido di mio cugino. Scuoto la testa e continuo a ballare, godendomi quest'ultima volta in cui ci saremo visti.
****
La sveglia suona, suona e suona ancora, finché non si interrompe lasciandomi continuare a dormire, poi però sapendo che devo partire spalanco gli occhi di scatto mandando il sonno a quel paese e balzo giù dal letto. Impreco di non aver dato retta alla sveglia accorgendomi che sono in ritardo, l'aereo parte tra 3-4 ore e sono ancora in pigiama. Corro in bagno per fare una doccia e cercando di non abbandonarmi al flusso dell'acqua calda.
Torno in camera e tiro abiti a caso, evito jeans quando fa caldo, indosso un vestito rosso a pois bianchi, stile anni '50, torno in bagno e lascio i miei capelli cadere sulle mie spalle. Il rumore di un clacson mi avvisa che è arrivato il taxi e che è arrivata anche l'ora di lasciare l'America e trasferirmi a Londra. Prendo la valigia, indosso i miei occhiali da sole, prendo il telefono con le cuffie e esco di casa, non prima di aver salutato i miei genitori.
Il taxi, una volta che sono entrata, parte per l'aereoporto di Vancouver. Devo dire che il viaggio casa-aereoporto è stato veloce, anche perché mi sono messa ad ascoltare musica.
"Siamo arrivati" dice Jack il tassista.
"Grazie Jack" dico aprendo la portella e uscire. Mi aiuta a scaricare la valigia dall'auto per poi dargli il conto.
Corro dentro e per mia fortuna non è poi così pieno, affollato, ma diciamo mezzo vuoto, tanto da permettermi di raggiungere a tempo il mio aereo. Faccio il check-in e dopo aver fatto il controllo e fatto vedere il passaporto, entro finalmente nel mio aereo. Come sempre scelgo il posto vicino al finestrino e appoggio lo zaino sul sedile accanto, in modo tale che nessuno si siede accanto a me. Però fù tutto inutile, tanto che qualcuno mi chiama.
"Scusi...è occupato?"
Mi giro verso la voce e vedo un ragazzo biondo e occhi azzurri penetranti. Rimango a fissarlo a lungo finché non fù lui a richiamare l'attenzione.
"Ehm...non mi piace essere consumato, ma è occupato questo posto?"
"No, no" dico togliendo lo zaino e mettendolo in mezzo alle mie gambe, a terra. Sorride e mi sento morire, scuoto la testa sapendo che sono già fidanzata e non posso tradire il mio ragazzo con questo specie di modello. Accendo la musica e mi infilo le cuffie, cercando di concentrarmi sulla musica piuttosto che osservarlo e cadere giustificata dal suo sguardo.
L'aereo s'innalza e finalmente si parte.
Molto spesso guardo di sfuggita il biondino seduto di fianco a me, a volte lo vedo che parla con dei suoi amici che stanno seduti di fianco a lui, o con alcune ragazze che per poco si sciolgono, alcune che urlano tanto da farmi alzare il volume della musica. Subito dopo la canzone dei Fray parte la canzone che mi ha inviato Kate: Steal my girl. Mi piace, la canzone è bella anche se non tanto mi piacciono coloro che la cantano, ma in fondo i ragazzi sono dei cinque super modelli.
Una volta, il 23 marzo Kate venne a casa mia e non appena le apri la porta dj casa si fionda su di me con le lacrime agli occhi che le scendevano a raffica. E sapete perché?
"Zayn Malik ha lasciato la band" In fondo è un bel ragazzo, ha un carattere da perfetto Bad Boy e sinceramente è l'unico che conosco di quel fantomatico gruppo di cui tutte le ragazze del mondo impazziscono.
"But I know, I know, I know for sure"
Rimango sbalordita nel sentire quella voce, piano piano mi giro verso il ragazzo che sta di fianco a me che è intento a mangiare il pacchetto di patatine. Lo guardo con occhi sgranati, è la sua voce, questo vuol dire che sto vicino a uno dei componenti della band.
Gli faccio una foto di nascosto e lo inviò subito in maniera frettolosa a Kate scrivendole anche: "Ma questo qui lo conosci?" Appena l'ho inviato subito le lineette blu lampeggiano. In men che non si dica la risposta arriva come un fulmine.
Faccine spaventate, con i cuoricini compaiono nella prima vignetta, okay ora mi devo preoccupare seriamente.
"Oddio!!! Vorrei tanto essere lì adesso con te!!" seconda vignetta.
"È NIALL HORAN degli One Direction" terza e ultima vignetta. Mi giro nuovamente verso il ragazzo che in quel momento sta ridendo con un suo amico di cui non so il nome.
Però una cosa strana c'è, io mi chiamo Emily Dana Horan, abbiamo lo stesso cognome, mi sta facendo venire troppi dubbi. Kate mi ha sempre detto: "Non è che sei la sorella di Niall Horan?" su questo, è arrivato il momento di indagare.
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Alla ricerca della verità #Wattys2015
FanfictionEmily Dana Horan: una ragazza semplice e sicura di sé. Ha una migliore amica che non fa altro che insospettarsi di lei. Il suo cognome ha lo stesso del cantante degli One Direction, la band che ha tanto odiato, Niall Horan. Una volta arrivata a Lon...