Con passi lenti entro nel parco, oltrapassando il vecchio cancello arrugginito, i lampioni illuminano il percorso e il silezio cala; è l'1:00 di notte e in giro non c'è più nessuno. Mi guardo intorno sperando di non trovare nessun pedofilo che volesse stuprarmi e accertandomi che fossi sola, mi siedo su una delle panchine presenti. Non so per quanto tempo rimasi lì, finché dei passi correre verso di me catturano la mia attenzione.
Giro la testa di lato per vedere chi è, vedo un ragazzo piegato in due ed riprendere fiato ma ha volta che si alza in piedi la luce del lampione mi permette di vedere meglio chi è. È Liam.
"Liam..." dico sussurrando e con occhi spalancati.
"Emily...mi dici che ci fai qui...lo sai che questo parco è pericoloso a quest'ora della notta!" Si avvicina lentamente e così mi alzo in piedi mettendomi di fronte a lui.
"Voglio stare un Po da sola" ribatto.
"Mi spieghi cosa è successo?" mette due dita sotto il mio mento per far si che lo guardo negli occhi. Cancellando del tutto ciò che prima gli ho ordinato di fare.
"Niente" Mi limito a dire.
"Niente non è la parola giusta che descrive il tuo stato" alzo gli occhi per guardarlo e vedo che mi sorride. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
"Ehi non fare così" dice e vedo il suo sorriso spegnersi.
"Beh è difficile da spiegare"
"Sono qui...ti ascolto" dice sedendosi sulla panchina e così mi limito a farlo anch'io.
"Beh...un anno fa ho conosciuto...per conquistarlo ho fatto la parte di quelle ragazze dei libri per adolescenti...siamo stati insieme per un anno buono, poi torna lei ed ecco qua"
Liam sembra ribollire dalla rabbia, chiude gli occhi e stringe i pugni. Poso una mano sulla sua e quella scossa torna ad impossarci ma non ci importa granché.
"Tranqui Lì è tutto a posto"
"Tu non te lo meritavi proprio uno come lui...tu ti meriti uno che ti faccia sentire meglio"
Sorrido nel sentire quelle dolci parole pronunciate da quelle perfette labbra di questo ragazzo meraviglioso e perfetto, sorride tanto da mandarmi il cervello in tilt.
"Liam ti prego! Non fare così mi viene voglia di..."dico per poi bloccarmi subito.
"Di?" dice con sguardo malizioso e un sorriso beffardo stampato in viso.
"Niente lascia perdere" dico spostando lo sguardo da lui al pavimento.
Una scia di vento mi fa venire la pelle d'oca e mi irrigidisco nel cominciare a sentire freddo.
"Torniamo?"
Mi giro verso Liam e annuisco. Appena mi alzo si toglie la sua giacca e me la mette sulle spalle. Sorrido per quel gesto e con un braccio mi cinge la vita tenendomi stretta a sé.
"Aspetta! Dobbiamo avvisare gli altri" dico fermandomi di colpo.
"Fa niente...li avviso dopo...intanto sali" dice aprendomi la portella della sua macchina.
Entro e subito l'aria calda mi fa rilassare e sentire meglio. Liam fa il giro per andare al posto del guidatore, entra e subito dopo accende il motore, per poi partire per il Bridge Hotel.
Accendo la radio per rompere quel silenzio, e proprio a quest'ora è in onda la canzone: "One thing" appena iniziata. Liam strabuzza gli occhi e comincia a cantare.
"È una vostra canzone?" chiedo una volta che è finita.
"Si" dice sorridendo per poi parcheggiare la macchina poco distante dall'entrata.
"Era una nostra canzone...del nostro primo album" aggiunge spegnendo il motore e girarsi verso di me per guardarmi.
"È davvero bella, devo ammetterlo...non immaginate quanto vi odiavo prima" dico ridendo.
"Ah davvero...uhm" dice facendo uno dei suoi sorrisetti.
Esco dalla macchina con addosso la giacca di Liam e insieme a lui ci avviciamo verso il portone dell'hotel; le porte si aprono e ci avviciniamo all'ascensore.
Dentro non voglio neanche immaginare, un silenzio tombale assoluto e stavo trattenendo dalla voglia di baciarlo, in fondo si era questo il mio desiderio, ma non potevo ero stata appena lasciata e voglio prima dissolvermi dal dolore che ho in me. Le porte dell'ascensore si aprono e una volta uscita lo saluto con la mano.
"Beh ci vediamo domani allora" dice.
"A domani allora" dico sorridendo.
Clicca un altro pulsante e le porte dell'ascensore si chiudono. Entro nella mia stanza, mi cambio e mi butto sul letto lasciando che le lacrime e i singhiozzi mi uccidessere nel bel mezzo della notte. Tanto nessuno può sentirmi, tanto a chi sarebbe importato?
Dei continui bussare alla porta mi fanno svegliare, mi strofino gli occhi e appena noto la mani sporca di nero, corro subito in bagno e mi vedo allo specchio. Capelli alla rinfusa, occhiaie ben visibili e gli occhi contornati di nero e inoltre è ben visibile la scia delle lacrime versate il giorno prima. Mi lavo la faccia eliminando i segni, la matita e soprattutto le occhiaie, dei capelli me ne può fregar di meno. Di nuovo sento bussare alla porta e mi affretto a raggiungerla, ma appena esco dal bagno noto che il cuscino è anch'esso sporco, così lo giro dall'altro lato.
Mi avvicino alla porta e lo apro, trovandomi i ragazzi di fronte a me tutti sorridenti e ben riposati, a quanto vedo, controllo l'orologio e sono solo le 8:00 della domenica mattina.
"Ragazzi...che ci fate qui...a quest'ora poi" dico strofinandomi ancora gli occhi.
"È presto?" domanda Niall spalancando gli occhi e formare una "O" con la bocca.
"Si..." dico grattandomi la nuca e abbassare il capo perché stavo già andando a fuoco.
"Comunque siamo venuti qui per chiederti se ti va di venire con noi alla cena di famiglia da Niall, domani" dice Harry cercando di fermare le mani di Louis che toccavano in continuazione i suoi capelli.
Alzo la testa e subito incrocio sia gli occhi color nocciola di Liam, per cui arrossisco un po, e in più incrocio gli occhi miei in quelli di Niall. Siamo identici e questo mi fa crescere il dubbio nel: "Se sono sua sorella o no". Scuoto la testa scacciando i miei pensieri.
"Okay...vengo, a che ora?" chiedo dopo.
"Domani si parte verso le 17:00..." dice poco dopo un minuto di silenzio, Niall.
"Alle 17:00?" dico incredula sgranando gli occhi.
"Si...andiamo in Irlanda a casa sua...giusto non sai niente di noi" questa volta a parlare è stato Liam, alzo gli occhi al cielo e ringrazio Dio ad averlo fatto capire subito.
Un flash di una macchina fotografica mi fa chiudere gli occhi di scatto e tutti ci giriamo verso la direzione da cui è arrivato il flash. Un ragazzo moro dalla pelle olivastra e dalla barbetta che circonda il suo viso sorride, guardando la foto che ha appena scattato. Inarco un sopracciglio.
"Paparazzo?" domando.
"No! Non ci credo!" guardo Liam e gli altri e vedo che sono rimasti a bocca aperta e soprattutto sorpresi.
"ZAYN!!" urlano all'unisono tanto da farmi tappare le orecchie. Aspettate un attimo, ho capito chi è! È Zayn Malik il ragazzo che tre mesi fa ha lasciato la band.
I ragazzi corrono verso di lui è si stringono in un caloroso abbraccio, sono tutti in preda alle lacrime e devo ammettere che l'immagine Che mi trovo davanti a me, è la cosa più tenera che esista al mondo. Mi avvicino a loro piano e gli occhi marroni di Zayn si soffermano sui miei, così da far staccare quell'immenso abbraccio che si sono dati poco fa.
"Così tu devi essere quello Zayn" dico.
"Si..." dice con la sua voce roca.
"Piacere io sono Emily Dana Dawson" dico usando sempre il cognome del mio fratellastro.
"Zayn Jawaad Malik".
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Alla ricerca della verità #Wattys2015
FanfictionEmily Dana Horan: una ragazza semplice e sicura di sé. Ha una migliore amica che non fa altro che insospettarsi di lei. Il suo cognome ha lo stesso del cantante degli One Direction, la band che ha tanto odiato, Niall Horan. Una volta arrivata a Lon...