La luce mattutina entra dall'immensa finestra che si trova proprio di fianco al letto, mi rigiro per ben tre volte e poco dopo il sonno mi abbandona facendomi, così, aprire gli occhi. La stanza è illuminata e i miei occhi si fanno a cuoricino vedendo ancora quella lussuosità che ho davanti; mi alzo mettendomi seduta, non oso immaginare come stanno i miei capelli e soprattutto la mia faccia con gli occhi contornati da occhiaie profonde. Stiro le braccia facendo scricchiolare i gomiti, la porta si apre e strano gli occhi, per poi rilassarmi alla vista di una cameriera fare capolino.
"Oh, mi dispiace aver disturbato il sonno" dice abbassando la testa, in segno di scusa.
"No tranquilla, mi sono appena svegliata"
"Okay, bene"
Mi alzo dal letto mentre la cameriera inizia a pulire i vetri, apro la porta che si trova dall'altro lato del letto, ieri non l'ho neanche aperta, quindi non so che altra immensità mi posso trovare. Come non detto trovo un bagno alquanto immenso, con una vasca idromassaggio, una doccia grande, un lavabo con tanto di specchio e ovviamente dei classici bidèt e water.
Strizzo gli occhi e mi avvicino allo specchio, per la prima volta in tutta la mia vita i miei capelli sono ordinati, nessun capello fuori posto. Deve essere un miracolo.
Mi vesto con una semplice canotta e dei pantaloncini, mi è venuta la voglia di farmi una passeggiata, c'è un bel tempo, un bel sole forte e fa tanto di quel caldo che non riesco a sopportare. Prendo i miei occhiali da sole, il mio telefono con gli auricolari e le chiavi della stanza. Scendo con l'ascensore e una volta che le porte si aprono tutta quella lussuosità della hall mi fa tornare da punto e a capo, questa volta spalanco gli occhi per evitare di sbavare come un cane. Gli hotel di Vancouver non sono poi così male, anche se non ci sono mai stata, però questo hotel ha la stessa lussuosità dell'Heathman hotel di Portland, ci sono andata una volta quando c'era il matrimonio di mia cugina, dato che viveva in quell'hotel da anni.
Passo di nuovo sotto il magnifico occhio di vetro e non riesco a non essere incantata, sinceramente devo le congratulazioni all'architetto, colui che lo ha progettato. Scuoto la testa per non rimanere tutta la mattinata ad osservare quella hall troppo lussuosa, il portone si apre ed esco dall'hotel e un'ondata di vento estivo mi arriva scompigliandomi i capelli.
Respiro l'aria fresca a pieni polmoni e inizio a camminare per le strade di Londra, con l'intenzione di arrivare al Big Ben.
La mia pancia comincia a fare rumore, non ho ancora fatto colazione, mi toccò le tasche con la speranza di trovare un portafoglio, ma nulla, ho solo il mio cellulare nella tasca destra dei pantaloncini, sospiro esasperata.
"C'è qualcosa che non va?" alzo lo sguardo.
"Rubert?" dico sperando di aver indovinato.
"Si...è successo qualcosa?" dice mostrando uno dei suoi sorrisi.
"Si, ho fame e non porto i soldi" batto una mano sulla fronte.
"Tranquilla offro io"
Lo guardo inarcando un sopracciglio.
"Sicuro?" dico.
"Si"
Mi prende sottobraccio e mi trascina fino allo Starbucks, un'immensa insegna con la faccia di una sirenetta, penso, e una scritta in cubitali verdi sotto di essa.
"Questo è il famoso bar di Londra"
"Wow" dico rimanendo incantata.
"Anche a Los Angeles sta" aggiungo guardandolo sorridendo.
"Davvero?" domanda stupito.
"Si...l'ultima volta che sono andata avevo 15 anni...ed è stata la prima volta in cui ho visto il mio attore preferito:Robin Williams" dico sorridendo al ricordo di quella splendida giornata.
Il mio telefono comincia a squillare nella mia tasca, lo estraggo e leggo il mittente: Kate. Ora penso che dovrei affrontare il suo terzo grado, ma penso che non mi darà molto fastidio. Mi scuso con Rubert che nel frattempo entra per andare a ordinare qualcosa, mi allontano di qualche passo e clicco la cornetta verde.
"Pronto Kate"
"Oh Emily...non sai quanto ci manchi!!"
"Anche tu...ma che ci fai a quest'ora, alle tre di mattina in piedi?" dico facendo caso all'orario americano.
"Sto tornando dalla festa di mio cugino"
La sento sospirare esasperata. Rido, suo cugino Micheal ha appena compiuto 20 anni anni e la festa lo avrà sicuramente festeggiato alla Meeting discoteque, una discoteca francese nella grande Vancouver.
"Beh basta che non hai esagerato con gli alcolici" dico ridendo.
"No No...ho solo mangiato e bevuto qualche bicchiere d'acqua, solo Fred si è ubriacato"
"Ora come sta?" domando preoccupata.
Intanto Rubert torna con due bicchieri e me ne porge uno, lo prendo e mentre aspetto la sua tardata risposta, bevo un sorso. Mmh squisito! Cioccolato e caramello, due combinazioni perfette.
"Ora sta dormendo sui sedili posteriori...si è appena strusciato con Marika, ma era ubriaco fradicio, domani non si ricorderà niente"
Rimango interdetta alle sue ultime parole, si è strusciato con Marika, la puttana della scuola, mi da un fastidio tremendo, ha sempre cercato di farci separare, abbiamo litigato molto a causa sua. La odio con tutta me stessa.
"Emily...Emily ci sei?"
"Quando si sveglia domani mattina...digli tutto quello che ha fatto...e di chiamarmi perchè ho saputo"
"Mi sembra una buona idea Emi...ci vediamo che ora devo aiutare Alex a portarlo sopra a casa...non c'è la fa da solo, figurati senza il nostro aiuto"
"Salutamelo...Ciao!"
Chiudo la chiamata e ne bevo un altro sorso con nervosismo, Rubert mi guarda confuso e poco preoccupato. Però non dice niente, sapendo che non mi va di parlarne. Spero che si scusa subito, questo pomeriggio penso che mi chiama. Scuoto la testa e comincio a camminare, Rubert mi segue mettendosi poi al mio fianco, insieme ci dirigiamo verso il parco di Londra.
Il parco è semi-vuoto anche perché sono le 9:45 e non ci sono poi così tante persone in giro. Mi siedo su una panchina con ancora il mio bicchiere semi-vuoto di Starbucks in mano e sospiro esasperata.
"È successo qualcosa?" Mi domanda.
"No niente...sono solo arrabbiata con il mio ragazzo"
"Ti ha chiamato lui?"
"No, la mia migliore amica e mi ha detto cosa è successo....ma solo perché si era ubriacato" dico facendo riferimento alla chiamata di 45 minuti fa.
"Capisco" dice solamente per poi alzarsi e andare a buttare al cestino il suo bicchiere ormai vuoto.
"Beh ci vediamo...devo andare a lavorare" dice salutandomi.
Lo saluto con il mento e lo vedo allontanarsi. Rimango lì a respirare il profumo dei fiori, penso siano primule o lavanda. hanno un'inebriante profumo e mi fa rilassare. Tiro fuori le cuffie e le attacco al telefono, clicco su musica e schiaccio produzione casuale. Prima canzone? Break Free di Ariana Grande. Mi immergo in quella splendida canzone, l'ho sempre amata. Poi per pura casualità mi metto a vedere le foto nella mia galleria. Né trovo una con Favij un Youtuber italiano che era venuto qualche anno fa a fare il Vlog a Los Angeles, pubblica video divertenti e ogni volta che li vedo muoio dalle risate. Sono ancora le 10:00 e prima di tornare in hotel,voglio andare un po in giro per i negozi di Londra.
"Ehi" una voce, quella voce mi fa girare il viso di scatto.
Non riesco ancora a crederci, cosa ci fa lui qui? Pensavo si fosse trasferito a Milano in Italia, invece no, me lo ritrovo qui, dopo anni che non lo vedevo.
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Alla ricerca della verità #Wattys2015
FanfictionEmily Dana Horan: una ragazza semplice e sicura di sé. Ha una migliore amica che non fa altro che insospettarsi di lei. Il suo cognome ha lo stesso del cantante degli One Direction, la band che ha tanto odiato, Niall Horan. Una volta arrivata a Lon...