La vita di Grace è diventata un incubo; nessuno è piu al sicuro ed è solo l inizio di un effetto domino che sconvolgerà le coscienze di tutti.
Un mistero da risolvere, sangue da ripulire, un'indagine insidiosa......tutto tra le mura cupe e tetre di...
Era passata una settimana ormai e tutto sembrava essere tornato alla normalità ma questo non bastava a Grace per stare tranquilla e nonostante continuasse a ripetere a se stessa che era stato solamente un momento spiacevole, probabilmente uno scherzo di pessimo gusto, che quell’uomo voleva solo spaventarla, l’angoscia che le attanagliava lo stomaco non riusciva a sparire;
quelle parole “Non mi riconosci?” continuavano a bombardare la sua testa e la paura e la curiosità di capire si susseguivano di continuo creando un turbinio di sensazioni contrastanti che si alternavano quasi a ritmo di danza.
La stanchezza ormai era troppa ed Annie se ne era accorta :
“Grace sei esausta, vai a casa, chiudo io il bar”
“Annie grazie ma comunque non riuscirei a chiudere occhio. Lo so che forse non sarei dovuta ritornare subito qui ma non potevo lasciare tutto il lavoro sulle tue spalle quindi ora vai a sistemare le ultime bottiglie di vino e poi torniamo a casa insieme”
“Agli ordini capo!”
Annie, dopo aver riordinato tutto, si recò nel retro del locale per chiudere la porta secondaria e fu proprio in quel preciso momento che l’incubo riprese forma seguendo esattamente lo stesso schema.
“Grace ora possiamo andare”
– disse lei spalancando lo sportello che dalla cucina porta al bancone del bar
“Mmmmm … mmmm”
– un unico raccapricciante rumore che echeggiava tra quelle quattro mura
“Oh mio dio Grace ma c …”
Grace ebbe solo il tempo di spostare leggermente quella mano possente dalle labbra per urlare ....
“Annie scappaaa. Oraaaa”
Senza volerlo i due uccellini si erano chiusi in gabbia da soli.
Annie si recò verso la porta del retro ma le chiavi sembravano essere misteriosamente scomparse;
lanciò una sedia alla finestra per tentare di scappare; il vetro si frantumò in mille pezzi, sembravano gocce di pioggia che cadevano sull’asfalto – un’immagine piuttosto poetica se non fosse per la situazione in cui si stava verificando tanta poesia.
Non fece in tempo ad oltrepassare quella finestra rotta che una mano ruvida, la stessa che aveva sfiorato la bocca di Grace poco prima, la riportò indietro ed in un attimo tutti quei frammenti si trasformarono in pioggia sporca :
una lama affilatissima stava oltrepassando l’esile corpo della povera Annie.
Bastò un solo colpo ferrato con maligna potenza per spezzare le ali di quel piccolo uccello che ebbe solo il tempo di sgranare gli occhi e bisbigliare …
“Ahhhh. Tu!!! Perché?”
La poesia ormai era finita : l’uomo senza volto pulì con la lingua la lama del coltello assaporando ogni goccia di pioggia sporca sotto gli occhi terrificati di Grace, stesa lì sul pavimento senza neanche la forza di gridare per chiedere aiuto.
“Lo sai cosa voglio da te Grace e presto verrò a prendermi tutto”.
Quell’uomo del mistero si era di nuovo dissolto nell’aria; avrebbe potuto ucciderla eppure lei era ancora viva;
non riusciva a spiegarsi il perché ed intanto il suo corpo era lì, inerme, con gli occhi che lacrimavano quasi con la speranza che gocce di rugiada pura potessero prendere il posto di tutta quell’acqua sporca ma la sua mente intanto vagava in attesa di qualcuno che la venisse a salvare.
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