XVIII

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quando bill ci lasciò da soli, io e tom iniziammo a vestirci per uscire.
in realtà mi preparai soltanto io, perché tom prese la prima maglia oversize che vide, ma comunque lui era bellissimo in ogni modo. che senso aveva che si impegnasse?
io invece mi truccai e mi vestii con qualcosa di carino. era comunque abbastanza freddo fuori, dato la stagione.

 era comunque abbastanza freddo fuori, dato la stagione

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amavo questo vestito. indossai delle calzamaglia color carne e i tacchi.
«vuoi fare la figa in giro o cosa?» chiese tom geloso.
«mi vesto sempre carina per uscire» lo guardai ridendo, mentre mettevo degli orecchini.
«c'è freddo fuori. non voglio che ti ammali» disse categorico.
«stai tranquillo. starò bene» risposi, ma tom non sembrava affatto convinto. si alzò dal divanetto che si trovava in camera e prese una felpa grigia fin troppo oversize dalla sua valigia e la indossò.
finii di truccarmi e finalmente potemmo uscire.
«allora? dove si va?» chiese gustav, mentre chiudeva la porta della camera.
«che ne dite di questo locale? dicono che ci sia musica, ma é abbastanza tranquillo» propose maria, mostrandoci il telefono.
erano tutti convinti, sembrava un posto molto carino.
uscimmo dall'hotel e iniziammo a camminare.
per fortuna non era lontano a piedi, ma io stavo già avendo la pelle d'oca dal freddo.
sperai che tom non lo notasse, dato che mi aveva anche avvisata.
parlavamo, ma intanto osservavamo le luci dei grattacieli. la metropoli brillava più che mai e sembrava proprio come nei film.
tom mi mise il braccio dietro alla spalla, e mi guardò severo, mentre io provavo a non mostrare la sofferenza.
«giuro che se esci ancora così ti faccio ritornare in hotel a cambiarti. siamo in vacanza e ti vuoi anche ammalare?» mi rimproverò.
«sto bene dai. e comunque mi piaceva» risposi mocciosamente.
«sì certo. non mentire con me.» continuò, e quando disse quella frase mi tornò in mente il mio primo incontro con lui, quando lo stavo spiando dalla finestra... e pensare che allora mi stava antipatico.
ora ero a new york mentre lui mi sgridava, mentre camminavamo abbracciati.
assurdo come una persona possa completamente stravolgerti la vita...
«non litigate. siamo quasi arrivati» annunciò bill con entusiasmo.
poco dopo ci trovammo davanti questo gigantesco bar e con tantissime persone. unico problema: si moriva di freddo, probabilmente avevano messo l'aria condizionata a palla.
la gente sembrava divertirsi molto, e la musica non era esageratamente alta, così da rendere possibile la comunicazione tra gli ospiti.
c'era pure un karaoke, che bill notò subito.
«ma che figo! dopo lo voglio fare» esclamò lui.
«intanto andiamo a prendere posto» rispose maria, dandogli un bacio.
tom si guardava intorno e io iniziai ad essere leggermente gelosa, dato che c'erano delle ragazze veramente belle.
prendemmo posto e un cameriere arrivò preparato.
ordinammo da bere, ma soprattutto qualcosa da stuzzicare. non mangiavamo da molto.
non c'era tanta scelta di cibi, ma alla fine qualcosa arrivò.
«mi fai così incazzare, stupida» mi sgridò di nuovo tom, perché avevo iniziato a tremare.
si tolse la felpa e me la diede.
«non ce n'è bisog-» provai a non farmela prestare, ma fu irremovibile.
«mettila o ti giuro che faccio un casino» continuò imperterrito.
la indossai e il mio corpo si calmò.
era grandissima, sembrava un vestito e aveva rovinato tutto il mio outfit, ma almeno stavo meglio. inoltre, aveva l'odore di tom...
fumava, ma si metteva il profumo. era un mix strano.
mangiammo, bevemmo e parlammo, ma ormai si erano fatte le dieci, quindi la musica iniziò ad essere anche più alta.
maria e bill si lanciarono a ballare nella pista presente nel bar, mentre gustav e georg avevano fatto "amicizia" con due ragazze. magari sarebbe nato qualcosa.
io e tom invece stavamo seduti, senza dirci tanto.
«cristallo. fra poco é il tuo compleanno» disse.
annuii con la testa. a gennaio, avrei compiuto diciassette anni.
«cosa farai?» mi disse, avvicinandosi per lasciarmi un bacio sulla guancia.
«non ho piani... non festeggio i compleanni chissà quanto» gli risposi onestamente.
proprio in mezzo alla conversazione, arrivò una ragazza al nostro tavolo.
«heyy, sono chloe. piacere!» disse, rivolgendosi ovviamente a tom. era probabilmente venuta per provarci con lui, ma ormai era tutto di routine.
«che vuoi?» rispose infastidito.
«sei carino e sei libero. devo continuare?» rise come una gallina, mi stava facendo arrabbiare, ero letteralmente davanti alla sua faccia e pure aveva il coraggio di dire che sembrava libero?
tom non le rispose, ma fece un gesto inaspettatamente bello.
mi prese e mi baciò con forza, dopo poco si trasformò in limone.
la ragazza guardava scioccata e aspettò che ci staccammo.
«bastava dirlo» gli rispose con una voce estremamente stridula.
«mi dispiace cara, ma sei proprio brutta» la insultò tom, alzando le sopracciglia e facendole segno di allontanarsi.
finalmente quella chloe se ne andò e noi continuammo a parlare. il suo sguardo mi faceva impazzire così tanto...
«venite al karaoke?» ci chiamò bill dalla pista.
ci alzammo e provammo ad avvisare anche gustav e georg, che però sembravano scomparsi.
andammo da bill e maria e bill accese il microfono.
scelse una canzone e iniziò a cantarla, con la sua voce maestosa.
tutti quanti si accorsero della sua presenza, molti si avvicinarono per sentirlo.
era veramente talentuoso, era un dato di fatto.
quando finii di cantare, tutti fecero gli applausi, inclusi noi, che sorridevamo a vederlo così felice, nonostante fosse un pubblico abbastanza piccolo.
tutti ritornarono al loro tavolo, e la serata continuò normalmente per tutti.
ma un signore di circa trentacinque anni aveva gli occhi su di bill, e lui se ne accorse.
«ma perché mi guarda così?» mormorò sospettoso bill.
«sembra interessato a te in qualche modo...» ipotizzò maria, lei la vedeva sempre lunga.
aveva ragione. il signore si avvicinò e prese bill in disparte.
iniziarono a parlare, mentre io, tom e maria provavamo ad origliare in qualche modo, ma era quasi impossibile.
l'unica cosa che era ovvia fu che bill era estremamente interessato.
«l'ha sentito cantare e secondo me gli sta facendo qualche proposta interessante» dissi poi io.
«cazzo forse é un manager!» bisbigliò tom.
«dobbiamo trovare gustav e georg!!» disse maria, e si alzò per cercarli.
intanto bill si girò verso di noi e ci indicò, mentre parlava con quello.
infine ci fece segno di venire, e io andai, nonostante non fossi parte della band.
«sembrate veramente interessanti. dove sono gli altri due, hai detto?» disse il signore.
«la mia ragazza é andata a cercarli, presto arriveranno. nel mentre le presento il mio gemello tom.» rispose bill, con un tono così serio che non sembrava neanche lui.
mentre tom rimaneva sempre lo stesso, alzò lo sguardo e fece un minuscolo movimento con la testa, che probabilmente stava ad indicare "ti ascolto, ma non ho voglia di rivolgerti la parola".
«il tour d'europa lo avete a giugno. perfetto...» continuò il signore, mentre io non capivo tanto.
in tutto questo io indossavo la felpa di tom, e lui non smetteva di sogghignare quando provavo a sistemarla.
«sembri stupida, ma perfetta allo stesso tempo»
mi bisbigliò, mentre bill e l'altro continuavano a parlare di tour e cose musicali.
arrivarono finalmente anche gli ultimi due pezzi mancanti della band. io e maria ci misimo leggermente in disparte, perché non centravamo nulla.
parlarono per circa venti minuti e poi si scambiarono i contatti.
bill era al settimo cielo, stessa cosa gli altri.
ci spiegarono tutto brevemente:
«quel tipo mi ha sentito cantare e ha detto che avevo talento, modestamente» disse ironicamente.
«umile sempre tu eh» rispose georg.
«cazzo ci vuole far fare un tour negli stati uniti!» gridò tom.
«scherzi?! che figata!» esclamai io, guardando tom contentissima.
«hey frena. ha detto che il tour in europa deve andare bene, se no ce lo possiamo anche scordare» ci avvisò bill.
«minchia ragazzi, ti hanno sentito e si sono subito innamorati» si rivolse tom a bill, mentre rideva, dandogli una pacca sulla spalla.
insomma, i tokio hotel avevano ricevuto una proposta imperdibile. e io ero fiera di loro.

era stata una serata molto rilassante, ma il futuro dei tokio hotel iniziò proprio quel giorno...
«assurdo. neanche un giorno qua e un manager ci nota. lo sapevo che ce l'avremmo fatta» disse tom durante la strada del ritorno.
«tom, non é detto che ci vorrà ancora. l'occasione é perfetta, ma dobbiamo impegnarci con il tour di giugno, se no non ci vorrà più» bill era molto serio per quanto riguardava la sua band.
«ci dobbiamo impegnare, solo così otterremmo quel che vogliamo» disse gustav.
«io e maria crediamo in voi. siete pieni di talento. meritate di avere un futuro brillante» dissi, provando a mettere un po' di carica.
tom si fermò per abbracciarmi e io rimasi perplessa... non l'aveva mai fatto.

«grazie... per tutto» mi bisbigliò all'orecchio, per poi lasciarmi andare.
«sono fiera di te, tom.» gli dissi, guardandolo negli occhi. e lui mi sorrise.
tra tutti i suoi sorrisi, quello era il più sincero e vero. non come i suoi soliti ghigni provocanti.

spazio autrice
ciao tesori💖💖 scusate l'ora, ma oggi avevo veramente tante cose da studiare, per questo non sono riuscita a pubblicare, spero mi perdoniate 🫶🏼😢 e ovviamente spero che questa parte vi piaccia ❤️ a domani cuori💋🙏

tutto per te - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora