XX

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tom's pov

«andiamo in hotel» dissi senza nemmeno pensarci.
«cazzo dici? cristal non da segni di vita e tu vuoi ritornare in albergo?» rispose arrabbiato bill.
avevamo tutti quanti perso il controllo e la discoteca era oramai vuota, dato l'ora.
«la discoteca sta chiudendo. cosa facciamo qui? aspettiamo che muoia?» urlai.
«chiamiamo una cazzo di ambulanza!» gridò maria, piangente.
«si sveglierà. torniamo ho detto» la presi in braccio, mentre i miei amici mi guardavano basiti.
«chiamate un uber. cosa state lì impalati?» continuai ad urlare, mentre uscivo.
georg sospirò e prese il telefono per cercare il taxi.
«stai sbagliando di brutto te lo dico» continuò bill.
«non me ne frega un cazzo. fate quello che vi dico»
«perché dovremmo ascoltarti? non comandi di certo tu» urlò maria, provando a chiamare un'ambulanza, ma io le rubai il telefono dalle mani.
«non seguitemi allora. vado da solo» ringhiai.
«ma perché non vuoi che arrivino persone molto più esperte di te ad aiutare la ragazza che ami così tanto?» disse gustav, mentre aspettavamo il taxi appena chiamato.
«perché ho esperienze con l'ecstasy forse? ora state zitti, le cose le so anche io» sbuffai, rivelando finalmente il motivo per cui non volevo chiamare nessuno.
«hai avuto esperienze con COSA? tu questo non me l'hai mai detto!» esclamò bill.
«ora lo sai. si sveglierà, la aiuterò io» risposi, e finalmente tutti chiusero la bocca e mi ascoltarono, nonostante bill fosse ancora a bocca aperta.
il taxi arrivò e salimmo, senza spiegare al tassista il perché avessi una ragazza che sembrava morta in braccio, ma a lui non sembrò importare.
dopo il viaggio arrivammo a destinazione e io salii in camera, salutando gli altri, che però non volevano lasciarmi andare da solo con cristal.
«ora non mi fai nemmeno stare con la mia migliore amica? stai esagerando» mi redarguì maria, ancora con le lacrime agli occhi.
la ignorai e aprii la porta, chiudendola in faccia a tutti gli altri.
«cristallo mio. stai tranquilla, ci sono io con te...» sospirai, posandola con delicatezza sul letto.
preparai dell'acqua tiepida, e gliela misi poco a poco sul viso, vedendola finalmente riprendere più colore.
l'unica cosa che bisognava fare era aspettare e metterla al caldo.
insomma, almeno con me aveva funzionato.
la cambiai e chiamai la reception per avere una coperta più pesante. poco dopo arrivò e la coprii per bene.
infine le lasciai un bacio in bocca e lei si mosse.
«brava piccola mia. vedrai domani starai meglio...»
«non ti lascerò più da sola, te lo prometto» ero molto triste, perché tutto questo si poteva evitare se fossi rimasto a guardarla. mi sentivo in colpa.
sentii un mugolio provenire dalla sua bocca e si iniziò a muovere sempre di più, finché finalmente aprì gli occhi.
«hey cristallo...» le bisbigliai.
non mi rispose, ma mi guardò intensamente.
«stai tranquilla, sei al sicuro ora. riposati» e le lasciai un altro bacio sulla bocca.
«tom...» mormorò.
«ti ascolto, cristallo» la rassicurai, prendendole la piccola manina.
«un ragazzo mi ha baciata, ma giuro io non-» iniziò.
«hey. zitta, so già tutto e stai tranquilla ho detto. ti spiegherò tutto quando starai meglio» e le spensi la luce.
«va bene tom... ti amo. buonanotte» mi sussurrò e si addormentò un attimo dopo.
mi sdraiai di fianco a lei, toccandole il corpo. mi mancava.
stava per sorgere il sole, mi misi però a dormire, ero mentalmente e fisicamente distrutto.
il ritmo del sonno era ormai completamente sballato, ma l'importante era vedere cristal stare bene. quella era l'unica cosa che volevo.

la mattina dopo, o dovrei dire il pomeriggio, dato che quando accesi il telefono erano circa le 14, mi svegliai con qualcuno che bussava con forza.
andai ad aprire e vidi maria.
«è da ore che provo a bussare, ma non senti o cosa? dov'è cristal? come sta?» parlò veloce come un treno, per poco non la seguivo nemmeno.
«ieri sera si è svegliata. sta meglio. ora sta riposando» le dissi, mettendole la mano sulla spalla per rincuorarla. maria era un'ottima amica.
«fammela vedere» disse, spostandosi ed entrando in camera.
la vide sdraiata sul letto e sospirò.
«tesoro mio... la farò pagare a quello che ti ha ridotta così» le disse, sedendosi sul letto, mentre le accarezzava i capelli.
«ordino qualcosa da mangiare in camera» dissi io, mentre maria continuava a parlare con cristal, senza ricevere risposta.
«a me va bene tutto. prendi qualcosa per cristal, magari si sveglia e vorrà sicuramente mangiare» mi avvisò maria, come se non fosse già ovvio.
la porta era ancora aperta, ma mi stupii quando vidi bill, gustav e georg entrare correndo.
«allora? dov'è?!» urlò bill.
«hey amore. si è svegliata la notte scorsa, ora sta dormendo, anche se mi sembra sofferente...» gli rispose maria.
«tom. allora sei riuscito a svegliarla?» disse gustav sorridendomi con speranza.
«beh. io ve l'avevo detto. è stato un gioco da ragazzi...» mi vantai, ma sapevo benissimo che avevo perso almeno trent'anni di vita ieri.
«abbassa la cresta. e io esigo ancora spiegazioni» mi rimproverò bill, riferendosi a ieri.
dopo un po' arrivò il cibo, ma io non mangiai nulla: volevo aspettare che il mio cristallo si svegliasse.
sembravo un palo, non mi muovevo neanche, aspettavo solo lei.
«mangia anche te. cristal si sveglierà dai» disse gustav.
«non ho fame»
aspettai e aspettai, tutti finirono i loro piatti e finalmente cristal aprì i suoi bellissimi occhi.
«buongiorno piccolo cristallo. come ti senti?» le bisbigliai, mentre la baciavo in guancia.
«meglio credo...» e si provò ad alzare.
«ti aiuto aspetta» le tirai su la schiena e la aiutai a mettersi seduta.
mi ringraziò e io le raccontai tutto quello che era successo, mentre lei rimaneva sempre più scioccata.
quando finii di spiegare i fatti, lei si mise a piangere.
«hey hey, finiscila subito. ormai è andata» provai a calmarla.
«mi dispiace per tutto lo stress che ho causato. doveva essere una vacanza tranquilla...» mormorò lei.
anche gli altri la sentirono e iniziarono tutti ad abbracciarla e a rincuorarla.
«se stai bene tu, allora la vacanza è salva tesoro» disse maria.
«già così negativa? è solo il secondo giorno» scherzai io, facendola sorridere.
«vogliamo solo che tu ti riprenda» bill la abbracciò forte.
«non c'è bisogno di piangere. sei al sicuro» esclamarono gustav e georg, facendo un batti cinque.
lei smise di piangere e ringraziò per le belle parole, ma lei si meritava molto di più di questo.
«sei in grado di alzarti?» chiese bill.
«sì. sto molto meglio.» mi sembrava un po' insicura, come se stesse mentendo.
«oggi ci dovrebbe essere un bellissimo tramonto. secondo me dovremmo andare in quel grattacielo dove si vede tutta new york dall'alto» propose maria, che aveva sempre le idee migliori.
«stupenda idea. ci sarà una vista mozzafiato e faremo tantissime foto» disse bill estasiato.
«e poi la mia principessa non si stancherà tanto... vero, cristallo?» le chiesi. ovviamente non volevo metterle del peso addosso.
«certo ragazzi. ci prepariamo e usciamo!» sembrava molto entusiasta.
se lei era d'accordo, allora per me andava bene, quindi accettai la proposta di maria e ci demmo appuntamento per le 18 davanti alla reception.
«grazie veramente tom. come farei senza di te...»
«non ce la faresti. oltre ad essere bellissima, sei così fragile, e ciò ti rende una vittima perfetta» borbottai io, ancora deluso di me per non aver prevenuto il disastro.
«a proposito. prendi questa medicina» le passai il cucchiaio e le diedi lo sciroppo, come quando si fa ai bimbi piccoli.
«posso farti una domanda?» chiese.
annuii.
«mi chiedevo... è ufficiale? intento, la nostra relazione...» disse, notevolmente a disagio, dato che balbettava.
«siamo qualcosa. ma non fidanzati. devo avvisare ancora i fan» sbuffai.
«sì, hai ragione. lascia perdere» mormorò con malinconia.
forse le avevo risposto con troppa arroganza, ma le dissi la verità. insomma, ovviamente la volevo come fidanzata, ma volevo dichiararmi in modo molto più suggestivo, mica in quel momento così casuale. tutto quanto dovrà essere perfetto, quel giorno.
la presi in braccio e la baciai, ma dopo un po' il nostro bacio diventò un intreccio di lingue. ci mancavamo a vicenda.
«quando ti bacio il tuo piercing mi infastidisce, sai?»
«dovrai abituarti. è una caratteristica speciale di me, come i miei stupendi capelli» dissi, mentre sfoggiavo i miei dread.
«mi sono innamorata di te già dalla prima volta che mi chiamasti "cristallo"» mi rivelò, e mi ritornò in mente quel giorno. quando la vidi a scuola, pensavo di essere finito in paradiso, vedendo quell'angelo...
«non ci è voluto niente a conquistarti» la provocai, spingendola sul letto con forza, come per dare inizio ad una lotta amichevole.
«hey!» si arrabbiò e mi lanciò il cuscino, iniziammo così a lanciarci oggetti morbidi e a ridere. finalmente era ritornata come prima e aveva ripreso le forze. vederla così aveva stravolto la mia giornata, e diventai anche io di buonumore.
le feci vincere la lotta solo per pena.
ci vestimmo uguali ed eravamo tenerissimi a mio parere, non glielo dissi, per non sembrare troppo dolce.

ci vestimmo uguali ed eravamo tenerissimi a mio parere, non glielo dissi, per non sembrare troppo dolce

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«io sto meglio comunque» le dissi, mentre la baciavo, mettendole le mani sul fondoschiena.
«no, io sono più bella» ridacchiò lei, pizzicandomi il naso.
«non hai tutti i torti...» le sussurrai, guardandola, pensando a tutto l'amore che avevo ancora da offrirle...

spazio autrice
ecco a voi il prossimo capitolo che aspettavate impazientemente HAHAHAH <3 vi amo tuti😩❤️❤️ leggo tutti i vostri commenti e mi commuovo troppo😭💕💕💕

tutto per te - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora