XXIII

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tornammo in hotel e decidemmo di andare in piscina per festeggiare il tour d'america. l'hotel aveva un bellissimo centro benessere con una piscina all'interno che era ancora aperta, ma molto probabilmente vuota.
indossai il costume il più velocemente possibile e uscii dalla stanza poco dopo, con tom.

indossai il costume il più velocemente possibile e uscii dalla stanza poco dopo, con tom

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«cazzo ti metti gli stracci come costume» mi sgridò tom, continuandomi però a guardare.
«senti, è bellissimo» ribattei io, fissandolo.
«è bellissimo solo perché lo indossi te.» mi disse, baciandomi intensamente.
«ma vedi un po' te questi due. si baciano sempre» esclamò bill, apparendo nel corridoio tutto d'un tratto.
«bill ci stai spiando o cosa?» risi, mentre tom si staccava lentamente da me.
«sì ok, scendiamo ora.» disse tom serio.
incontrammo anche gli altri e arrivammo nella piscina, che era magnifica e suggestiva. era vuota, quindi era tutta quanta a nostra disposizione. eravamo tutti al settimo cielo e ci buttammo in acqua, senza pensarci due volte.
ci divertimmo come non mai, ci schizzavamo e ridevamo come pazzi. amavo stare in loro compagnia più di qualsiasi altra cosa.
dopo tante risate, ci godemmo un po' l'atmosfera.
io mi sedei di fianco a tom, mentre lui mi accarezzava dentro l'acqua calda.
non ci parlavamo, ma non serviva.
alla fine mi misi a cavalcioni su di lui, e lo iniziai a baciare con foga.
«finalmente cristallo» disse, guardandomi con degli occhi innamorati.
continuammo a baciarci e lui teneva le mani strette sul mio fondoschiena, e io sorridevo come una bimba ogni volta che faceva qualsiasi tipo di apprezzamento su di me.
bill, che intanto si divertiva con maria, continuava a ridere di noi e a prenderci in giro.
«attenti a non scopare davanti a noi» io e tom scoppiammo a ridere, e sospirammo quasi arresi.
«io direi lo stesso per voi due» si mise in mezzo gustav, per difenderci.
«io ho sonno ora... la piscina chiude a momenti, forse è meglio andare?» mormorai io, lasciando un'ultimo bacio a tom prima di uscire dall'acqua.
gli altri annuirono e pian piano lasciammo la zona e ritornammo tutti quanti in camera, per dormire.
era stata una giornata piena di accaduti, soprattutto per la band e io non potevo far altro che essere felice del loro successo, assolutamente meritato.
feci una doccia veloce e mi misi il pigiama, mentre tom stava seduto sul divano della camera a guardare il telefono con estrema attenzione.
«tom? sembri concentrato» dissi, affacciandomi a vedere cosa stesse leggendo.
ma non c'erano dubbi: era impegnato a scorrere tra i commenti, che spesso erano cattivi.
«tom... non dare troppa importanza a loro. presto se lo scorderanno» provai a consolarlo, ma sembrava veramente triste a leggere certi messaggi d'odio.
«perché cazzo credono tutti a questa voce delle venticinque ragazze? non hanno nemmeno uno straccio di prova» alzò la voce, dando un calcio alla porta.
«purtroppo funziona così nel mondo della fama... ma non hai bisogno che loro ti credano, tu sai di non averlo fatto. lo capiranno anche loro, prima o poi» continuai a rincuorarlo, e gli misi la mano sulla spalla, mentre lui era abbattuto.
non parlava neanche più, quindi io gli alzai la testa, che aveva abbassato poco prima e lo guardai dritto negli occhi.
«ora vieni a dormire... dimenticati di questa storia» gli presi il telefono con delicatezza e glielo spensi. infine lo posai su uno scaffale, cosicché lui non potesse raggiungerlo.
«grazie per essere sempre al mio fianco» era una frase inaspettata, ma la adorai.
«di me ti potrai sempre fidare, sappilo tom.» lo guardai seria.
si alzò finalmente dal divanetto e si sdraiò sul letto.
«ricordati la pillola» per fortuna me lo disse lui, io mi ero già scordata.
«non voglio bambini a sedici anni» scherzò, ed ero d'accordo con lui.
e dopo aver parlato per tanto altro tempo, ci addormentammo vicini vicini.

tutto per te - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora