XXIX (IV)

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tom's pov
ero seduto al banco, facendo tutto tranne che ascoltare la lezione. infatti, stavo iniziando a preoccuparmi di quel ragazzo che seguiva cristal, anche se a lei non sembrava dare troppo fastidio.
avevo paura fosse uno di quei pazzi.
anche il mio cristallo tornò dal bagno e si sedette di nuovo di fianco a me, quindi le sussurrai:
«cristal, se quello ti da fastidio dimmelo»
lei non rispose, abbassò lo sguardo e fece un accenno con la testa.
ecco, questo non era affatto un buon segno.

quando l'ultima campanella suonò, uscii velocemente dalla classe, lasciando cristal dietro.
era tutto parte del piano. volevo solo vedere se il coglione avrebbe approcciato.
rimasi ad aspettare finché tutti uscirono e il tipo arrivò.
iniziò a seguire cristal e io ero dietro a lui.
non sembrava voler iniziare una conversazione.
ma proprio quando il mio angelo voleva girare, lui si avvicinò e le parlò.
non riuscii a capire cosa si dissero, ma io ovviamente corsi verso di loro per difenderla.
«tu! testa di cazzo, che cosa vuoi dalla mia ragazza? sparisci o ti ammazzo» gli urlai aggressivo.
nessuno rispose, ma lui scappò via.
presi cristal e la baciai, ma poi la sgridai.
«che vuole da te?» dissi geloso.
«non lo so... anche oggi...» mormorò confusa.
«oggi cosa?» insistei.
«quando dovevo andare al bagno era lì ad aspettarmi e ha pure iniziato a dirmi cose»
«quel bastardo...» sussurrai, per poi prenderla dal polso e portarla fino a casa.
la salutai, ovviamente baciandola; e io ritornai da bill.
oggi aveva finito scuola prima per preparare delle robe per il tour. non me ne intendo, é lui che si occupa delle scartoffie.
quando lo vidi, alzai la testa come saluto e lui era chino a leggere un foglio con una sigaretta in mano.
«si fuma fuori» mi lamentai.
«senti chi parla» mi rispose, alzando gli occhi al cielo. non aveva torto, dato che stavo tirando fuori un pacchetto dallo zaino.
mi affacciai a vedere i fogli e sembrava il testo della canzone nuova, sembrava chiamarsi "pain of love".
«cazzo, sembra interessante» dissi, per poi lasciarlo da solo. andai in cucina e presi una birra, poi mi dirisi in giardino e mi rilassai un po', anche se stavo ancora pensando come avrei potuto picchiare quel maledetto senza finire in guai.
quando finii, ritornai dentro e mi misi a provare con bill. lui cantava e io suonavo. per noi era un momento speciale.
quando ci fermammo, bill mi avvisò che l'indomani non saremo potuti andare a scuola.
«spacca» scherzai.

cristal's pov
«cristal! vieni di sotto» mi chiamò mia madre, quindi corsi subito da lei.
scesi le scale e la trovai davanti alla porta di casa.
«da quand'é che tom é così romantico?» rise, prendendo il mazzo gigantesco di fiori che era poggiato sullo zerbino.
mi avvicinai e analizzai i fiori: tom era stato così dolce...
«guarda c'è un bigliettino» si accorse mia mamma, quindi lo presi per aprirlo.
"hey amore, ho una sorpresa per te. domani alle otto incontriamoci al parcheggio vicino scuola
il tuo tom."
amore? non mi aveva mai chiamato "amore"!
non sapevo cosa pensare. ma che cavolo di appuntamento era?
sospirai, ma comunque decisi di presentarmi.
«parcheggio? non mi sembra proprio lui» scherzò mia madre, ma io ci pensavo seriamente.

il giorno dopo mi preparai. non avevo visto tom, a scuola non c'era. probabilmente stava preparando la sorpresa, pensai sognante...

 probabilmente stava preparando la sorpresa, pensai sognante

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tutto per te - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora