XIX

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e così tornammo in hotel, dopo una serata interessante. ma era solo il primo giorno... ci saremo ancora divertiti, e anche molto.
arrivati finalmente in camera, eravamo tutti stremati, quindi ci demmo la buonanotte e ognuno andò in stanza.
«ti sei divertito?» chiesi a tom, mentre si toglieva la maglia.
«abbastanza» rispose lui, lanciandomi quest'ultima.
gliela piegai e la misi dentro la valigia.
«domani che facciamo?» continuò.
«beh, esploriamo la città. abbiamo così tante cose da vedere!» dissi, contenta.
«e la sera? io voglio uscire» chiese un po' scocciato.
«non si può uscire ogni sera, sai?» alzai gli occhi al cielo.
si avvicinò a me senza preavviso, e mi baciò, subito dopo mi disse:
«vorrei scoparti, ma sono troppo stanco»
arrossii un pochino e gli diedi uno schiaffetto amichevole sulla guancia.
«andiamo a dormire su» risposi, prendendogli la mano e lanciandolo sul letto.
per vendetta lui prese un cuscino e me lo lanciò dritto in faccia.
«così impari, stupida» rise lui.
«ma sbaglio o sono un cristallo fragile?» esclamai, lanciandogli il cuscino indietro.
«lo sei quando lo dico io» si difese, facendo spallucce.
si buttò sul letto e io feci lo stesso, salendogli praticamente sopra.
«vedi un po' il mio cristallo» mormorò, lasciandomi un altro bacio.
infine spegnemmo le luci e ci addormentammo in pochissimo.

la mattina dovevamo svegliarci molto presto, ma il piano non funzionò come previsto; infatti, ci svegliammo molto più tardi.
«ma che palle!» dissi io arrabbiata.
«stai tranquilla cristallo. alla fine non abbiamo perso tanto tempo» mi rispose tom, abbracciandomi per darmi il buongiorno.
ci preparammo di fretta e ci incontrammo con gli altri. uscimmo e visitammo la metropoli, che era bellissima.
grattacieli giganteschi, persone che camminavano più veloce del normale e negozi da tutte le parti.
noi eravamo dei semplici turisti, ma per le persone era un giorno come gli altri: infatti, noi facevamo foto per strada, ci godevamo la vista e non correvamo, ma agli altri non sembrava andare bene, e molti ci spingevano.
«veloci! non ho tempo»
«muovetevi»
un signore mi spinse molto forte per passare e tom mi difese, seguendolo:
«oh faccia da culo. non spingere la mia ragazza» era la prima volta che mi chiamava "la sua ragazza", e io ero al settimo cielo.
il signore probabilmente non aveva tempo da perdere con tom, quindi corse via ancora più veloce.
«grazie» gli dissi.
lui sbuffò e continuammo a girare, mentre parlavamo con i nostri amici.
la giornata passò come un treno, e tom mi portò addirittura a fare shopping.
io e tom ci eravamo divisi tra i negozi, e lui mi aveva promesso di comprarmi tutto quello che volevo.
ovviamente la mia intenzione era di non farli spendere tanto.
«compra quello che vuoi. ma non vestiti corti, di quelli ne hai già troppi» mi disse, dandomi una spinta amichevole.
«ma sono i più belli» risposi io.
entrammo in un paio di negozi e io adocchiai qualcosina di carino, ma i prezzi erano esorbitanti. vedevo il cartellino e lo riposavo subito.
«che cazzo cristal. non guardare il prezzo. compra e basta» mi rimproverò, prendendo i vestiti che avevo appena posato.
«ma tom... non voglio farti spendere per queste cavolate» risposi tristemente.
«sono un chitarrista famoso, posso permettermelo» disse, credendosi chissà chi.
«ma cosa dici!»
«sta zitta. compra e stai buona» mi rispose, prendendomi la mano e portandomi di nuovo tra i vestiti.
mi passò alcune magliette.
«ecco. questi ti piacciono?» mi chiese.
osservai le cose, ma non erano proprio adatte a me.
«beh ecco non é proprio il mio stile sai...»
«ci ho provato. vabbè scegli da sola» sospirò.
dopo ore passate tra negozi, finalmente uscimmo e io comprai un paio di cosine.
«ti voglio bene. grazie per tutte queste belle cose» dissi, lasciandogli un bacio sulla guancia.
«mi hai fatto incazzare però.» disse, abbracciandomi e tenendo le sue mani sul mio sedere.
infine mi lasciò un leggero bacio e andammo al ristorante per cenare.
dopo aver mangiato, decidemmo di andare tutti quanti in discoteca. non l'avessimo mai fatto...
era la discoteca più bella e grande che avessi mai visto. era piena di gente e sembravano tutti simpatici.
bill ed io andammo subito a ballare, mentre tom mi guardava con attenzione.

tom's pov
quanto era bella...
ogni suo movimento, ogni sua frase mi facevano innamorare sempre di più.
si stava divertendo, quindi nonostante avessi paura che qualcuno potesse darle fastidio, decisi di andare un attimo via a guardarmi intorno.
incontrai una ragazza di nome sabrina, o una cosa del genere.
era carina, persi con lei un po' di tempo, ovviamente in amicizia. ma dopo un po' iniziò ad essere troppo appiccicosa, quindi le feci capire di smetterla.
«senti, non ti voglio portare a letto, quindi sparisci se vuoi solo scopare» dissi.
«perché mai non vorresti?» rispose lei.
«mi sento con una ragazza. che sicuramente é meglio di te» conclusi, andandomene via.
tornai da cristal, ed era passata ormai mezz'ora dalla mia assenza.
mi si spezzò il cuore...
era con un ragazzo americano, e si stavano baciando animatamente.
bill non c'era.
mi avvicinai a loro due, guardando il ragazzo con odio. aveva appena preso il mio posto.
e cristal... cristal aveva accettato.
«TOM! ECCOTI» mi girai e vidi bill urlarmi.
«cosa sta succedendo qua? chi é quel tipo?» dissi disperato, ma trattenendomi.
«é uno svitato! l'ho visto mettere qualcosa nel drink di cristal e volevo cercarti» mi rispose, con molta ansia.
non ci vidi più. probabilmente ci aveva messo dentro qualche tipo di sostanza per renderla non cosciente.
lo presi per la maglia e lo staccai con forza da cristal.
cristal aveva gli occhi chiusi, e la sentii sussurrare:
«t-tom aiutami» e poi svenì, sdraiandosi sul divano.
bill corse da lei, mentre io lanciai un pugno a quel bastardo.
«che stracazzo hai fatto a lei? cosa le hai messo?» dissi, mentre lui mi lanciò uno schiaffo.
non mi interessò nulla e iniziai a picchiarlo con tutta la forza che avevo.
« figlio di puttana, dimmi subito cosa le hai messo dentro quel cazzo di bicchiere, prima che ti ammazzo» urlai, mentre vedevo il suo naso sanguinare.
anche io avevo delle ferite, ma poco mi importava.
vidi gustav e georg, che mi staccarono dal tipo.
«cazzo fate? aiutatemi» gridai.
«calmati» mi mormorò georg.
infine noi tre lo prendemmo e lo buttammo sul divano, dove cristal era svenuta.
«parla, cosa le hai messo?» dissi, tenendolo stretto per non farlo alzare.
«ecstasy...» sussurrò lui, distrutto dalle botte.
ecstasy. una droga per stupro. quindi cristal era solo una vittima.
«ti spacco la testa» urlai infuriato, provando a dargli un altro pugno, ma gustav mi fermò.
«fermo. passerai dalla parte del torto» disse georg.
«ha drogato cristal. lo ammazzo» ero impazzito.
«fratello. fammi spiegare» disse il ragazzo.
«fratello sto cazzo. cosa vuoi spiegarmi? eh?»
«sono stato pagato per farlo. un mio amico aveva visto la tua tipa e voleva stuprarla.» spiegò.
«che cazzo? chi é? portami da lui»
«fallo finire» mi ammonì gustav.
«prima che la portassi dal mio amico, volevo solo divertirmi. scusa» sembrava sincero, ma era un bastardo e le botte se le era meritate.
«dov'è il tuo amichetto della minchia?»
«non lo so. penso sia andato via» rispose, riprendendo le forze.
tornai piano piano in me, e decisi di lasciare quel ragazzo lì. dovevo svegliare il mio cristallo.
la presi in braccio, e la portai in un posto senza nessuno.

«cazzo cristal. svegliati ti prego» non vi dico nemmeno cosa sembrava. non riuscivo nemmeno a guardarla, mi faceva male.
qualche lacrima mi scese dagli occhi. ero troppo fissato con quella ragazza, mi aveva rubato il cuore. ormai il mio umore dipendeva dal suo.
passarono secondi, minuti e infine ore... dopo almeno due ore, lei non aveva ancora dato segni di vita.
piangevo sopra di lei, tenendola stretta, pregando non so quale dio che si svegliasse e che stesse bene.
arrivarono anche maria, bill, gustav e georg, che erano andati in farmacia a prendere qualche cosa che potesse aiutare cristal a svegliarsi.
«tom... abbiamo preso qualcosa, ma ci metterà tanto a riprendersi. il suo corpo era troppo fragile e l'ecstasy dentro al suo bicchiere era tantissima.»
continuai a piangere, e anche maria iniziò a sua volta.
«cristal... ti prego svegliati, fallo per la tua migliore amica» bisbigliò all'orecchio della mia principessa.
ma nulla, non ci fu nessun tipo di reazione.
non potevamo nemmeno darle la medicina se non si svegliava, stavamo tutti malissimo.
ormai erano le una di notte, e dopo circa cinque ore lei era ancora come prima.
«dobbiamo chiamare l'ambulanza» disse bill, preoccupato come non mai.
«aspettiamo ancora un po'. vi prego» risposi io, ormai balbettando.
«cazzo cristallo. svegliati. non mi fare questi scherzi. svegliati» gridai io, demoralizzato.
lei si mosse, ma non aprì gli occhi...
continua...

spazio autrice
come finirà? la storia sta per finire, penso che fra 6/7 capitoli concluderò💘💗
spero vi piaccia ❤️❤️

tutto per te - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora