XXVI (I)

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inizio seconda stagione

era finita. tom ormai non dava più segni di vita, e i giorni continuavano a passare, noi eravamo al culmine della disperazione. nessuno parlava più, nessuno rideva più, nessuno usciva più. tutto quanto girava attorno al telefono di bill, tutti aspettavamo solo una semplice chiamata dall'ospedale, che ci desse una notizia su tom.
chiamammo per chiedere se potessimo passare a vederlo, ma l'ospedale rifiutò, dicendo che saremo dovuti andare fra qualche giorno...
io ovviamente non smettevo di piangere. non lo vedevo più di fianco a me a letto, non sentivo più la sua risata e le sue battute spesso stupide, non vedevo più i suoi succhiotti sul mio collo. mi mancava come l'ossigeno.
il viaggio a new york fu un totale fiasco, ma dovevamo prolungare la nostra visita, dato che tom non si sarebbe mai svegliato entro la nostra partenza, e se mai fosse successo, nonostante l'improbabilità, non si sarebbe comunque ripreso in tempo.
avevamo insieme deciso di rimanere un'altra settimana, sperando tutto quello che potevamo sperare che questo inferno sarebbe finito presto.

stavo sul letto a scrollare il telefono, quando qualcuno piombò in camera mia. era bill che piangeva.
«cristal! cazzo» disse urlando e avvicinandosi a me.
alzai lo sguardo dal telefono e lo squadrai.
«quell'ospedale di merda ha chiamato» gridò, attirando così la mia attenzione.
mi misi subito in piedi e andai verso di lui, preoccupata.
«cosa hanno detto?!»
«non ho capito una parola di quello che hanno detto, solo che dobbiamo andare là. tipo subito» mi disse, e poi mi ordinò di cambiarmi.
ovviamente non persi un secondo e mi vestii veloce come il vento.

corsi fuori dalla stanza e andai dagli altri, che erano pronti per andare da tom, anche se eravamo tutti spaventatissimi

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corsi fuori dalla stanza e andai dagli altri, che erano pronti per andare da tom, anche se eravamo tutti spaventatissimi.
«ma la dottoressa come ti sembrava? triste o felice?» provai a chiedere a bill, perché volevo capire se dovevo morire d'infarto o meno.
«non lo so, ok?» disse, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo, ma non mi offesi. era ovviamente in pensiero per il suo amato gemellino.
fummo velocissimi e finalmente eravamo di nuovo davanti a quell'ospedale, e ci fiondammo dentro.
«buon pomeriggio, ragazzi. siete qua per il paziente tom kaulitz?» chiese un'infermiera, appena ci vide entrare nel reparto dell'ultima volta.
facemmo tutti un accenno con la testa e l'infermiera sospirò.
«purtroppo, il caro ragazzo sta perdendo le sue condizioni stabili» disse, provando a sembrare il più carina possibile.
«che cosa vuol dire?!» urlò bill.
«non è mia competenza parlarne. presto arriva il medico del paziente. potrete chiedere a lui» poi ci lasciò lì, come dei fessi.
ci guardammo a vicenda e maria scoppiò a piangere, io invece provai a trattenermi.
«eccovi ragazzi, che bello tutti qui riuniti» arrivò poi il dottore, che provò ad essere simpatico, ma secondo me fallì miseramente.
«non siamo riuniti senza tom. come sta?» disse gustav.
«insomma... quel povero ragazzo non è messo bene per ora...» farfugliò in modo poco professionale.
«ci spieghi meglio!» sbraitai io, arrabbiata.
«il suo battito cardiaco ha iniziato a peggiorare stanotte e...» continuò, gesticolando freneticamente.
«noi proviamo a fare di tutto, ma non la vedo messa bene» dopo questo ovviamente iniziai a piangere.
«signorina... ripeto, facciamo quello che possiamo. ora potete andare da lui se tanto desiderate» mi disse, mettendomi la mano sulla spalla, mentre io continuavo a singhiozzare come una bimba.
alla fine tutti noi entrammo nella sua stanza, e io ormai non ce la facevo più.
nessuno era riuscito a trattenere le lacrime, vedendolo sul quel letto, sofferente.
io neanche ebbi il coraggio di avvicinarmi, e quando lo vidi, scappai via.
non sapevo nemmeno perché, probabilmente ero semplicemente troppo scioccata.
feci qualche respiro profondo per mantenere la calma e mi sedei su una delle poltrone in sala d'attesa.
quando mi tranquillizzai, gli altri uscirono.
«cristal, dai vai dentro...» mi disse georg, triste come non mai.
lo ascoltai e rientrai nella stanza buia.
era vuota, non c'era nulla di interessante se non il letto e gli apparecchi per controllare il paziente. poi ovviamente c'era lui...
aveva gli occhi chiusi ed era sotto le coperte. il suo viso non sembrava essere messo bene, infatti era pallido e aveva un leggero broncio, che indicava la sofferenza di quello che tom stava passando.
mi sedei sul suo comodo letto, e lo guardai, lo guardai con così tanto amore e con così tanta speranza...
poi gli toccai la fronte con leggerezza e mormorai:
«tom. senza di te non riesco più a sopravvivere...»
ovviamente nessuna risposta da lui, e nemmeno dal suo corpo.
«mi manchi così tanto che non riesco nemmeno a descrivertelo. ti prego, ritorna da me... ti prego» continuai, non accettando la sconfitta.
mi sembrò che avesse mosso la testa leggermente, ma sicuramente era solo una stupida impressione, dato che mi sognavo il suo risveglio la notte.
«cazzo tom, non lo capisci che senza di te non ce la faccio più?!»
quella volta era palese. si era mosso veramente! aveva girato la testa verso di me.
urlai dalla felicità e continuai a dirgli frasi per incoraggiarlo a muoversi di più.
dopo un po' di chiacchiere tra me e il suo inconscio, uscì un rumore dalla sua bocca, come un mugolio.
«sì bravissimo tom. sono qua con te. svegliati» continuai io, imperterrita.
tutto il mio impegno servì a qualcosa... continuava a muoversi lentamente, ma infine fece quello che aspettavamo tutti da giorni.
finalmente rividi quegli occhi marroni.
finalmente li aveva aperti.
erano ancora socchiusi, ma ormai si era svegliato, e il mio cuore aveva subito ricominciato a battere di felicità, mentre però scoppiai a piangere dalla felicità.
«tom... dimmi che stai bene» pregai, alzando il volume, cosicché lui mi sentisse.
non rispose, ma lo vidi fare un cenno con la testa.
«tommy aspettami qua. vado a chiamare i medici. rimani con gli occhi aperti stella» dissi, mentre lo accarezzavo prima di uscire per avvisare tutti quanti.
«tom si é svegliato!» urlai, piena di gioia.
bill si girò e mi guardò come se non ci credesse, stessa cosa gli altri.
«stai scherzando? ti prego dimmi di no» chiese maria.
«no! andate a salutarlo! vado ad avvisare il dottore» dissi, commuovendomi.
non se lo fecero dire due volte e corsero tutti verso la stanza di tom, e io trovai il medico.
«signore. tom... tom... si é... svegliato» non riuscivo neanche a collegare la frase senza balbettare, ma il dottore mi capì e corremmo entrambi verso la camera.
«vi sono mancato eh? non valete nulla senza di me» addirittura si era già così tanto ripreso, che aveva anche ricominciato a fare le sue battutine.
«com'è possibile...» mormorò a bassa voce il medico.
«signore. io ho parlato con tom mentre lui non era cosciente» provai a spiegargli.
«sentivo ogni tua parola, cristallo...» disse tom, abbassando il tono di voce, probabilmente già stanco di aver parlato.
«quando potrà essere dimesso?» chiesi entusiasta.
«dovreste uscire, devo fargli un controllo e poi vi potrò dire.» lo ascoltammo e uscimmo, aspettando poi il suo ritorno.
quando uscì dalla stanza sembrava molto contento e anche noi eravamo finalmente tornati più vivaci.
«sta molto meglio cari. dategli qualche giorno, fra cinque giorni potremo farlo finalmente uscire»
eravamo tutti al settimo cielo e il dottore ci spiegò brevemente che la mia voce era stata di indispensabile aiuto per il risveglio di tom.
infine si avvicinò a me e mi bisbigliò:
«devi essere sicuramente di molta importanza per lui. oserei dire... vitale importanza» e mi sorrise, per poi andarsene.
non potevamo più parlare con tom, ma eravamo lo stesso contenti come non mai.
«cazzo ragazzi, l'avevo vista brutta» rivelò georg.
«tom é tosto, ma devo ammettere che avevo una paura matta» rivelò bill.
continuammo a parlare, mentre tornavamo tutti in hotel.
io avvisai anche mia madre, che negli ultimi giorni mi chiamava sempre per avere notizie di tom, che a detta sua era diventato un "membro della famiglia".

«tutto é bene quel che finisce bene!» esclamò mia mamma dal telefono.

spazio autrice
spero vi piaccia 💗💋 scusate il ritardo, ma avevo un po' di cose da studiare, finalmente ora le verifiche sono finite, quindi posso portarvi tante parti 🫶🏼🫶🏼 ci vediamo al più presto ❤️ vi voglio tanto tanto bene 😉💕💕

tutto per te - tom kaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora