ambiguous;

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Il signor Woo entrò in sala seguito da due uomini di grossa taglia.
Erano alti almeno 2 metri ciascuno, entrambi privi di capelli e grassi. Molto, grassi. Per farla breve, meglio non avere problemi con tipi come loro.

L'uomo in questione invece, era poco più basso di loro, ma molto, molto più bello. Innie non si sbagliava affatto.
Aveva il viso snello e allungato, due occhi a mandorla sottili e attenti, le sue labbra fini erano aperte in uno strano sorriso, una specie di ghigno.
I capelli erano di un castano molto scuro, che con le luci offuscate della stanza tendeva al nero, ed erano ordinati e pettinati con del gel.

Il completo che indossava non era impegnativo, comprendeva una semplice camicia marrone e dei pantaloni che andavano a richiamare il colore dei mocassini neri.
Non portava nemmeno accessori costosi. Solo una catenina al collo.
Non era esattamente un outfit da ricco sfondato, direi.

Era un uomo aitante, slanciato, anche molto attraente. Appena mise piede lì dentro, molti si voltarono verso di lui per guardarlo.
Possedeva un'aura enigmatica, veemente, tutti gli occhi erano puntati su di lui. Un po' per la sua bellezza, un po' per la sua reputazione.
Era un miliardario, possedeva parte della grande Banca di Corea, e non era una cosa da poco. Tutti volevano avere a che fare con lui, e non li biasimavo.

Ma, c'era un ma.
Sentivo qualcosa di strano.
C'era, qualcosa di strano.
Ero sicuro al cento per cento che anche il bel ragazzo e il suo amico fossero rimasti folgorati da lui e dal suo fascino, così detti un'occhiata per accertarmene, ma rimasi stupito.
Era tutto il contrario.
Nei loro volti sembrava esserci rabbia, determinazione, rancore. Mi fecero paura. Non capii il motivo.
Sembrava che lo conoscessero, ma non lo credevo possibile. Parevano due semplici ragazzi, perchè avrebbero dovuto conoscere un uomo così importante come il signor Woo? Io nemmeno sapevo chi fosse, prima di questa notte.

Forse le mie erano solo sensazioni, paranoie, ma la situazione era alquanto strana.
Sapevo che non erano affari miei, ma ero preoccupato per quei due, se potessero mettersi nei guai. Se lui potesse mettersi nei guai.
Così mi girai verso i miei amici, volevo parlargliene, ma Jeongin mi battè sul tempo.
<Sapete che spero scelga me, ma Lix, ti ha già messo gli occhi addosso.> disse il minore, quasi eccitato.
<Cosa?> risposi. Poi capii.
Stavo pensando ad altro prima di accorgermene, ma il signor Woo mi stava guardando.

Era uno sguardo talmente malizioso, ammiccante, che mi fece schifo. Di solito sguardi del genere non mi facevano quell'effetto, anzi ne avevo ricevuti anche di peggio. Forse dipendeva dal fatto che fosse un uomo troppo grande rispetto a quelli con cui andavo di solito, mi sentivo a disagio.
A quanto ne sapevo doveva avere 40 anni, probabilmente anche di più.

<Forza ragazzi, venite con me.> ci richiamó Jae hyung.
Ci alzammo, e lo seguimmo per andare a salutare l'ospite.
Nel frattempo tutti avevano smesso di ballare e le canzoni in sottofondo rimbombavano a vuoto, l'attenzione era su tutt'altro.
Il proprietario era talmente felice che sembrava aver vinto alla lotteria.
<Signor Woo! Che piacere averla qui!> salutó, facendo un piccolo inchino non appena si ritrovó davanti a lui.
<Salve Choi Jae, il piacere è mio. Girano ottime voci sul tuo locale. Volevo vedere io stesso se fossero vere.> disse lui con un sorriso, finto, e con ancora un pizzico di malizia riservata tutta per me.

<Ne sono felice. Ecco, loro sono i "Fake". I loro nomi sono->
<Si, conosco già i loro nomi.> disse il signor Woo, interrompendo la presentazione di Jae e facendo un passo in avanti verso di me, ignorando del tutto i miei amici.
Adesso la distanza tra noi era diminuita, e ora capivo perchè Jisung fosse tanto contrariato all'idea che quell'uomo venisse qui.

Era bello, si, ma ambiguo.
Non sembrava un tipo affidabile.
Era questo il motivo per cui Jis si rifiutava di andare a letto insieme a lui nel caso in cui fosse stato scelto.
I suoi occhi oltre ad essere attenti, sembravano spietati, cattivi.
Mi voltai verso il mio amico, preoccupato, anche lui sembrava star pensando lo stesso. Al contrario di Innie, che invece avrebbe voluto che il signor Woo, quel passo in avanti lo avesse fatto verso di lui e non verso di me.

L'uomo alzó il mio mento col suo indice, facendo inclinare il mio viso in direzione del suo, per scrutarmi meglio.
<Tu devi essere Felix, o meglio, Lixie, non è così?> mi domandó, anche se ero certo che già sapesse la risposta.
<Si, sono io.> risposi, percependo tutti gli occhi dei presenti su di noi.
Sfoggió di nuovo quel suo sorriso a labbra chiuse, finto. Io iniziai a sudare, sentendomi in difficoltá.
Non volevo che mi scegliesse.
Non volevo essere io quello a soddisfarlo, quella notte.
Mi faceva schifo.

Cercai lo sguardo di Jis, nella speranza di un aiuto che sapevo non potesse darmi.
Così li ripuntai su quelli dell'unico uomo davanti a me, che parevano rossi dalla tanta ostilità.
Mi sentivo impotente.

Partendo dal mento, accarezzò il mio pomo d'adamo con quello stesso dito, scendendo giù, verso la spalla. Con la mano proseguì per tutto il braccio, per poi fermarsi al polso, afferrandolo.
Diversi brividi di disgusto percorsero la mia pelle.
Vidi Jeongin osservare la scena con sguardo eccitato, forse anche un po' invidioso, ma sono sicuro che se avesse visto gli occhi perversi di quell'uomo da così vicino, gli avrebbe fatto ribrezzo.

Avvicinó le sue labbra al mio orecchio, sussurrando.
<Tu adesso vieni con me.>
Non reagii a quell'invito, anche se sembrava più un ordine, ma mi limitai solo ad obbedire e a seguirlo verso i bagni.








angolo scrittrice

eccomiii

spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento, fatemi sapere eh <3

-auro

𝐬𝐢𝐧𝐧𝐞𝐫𝐬 || ʜʏᴜɴʟɪxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora