Capitolo III

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Renzo e l'avvocato Azzecca Garbugli

Dopo aver annunciato la brutta notizia, Lucia sconvolta cercava di trovare le parole spiegare i precedenti con Esposito. Agnese nonostante fosse ansiosa di sentir parlare la figlia, non riuscì a trattenersi dal rimproverarla per non averle raccontato I vari avvenimenti
"Perché non mi hai detto nulla?"
Lucia asciugandosi le lacrime rispose "Ora vi racconterò tutto per filo e per segno"
"Su dai! Parla, parla" dissero in coro la madre e Renzo.
"DIO MIO! Ma come è potuto succedere tutto questo?"
e così Lucia raccontò di come pochi giorni prima, mentre era intenta a finire di sistemare le ultime cose in cucina, G. Esposito si avvicinò come suo solito per scambiare due chiacchiere, se non fosse per delle battutine di poco gusto... Lucia lo ignorò e con permesso cambio stanza. L'accaduto avvenne una seconda volta, Lucia però tormentata decide di parlarne con qualcuno: Fra Cristoforo.
Andandosi così a confessare raccontò per filo e per segno la vicenda. Sentito il nome di Fra Cristoforo, Maria si tranquillizzò, "Perché non hai raccontato tutto anche a me?" Lucia aveva diverse ragioni per non raccontare alla madre I vari avvenimenti ma decise di dirle soltanto:
"Non volevo farti preoccupare o spaventare..." "quanto a te, ti sembra una cosa che potevo dirti?" disse lucia riferendosi a Renzo.
"E che t'ha detto il padre?" chiese Maria.
"M'ha detto di affrettare le nozze al più presto e non uscire, così che lui, non vedendomi non presterebbe più attenzione a me. Fù allora che ti pregai di anticipare le nozze"
fece giusto in tempo a finire la frase che scoppio in lacrime. Nel mentre Renzo urlava, girando peer l'appartamento, parole poco gentili nei confronti di G. Esposito.
Il giovane si fermò di fronte a Lucia che piangeva e in tono dolce ma ancora infuriato disse:
"Gliela farò pagare una volta per tutte".
"NO RENZO!" gridò Lucia "per l'amor del cielo il Signore aiuta tutti, come potrà aiutare se facciamo del male"
"Dai Renzo non c'è n'è bisogno"
"Renzo disse Lucia, decisa e speranzosa, ora più tranquilla
"Abbiamo entrambi un lavoro, il tuo sicuramente più stabile del mio, insieme possiamo andare molto lontano e persino scappare affinché lui non sappia più di noi."
"Si certo, e poi? Nessuno di noi ha l'autocertificazione! Se l'avessimo... oh beh"
Lucia ricominciò a piangere mentre il silenzio piombava nella stanza; l'abbattimento pesante sulle loro spalle si poteva quasi percepire.
"Sentite cari, date retta a me" disse dopo un po' Maria "Di anni ne ho un bel po' in più di voi e sò come gira il mondo, non c'è da preoccuparsi più di tanto, a noi la questione sembra tanto contorta ma conosco qualcuno in grado di risolverla. Si chiama Dottor Azzeccagarbugli o almeno così viene chiamato, il suo studio a Lecco. Non ricordo il suo vero nome ora che ci penso... ma non lo troverete, è alto, un po' sciupato, pelato, il naso rossastro e ha una voglia sulla guancia."
"Ah si, sò chi è" disse Renzo
"Bene" continuò Maria "Ne ho vista di gente inguaiata andata dal Dottore e aver risolto tutti I problemi, uscendo ridendo dallo studio. Portategli un pensiero però che fà sempre piacere."
Renzo e Lucia furono entrambi entusiasti dell'idea e l'approvarono.
Giorni dopo Renzo riuscì ad ottenere l'autocertificazione e, una volta che Maria preparò una bella ciambella e un barattolo di confettura fatta in casa e dati a Renzo quest'ultimo partì per lecco.
Quando giunse d'innanzi allo studio provò un senso d'imbarazzo dato dal lussuoso palazzo posto davanti a sè che portò con sé tutti i discorsi precedentemente preparati nella sua mente.
Dopo un po' Renzo si fece coraggio e bussò, ad aprirgli fù la domestica alla quale consegnò I "doni" portati, quest'ultima dopo averli presi li fece strada per lo studio del Dottore.
Renzo busso alla porta, e dopo aver ottenuto il permesso entrò, "Buongiorno Dottore" il Dottore a sua volta rispose "Buongiorno, prego si accomodi".
Lo studio era largo e per illuminato da grandi finestre, alle spalle di una scrivania colossale di legno scuro sorgeva una libreria stracolma di libri ben rilegati, libretti, librini e scartoffie.
La scrivania posta al centro della stanza accoglieva su di essa, tanti fascicoli diversi, timbri, lettere e chi più ne ha più ne metta. Le pareti erano rivestite di carta da parati mal attaccata, leggermente scollata agli angoli, abbellita inoltre da qualche macchia di umidità. Nonostante al primo sguardo quello studio sembrasse sfarzoso, celava in realtà un aspetto trasandato, lasciato nelle mani del tempo.
Il Dottore, vestito con una camicia bianca e dei bei pantaloni neri che lasciavano ben intravedere un paio di pantofole dalla dubbia età e con indosso una mascherina, chiuse la porta e fece per accomodarsi.
"Mi dica Signor...?" "Tramaglino" rispose Renzo
"Tramaglino" ripeté il Dottore "Come mai siete qui?"
"beh... poco tempo fa la mia compagna e stata molestata sul luogo di lavoro dal suo datore. Vorrei sapere cosa posso farli per sporgerli denuncia"
Il Dottore allora prese parola "Caso serio, brutta storia, spero che ora la sua compagna stia bene, che lavoro fa chi e il suo datore?"
"Fà la colf per il Signor Gabriele Esposito; ha una villetta..."
"Non posso mettere mano a questo caso" rispose serio il Dottore senza lasciar finire la frase a Renzo.
"Cosa? C-C-Come mai Dottore?" "Non ci sono prove evidenti, inoltre anche se la sua campagna fosse qui, non basterebbe come prova. Ora se non le dispiace, ho un cliente a breve." il Dottore si alzò subito dopo ed esortò Renzo ad andarsene, aprendoli la porta.
"Ma come... e se gli portassi le prove?" non ebbe neanche il tempo di finire la frase che si ritrovò al di fuori dello studio, la porta sbattuta in faccia e la domestica alle sue spalle gli chiedeva in maniera calma e risoluta di togliere il disturbo, ridandoli I doni precedentemente offerti. Renzo infuriato riprese gli omaggi e si mise in viaggio per casa, e una volta ritornato raccontò il tutto a Maria e Lucia.

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