Capitolo XIV

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Renzo al locale della Luna Piena

Vi era molta gente seduta nei dei tavoli e su un lungo bancone che occupava la maggior parte di spazio della stanza; c'era di tutto: tovaglie, piante, carte volanti, dadi e bicchieri, sui tavoli si vedevano anche alcuni soldi. Il chiasso era potente. C'era un solo cameriere che andava avanti e indietro servendo alcuni tavoli in quel locale che avrebbe dovuto essere chiuso causa della pandemia, ma che invece era strapieno di gente che non rispettava le norme di sicurezza Covid-19.
Il proprietario sedeva su una piccola segga vicino al camino, sembrava dare retta solo al fuoco che ardeva ma in realtà era attento a tutto ciò che gli accadeva intorno. al rumore della porta che si aprì, il proprietario si avvicinò ai nuovi arrivati e pensò tra sé e sé -maledetto- -vieni sempre nel mio locale quando meno lo vorrei-, l'uomo notò poi la presenza di Renzo, e dandogli un'occhiata pensò -non ti conosco, ma vedendoti con un tale soggetto, capirò che tipo sei dalle tue parole-.
"Cosa ordinano questi signori?" chiese il proprietario ad alta voce.
"del vino della casa, grazie" disse Renzo "E poi qualcosa da stuzzicare".
Dopo aver detto ciò si accomodò a un tavolo dove gli fu versato da bere. e appena fu riempito anche l'altro bicchiere, se lo bevve tutto in un sorso.
"Cosa c'è da mangiare invece?" disse Renzo al ristoratore.
"Abbiamo dello stufato, vi va bene?"
"Si, si, lo stufato andrà bene."
"Arriva subito allora" disse il proprietario a Renzo, poi si rivolse al cameriere.
"Servite questo ragazzo".
E in fine si avvio verso il camino, si ricordò tuttavia di una cosa e tornò perciò immediatamente da Renzo
"Mi spiace, ma non abbiamo del pane". Renzo sorrise al locatore e disse:
"Per il pane non si preoccupi, ci ho già pensato prima", il ragazzo tirò fuori dalle tasche le ultime fette di pane e inizia ad urlare:
"Questo è il pane della sopravvivenza!". Tutto il locale si voltò verso Renzo e iniziarono ad esultare con lui: "Viva il pane della sopravvivenza a buon mercato!"
"Ma che buon mercato!? Questo pane me lo sono guadagnato io!"
"Bravo, bravo!"
"E inoltre, vorrei precisare una cosa" iniziò Renzo "Non vorrei si pensasse male di me perché io questo pane non l'ho rubato, ma anzi se potessi trovare il padrone glielo restituirò"
"Bravo, bravo!" urlò la folla.
"Credete che io scherzi. Ma è proprio così" disse Renzo "Vedete com'è stato ridotto, tutta la folla durante la rivolta, l'ha schiacciato" e subito diede quattro morsi al pane per poi bere il secondo bicchiere di vino "Questo pane non vuole scendere giù. Non ho mai avuto la gola così secca"
"Preparategli una stanza" disse l'uomo di fianco a lui
"Volete dormire qui?" chiese il locatore a Renzo
"Certo" rispose Renzo "Basta che le lenzuola siano pulite, scusatemi ma sono fissato con l'igiene e la pulizia"
"Ohh.. in quanto a questo" il proprietario andò al bancone per prendere carta e penna per poi tornare da Renzo
"Cosa vuol dire questo?" chiese Renzo ingoiando l'ultimo boccone di stufato "E il lenzuolo pulito questo?" il locatore posò sul tavolo carta e penna e disse:
"Mi fate il piacere di dirmi il vostro nome e cognome e il luogo di nascita?"
"Cosa..? Cosa c'entra questo con il letto?"
"Lo so, ma è il mio dovere" disse il locatore guardando Renzo in viso "Siamo obbligati a chiedere informazioni personali a tutti i clienti"
"Sareste obbligati pure a chiudere teoricamente" disse Renzo svuotando un'altro bicchiere, poi un'altro e un'altro ancora "Ah..ah.. Io sono colui che ne sa di legge!"
"Vede che dico davvero" disse il locatore guardando il compagno di Renzo, esso mostro sul telefono la legge di cui stava parlando
"Ah...ecco" disse Renzo finendosi un'altro bicchiere di vino riempito nuovamente, con l'altra mano invece indicò il telefono
"Ecco, quell'immagine! Ne sono felice!" disse Renzo "Questo significa che tutti devono ubbidire, così finalmente andrà dietro le sbarre quel maledetto Gab-.. vabbè so io chi. Quando un documento simile a questo farà sposare un innocente uomo con la sua promessa donna innocente, così contenta di sposarlo, solo in quel momento le dirò il mio nome; e se uno dei suoi sottoposti che sono in suo comando ha altri sottoposti.." non fece in tempo di finire la frase che un gesto brutale lo fece bloccare ma poi riprese la parola "Se un suo sottoposto vuole sapere dove mi trovo per farmi chissà cosa, allora mi domando proprio se la politica o meglio la legge venisse ad aiutarmi. Devo dire le mie cose?Va bene, allora io sono venuto qui a Milano per confessarmi supponiamo, ma insisto nell'essere confessato da un padre cappuccino e non da un proprietario di un locale". Il proprietario stava zitto e ostinava a guardare la persona accanto a Renzo, la quale restava impassibile. Renzo si riempì ulteriormente un'altro bicchiere e proseguì: "Ma ti do ragione caro il mio proprietario, che ti convincerà. Molti di quelli che parlano bene, a nome di persone per bene, non contano tanto meno di coloro che parlano male. Quindi levati dalla testa tutti questi imbrogli e porta invece un'altro fiasco, perché questo è fesso." Così dicendo, seguì il discorso scrocchiando le nocche "Lo sente questo?Lo sente come scrocchia?" Anche questa volta Renzo a poco a poco aveva attirato l'attenzione su di se di coloro che gli stavano attorno e per l'ennesima volta fu applaudito.
"Quindi cosa dovrei fare?" disse il locatore, guardando lo sconosciuto che per lui non era.
"Via, via" gridarono molti in quel locale "Ha ragione lui! Sono tutti dei tranelli! Noi vogliamo una nuova legge!". In mezzo a tutte quelle grida, lo sconosciuto, diede un'occhiata al locatore come se lo volesse rimproverare e disse:"Dai ragazzi lasciatelo fare, non fate delle scenate"
"Ho fatto solo il mio dovere" disse il locatore con un tono possente e poi disse tra sé e sé -Tanto adesso non devo preoccuparmi di nulla, sono al sicuro visto che ho fatto il mio dovere di chiedere le generalità di quel ragazzo-.
Renzo ringraziò l'uomo che lo aveva portato lì e tutti coloro che avevano preso le sue parti "Grazie a tutti" disse "Allora c'è ancora qualcuno che ha un'animo da gentiluomo che ancora si sostengono e si danno la
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mano" poi distese la mano destra verso il tavolo ed esclamò: "Che bella cosa! Le persone che governano il nostro povero mondo vogliono mettere tutto per iscritto e con le leggi vogliono regolare gli aspetti della società"
"Ehi campagnolo! Vuoi sapere il perché?" disse un'uomo in quel locale che stava giocando e che non perdeva mai con le carte.
"Dimmela allora" disse Renzo
"Tutte quelle persone che hanno tanto da mangiare, anzi per semplificarti la cosa faccio l'esempio delle oche ok? Tutte queste persone che ne mangiano così a volontà poi alla fine rimangono con tante penne d'oca, non sapendo cosa farsene, le usano per scrivere. Questa è la dura verità." tutti risero alla battute vecchio stile dell'uomo.
"Tò! Ma guarda un po'" disse Renzo "Abbiamo un poeta fra noi." "Ma il vero motivo lo dico io" aggiunse "Visto che le penne le tengono in mano loro, le parole che dicono loro, volano al vento come quest'ultima, invece le parole di una povera anima subito le ascoltano e le mettono per iscritto su un pezzo di carta, così da poterle usare contro di loro al momento opportuno. Poi hanno un'altra furbizia. Quando vogliono imbrogliare queste povere persone che non hanno potuto studiare ma hanno almeno un po' di cervello" per farsi capire meglio, si toccava la fronte con un dito "E poi si accorgono che riescono a intuire l'imbroglio, buttano a casaccio qualche parola sulla politica, così da confonderli. Ma ora basta. Bisogna cambiare il sistema" "Tutto ciò che è stato detto fino ad adesso non verrà scritto da nessuna parte". Intanto alcuni si erano messi di nuovo a giocare, il locatore badava gli uni agli altri, nel frattempo, l'uomo affianco a Renzo non vedeva l'ora di andarsene, però prima voleva scambiare ancora due chiacchiere con Renzo. Si voltò verso di lui e riattaccò il discorso del pane fino a quando non gli venne fuori il suo progetto :"Sai cosa, se qui comandassi io, le cose si farebbero in modo diverso"
"E come vorreste fare?" disse Renzo guardando con gli occhi lucidi più del normale per colpa del vino e storcendo un po' la bocca come per stare più attento
"Come farei?" disse l'uomo "Vorrei che il pane o qualsiasi altro alimento oppure le varie norme di sicurezza come mascherine c'è ne sia abbastanza per tutti."
"Sono d'accordo" disse Renzo
"Farei un prezzo ragionevole così che tutti se lo possono permettere senza problemi no?Cosi da distribuire tutto in proporzione al numero delle persone, per gli alimenti, con la presenza di ingordi e buon gustai che vorrebbero tutto soltanto per loro e prendono il di più che potrebbe essere dato ad altra gente e che non lo usano per sfamarsi. Magari dare dei bonus online ai fornai e ai supermercati. Tipo a me dovreste lasciarne uno: Ambrogio Frisella, professore e maestro di scherma con una moglie e quattro figli in casa da sfamare."
"Lorenzo Pecorino" disse un ragazzo lì che era interessato all'offerta
"Benissimo" disse lo sconosciuto "Avete moglie o figli?"
"Dovrei, ma non riesco a trovare una moglie"
"Quindi siete solo. Avrete la vostra offerta comunque ma sarà più piccola"
"Mi va bene, ma se trovassi moglie poi?"
"In quel caso la alzeremo" disse lo sconosciuto alzandosi
"Perfetto. Perché la legge non la fanno così ?" disse Renzo continuando sbattendo un pugno sul tavolo.
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"Che vuole che le dica? Ora vi auguro una buona serata e me ne vado, credo che mia moglie e i miei figli mi stiano aspettando."
"Ma no dove va! Venga a bere ancora un po'!" gridava Renzo riempiendosi di fretta e furia un'altro bicchiere e una volta che si alzò fu preso per un lembo della giacca e lo rotava per farlo sedere di nuovo.
"Dai.. ancora un po'"
Ma l'amico di liberò con uno strattone e lasciando Renzo con aria di rimprovero disse di nuovo "Buona serata" e se ne andò.
Renzo però insisteva ancora a rimanere anche se ormai lo sconosciuto era in mezzo alla strada . Si rimise seduto sulla panca. I suoi occhi si soffermarono sul bicchiere pieno di vino che aveva riempito e vedendo passare il cameriere gli fece cenno di fermarsi, come se dovesse comunicargli un'affare. Poi gli accennò il bicchiere e con una pronuncia lenta e solenne, pronunciando distintamente le parole in modo particolare disse:
"Ecco.. l'avevo preparato per quell'uomo. Guardatelo... è pieno. Ma non l'ha voluto.Lo sa, molte volte le idee delle persone sono davvero curiose. Non ho colpe. Ma visto che ormai il bicchiere è pieno non bisogna lasciarlo così"
una volta detto ciò lo prese e lo finì in un sorso
"Bene, ho capito" disse il cameriere
"Avete capito?!" disse Renzo "Che bello. quindi è vero. Quando la verità è giusta.."

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