Capitolo IV

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La storia di Padre Cristoforo

Padre Cristoforo esteticamente ricordava molto un uomo sui 60 anni che sui 50. Il suo capo era pelato salvo la piccola pelata di capelli, la barba era bianca e lunga fino a coprigli le guance e il mento. Da tempo il suo volto aveva ormai uno sguardo più severo (presentava degli occhi cadenti verso il basso) a causa del digiuno.
Esso non era sempre stato Cristoforo: il suo nome di battesimo era Ludovico e in origine era figlio di un benestante che negli ultimi anni grazie ai beni che possedeva aveva rinunciato al lavoro e conduceva una vita più signorile. Quest'ultimo diede al figlio un'educazione coi fiocchi, assegnandoli i miglior docenti (letteratura) e morì lasciando il figlio ricco e giovane.
Ludovico nonostante fosse cresciuto con una buona educazione, quando volle entrare nell'ambito facoltoso notò delle abitudini ben diverse da quelle apprese, quindi, dovette apprendere nuove abitudini. Ma questo modo di vivere non coincideva né con la cultura e né con l'educazione di Ludovico. Egli si allontanò, non accettando il comportamento dei nuovi compagni. Il suo istinto lo portò a sfide più complesse; sentiva un orrore crescere dentro di sé, per la prepotenza e gli abusi di potere. Questo orrore lo rese ancora più vivo dalle persone che lo commettevano ogni giorno, tra questi c'erano coloro che portavano ancora rancore. Ludovico prendeva spesso e volentieri le parti dei deboli cercando in ogni modo di far stare al loro posto i prepotenti e si immischiava nelle liti tanto che dopo un po' iniziava a costruirsi una reputazione contro il bullismo. Grazie all'app Tik-Tok, un giorno mentre camminava per le strade della città accompagnato dal suo migliore amico Cristoforo, un uomo sui cinquant'anni circa, molto affezionato a Ludovico, che lo vide nascere e si prese la briga di crescerlò.
Nel camminare vide una persona sospetta che non dava l'impressione di avere buone intezioni. Quest'uomo non l'aveva mai visto prima, ma era sicuro che non sarebbero andati d'accordo. Ludovico non era a conoscenza di esser seguito da altri quattro bravi, perciò, avanzava dritto con passo sicuro, con testa alta e lo sguardo che mostrava presunzione e arroganza.
Tutti e due camminavo vicino al muro ma Ludovico strisciava sul lato destro per dare più spazio all'amico per camminare. I due, tuttavia, iniziarono a bisticciare su chi doveva passare per primo per colpa delle dimensioni ristrette del marciapiede. I due amici smiserò di litigare quando notarono due figure vicino al muro, uno dei due ignoti inizio a squadrare Ludovico dall'alto in basso, con uno sguardo severo gli disse con tono arrogante:
"Spostatevi!" "Ma spostatevi voi" rispose Ludovico "siete stato voi ad urtarmi" continuò.
"Ragazzino, non scherzare con il fuoco fammi passare."
"Se non fosse così maleducato e arrogante, forse l'avrei già fatta passare" I bravi si guardarono sbigottiti mentre erano dietro al loro boss. I due uomini si guardarono con ostilità stringendo i pugni, molto lentamente si radunò una folla che iniziò a riprendere con i propri telefoni il tutto.
"A chicco di riso adesso te insegno io un po' de bone maniere." sottolineando le buone maniere "senti mi stai sottovalutando un po' troppo" disse Ludovico "te stai bleffando sulle mie parole" controbatté in tono di sfida il maranza "se te fossi me, te farei vedè io con le pizze e con i denti che o cazzaro sei tu!"
"Questa e una scusa bella e buona per sostenere la tua maleducazione"
"ve la siete cercata" disse il maranza guardando con la coda dell'occhio il suo gruppo.
"fatti sotto!" rispose Ludovico, mettendosi in posizione di difesa
"ah... coraggioso il pischello, te mostro io chi vincerà..."
Detto ciò la banda si buttò per difendere il loro capo, il combattimento non era tuttavia giusto, non solo per il numero ma anche perché Ludovico preferiva evitare i pugni piuttosto che attaccare.
Il braccio di Ludovico era già stato ferito da un coltellino per colpa del lavoro sporco di un ragazzo della banda e perciò il capo di essa li piombò addosso per finirlo. Quando Cristoforo vide la scena non ci penso due volte a buttarsi per difendere il ragazzo. Durante lo scontro Cristoforo venne colpito al ventre, i maranza rendendosi conto del danno, scapparono a gambe levate. Ludovico rimase con Cristoforo e li chiese:
"come stai?" "uno..due..ho un foro nel ventre"
"chi è morto?"
"Quel prepotente" "oh mio dio! Che casino!"
"Aiutatelo! Aiutatelo!"
"sta messo male pure lui" "vedi come sta messo! C'è sangue ovunque!" "scappa! Scappa! non lasciarti prendere" si sentivano solo queste parole nel casino della folla. Tutto ciò era accaduto vicino a una chiesa di cappuccini dove le forze dell'ordine non potevano entrare. La folla perciò prese il ferito privo di sensi e lo portarono ai frati, ai quali spiegarono l'accaduto. Ludovico prima di quelli incidente non aveva mai sparso sangue anche se purtroppo di omicidi se ne sentivano in continuazione.
Ludovico trascinato fino al covvento era così sconvolto che non sapeva dove fosse e né cosa ci facesse lì, quando però torno in se si ritrovò in un letto di un'ospedale con a fianco un medico che sistemava bene e fasciature per curagli le ferite. Il dottore si avvicinò al letto del ragazzo "consolati ragazzo mio" gli disse "almeno non è morto in modo violento emi ha chiesto di chiedervi scusa da parte sua"" e l'altro ragazzo ha già dato il suo ultimo respiro quando arrivai" vi erano I corridoi pieni di gente per avere novità sulla questione, ma con l'arrivo della polizia furono tutti costretti ad andarsene. Un fratello del morto, due suoi cugini e un vecchiaccio, vennero infuriati dalla testa ai piedi, guardando con aria minacciosa chi osasse dire che se l'era meritato. Ludovico appena elaborò chiese di cercare la moglie di Cristoforo, chiedendo perdono di essere stato lui la causa anche se involontariamente la causa di quell'accaduto e nello stesso tempo prendersi la responsabilità della famiglia, riflettendo sulla situazione senti in cuor suo il desiderio di farsi frate come se dio l'avesse messo su quella strada dandogli il segno del suo volere. Fece perciò venire un notaio per donare una somma di denaro alla vedova e anche agli otto figli. D'altronde c'era una parte di famiglia del morto che si era fissata di voler vendetta verso quest'ultimo e dichiara suo nemico chiunque gli andava contro.
Dopo l'annunciazione del desiderio di Ludovico il padre guardiano si presentò al fratello del morto parlandogli del pentimento di Ludovico e della sua risoluzione che a loro piacesse o non piacesse doveva andare così. Il fratello andò quindi in escandescenza e il cappuccino lo lascio calmare, dicendoli poi "è troppo dolore a sorpresa" fece intendere che la famiglia si sarebbe presa una soddisfazione. Il fratello aggiunge che l'uccisore doveva andarsene subito dalla città, e il guardiano che già voleva agire così disse che starebbe stato fatto: il più felice tra tutti fu proprio Ludovico che inizio questo nuovo viaggio per riparare le sue colpe, così a trent'anni si trovò a indossare il saio lasciare il suo nome per prenderne un altro quello di Fra Cristoforo scelto perché gli rammentava quello che doveva espiare.

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