Capitolo XI

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Mentre Gabriele Esposto aspettava impaziente e preoccupato l'arrivo del gufo, con Lucia, questi tornarono sconsolati alla villa. Arrivato davanti a Lui senza lucia, gli racconta quello che gli era successo e Gabriele prima lo rimprovera e poi lo ringrazia per aver fatto tutto il possibile. Gli dice cosa avrebbe dovuto fare il giorno dopo, cioè: mandare due uomini dal Console per non farlo parlare e altri due a casa di Lucia. Il giorno dopo il conte Attilio dice di aver vinto la scommessa, ma Gabriele Esposito gli racconta quello che era successo, e pensando che sia colpa di fra Cristoforo promette di vendicarsi del frate. Il gufo, intanto, torna dal paese di Lucia, gli racconta tutte le chiacchiere che circolano sulla notte degli imbrogli e che i tre si erano nascosti nel convento di Pescarenico. IL signor Esposito manda il gufo lì e là, così scopre dall'autista che Lucia è a Monza e Renzo a Milano. Quindi viene mandato a Milano, mentre lui stesso con l'auto del dottor zecca-garbugli cerca di cacciare Renzo dall'Italia. Nel frattempo Renzo, triste per la separazione da Lucia, sta per arrivare a Milano al convento dei Cappuccini in cerca di padre Borromeo. Mentre cammina vede stupito del pane e dell'affettato sulla strada ne prende un paio e lo inizia a mangiare .Sul suo cammino continua a vedere gente carica di sacchi di farina cosi capisce di esser arrivato in una città in rivolta. Decide di ignorare e prosegue pensando all'aiuto che gli darà il cappuccino. arrivato al Convento il portinaio gli dice che padre Borromeo non era lì, e gli consiglia di aspettare in chiesta. Ma Renzo prima di arrivare in chiesa, decide di dare un'occhiata alla rivolta

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