Capitolo 6

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Non appena ci siamo sistemati, Lucrezia mette in tavola un piatto con un enorme pollo arrosto, una ciotola con l'insalata, delle patatine fritte e una bottiglia di Coca-Cola. A differenza della mia solita cena, questo è il top. E c'era anche il dessert!

Il papà di Francesco non degnava di uno sguardo nessuno in tavola. C'era un silenzio insopportabile, le uniche cose che si sentivano erano le forchette che stridevano contro i piatti.

Ricevo una chiamata da mamma e chiedo il permesso per uscire in giardino:

"Hei mamma, cosa c'è?"

"Niente, chiamavo per assicurarmi che tutto andasse bene, e spero sia così..."

"Bhè, apparte il quasi insulto del padre, il quasi litigio tra lui e suo figlio e la cena super imbarazzante...va tutto bene." Dico in tono ironico ma anche con un po' di dispiacere, spero che di là non abbiano sentito nulla perché l'ho detto proppo forte.

"Oh, dopo mi racconti tutto, ora devo andare, sii sempre cortese ed educata, mi raccomando, in bocca al lupo, baci!!!" Disse e riattaccò immediatamente.

Più per dovere che per piacere, dovetti rientrare in quell'inferno.

Mi rimisi al mio posto e continua col pasto. Appena ci viene servito il dessert, Lucrezia tenta di parlare:

"Ti è piaciuto il pollo? L'ho fatto da sola e devo dire che era venuto meglio degli altri giorni." Mi dice ridendo.

"Oh, era delizioso signora, veramente, complimenti."

Poi Francesco si alzò di scatto dalla sedia e disse:

"Basta, io non ce la faccio più! Questo silenzio, questi piccoli e ridicoli discorsi...perché non fate una cosa tu" riferito a me "e papà: perché non ricominciate da capo, conoscendovi come delle persone normali e magari conversando civilmente senza dire cose offensive... papà."

Il padre continuò a mangiare come se non fosse successo nulla e dopo un po' si alzò e mi disse:

"Piacere, io sono Ciro Salariati, il papà di Francesco. Benvenuta a casa nostra, spero che la cena sia di tuo gradimento. Perdona per il comportamento che prima ho dimostrato nei tuoi confronti, sono veramente desolato. Spero tu possa perdonarmi. Sei contento ora? E ora siediti per favore e continua la tua cena." Dice riferendosi a Francesco. Sapevo che non stava dicendo quelle parole col cuore, era troppo bello per essere vero...

"Sei uno stronzo papà, lei non ti ha fatto niente e tu la tratti come se fosse invisibile. Sai che ti dico? Vaff..." Non fa in tempo a finire la frase che il padre lo prende per la maglietta e tira un pugno indietro, ma fortunatamente io mi alzo e dico:

"Ora basta!!! Non ce la faccio più. Ma non fate caso alla povera Lucrezia??? Non avete un minimo di pietà? Io me ne vado, prima che qualcuno venga ammazzato. Con permesso." Dico urlando e tutti si meravigliano della mia reazione. Vado verso la porta, la apro e dico infine con le lacrime agli occhi:

"È stato un piacere conoscervi."

E chiudo la porta uscendo ed entrando a casa mia senza nemmeno salutare mia madre. Entro in camera e mi butto a pancia in giù per poi piangere sul mio cuscino. Mamma entra facendo il più piano possibile e poi, appena seduta sul sofà accanto al letto, mi chiede cosa è successo e io le racconto singhiozzando tutto dall'inizio alla fine. Poi mi dice di dormire senza nemmeno una domanda, e la ringrazio infinitamente per questo.

Mi alzo per levarmi i vestiti e mettermi il pigiama e noto che la mia finestra è direttamente di fronte a quella di Francesco, lo so perché lo vedo entrare e accendere la luce, per poi subito dopo prendere quel che sembra un MP3 con le cuffiette, evidentemente per ascoltare la musica, e tuffarsi sul letto, come faccio sempre io.

AmandoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora