Capitolo 19

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È stato così dolce...mi sembra di vivere una favola...è tutto così perfetto...

Sono le 15.30 e già mi sento meglio dopo aver letto quel bigliettino, ma mi sento comunque un po' debole. Mi annoio a stare qui da sola, chiamo Giulia ma risponde la segreteria e allora le mando un messaggio vocale:

"Ehi Giulia! Sono Maria...mi annoio a stare qui da sola...se hai tempo, che ne dici di venire da me...comunque è passata Valeria, sì, proprio lei. Non credo che torni a scuola ma è venuta a far visita a Francesco, dato che erano amici stretti...se ti va vieni da me, ma avvertimi. Baci e a dopo..."

Non c'è stata una sola volta in cui Giulia non ha risposto alle mie chiamate...questa è la prima volta...

Non risponde al messaggio, quindi decido di andare di sotto a guardare un po' di TV. Mamma non c'è perché è uscita con Lucrezia e Ivan è andato da Luca di nuovo per giocare. Scorro tra i canali, ma non c'è niente da vedere...

Fa così freddo oggi, okay che ho la febbre ed è normale che senta freddo, ma è comunque molto freddo...

Oggi dovevo andare agli allenamenti e sono felice che non ci andrò, non voglio dare soddisfazione a Pasquale.

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Guardando la Tv sento dei rumori al piano di sopra. Spengo la televisione e senza paura vado a controllare perché so che è Luna che entra dalla finestra di camera di Ivan, lo fa sempre. Salgo le scale e invece di rumori, sento una voce...a quel punto ritorno di sotto e prendo un coltello dalla cucina, lo so che è stupido ma ho visto questa scena talmente tante volte nei film, che è meglio prendere precauzioni...

Facendo il più piano possibile, salgo le scale e più continuavo a salire, più il mio cuore batteva ancora più forte... la voce vengono dalla camera di mamma.

Stringo ancora più forte il coltello e apro la porta delicatamente...la voce è quella di un uomo, credo di un ragazzo...mi infilo ma a prima vista non c'era nessuno, allora vado verso il bagno della stanza e appena entro vedo il ragazzo del cinema di ieri...

''Sta fermo! Se fai un passo ti ammazzo, e non sto scherzando..." Dico io. Sembra di stare in uno di quei film polizieschi.

"Ehi, sta calma, posa quel coltello...per favore, è pericoloso..." Dice alzando le mani e avvicinandosi ancora di più a me.

"Non ti avvicinare!!! Che ci fai qui???" Dico urlando.

"Hmmm...sono qui per..."

"...per rubare, per ammazzarmi???" Dico piangendo.

"No, no, sono qui per Francesco..."

"Non ti credo, allora perché non hai bussato alla porta?"

Non dice nulla.

"Lo sapevo...io ti conosco...sei il tizio del cinema, se non mi sbaglio, ti chiami Luigi...perché sei qui e non provare a mentire..."

"Va bene, ma posa quel coltello e calmati..."

"Te lo sogni! Non ti conosco e poi non mi fido di certo di un tizio che entra dalla finestra del bagno..."

"Okay, okay, ma calmati...ti racconterò tutto..." Dice e vedo una goccia di sudore scendere lungo il suo viso. Sono contenta di far paura in situazioni come queste...credevo che non mi avrebbe presa sul serio...

"Parla, parla o ti giuro che chiamo la polizia..." Mi sento veramente male e mi brucia la testa, ma non voglio svenire proprio ora.

"Va bene, ecco, io...mi chiamo Luigi, come hai detto tu, Luigi Farnese e sono veramente venuto qui per Francesco...mi ha mandato all'ospedale e mi hanno dovuto mettere quattro punti al labbro superiore...mi ha fratturato il ginocchio e per colpa sua non posso più andare alla partita più importante della mia vita... mi hanno detto che abita da queste parti e comunque lo conoscevo, cioè, i nostri genitori si conoscono...ma invece di trovare lui, trovo la sua fidanzata..."

AmandoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora