Capitolo 25

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Partiamo e io approfitto del poco tempo che ho prima di arrivare dal nonno per pensare a come passerò il tempo lì dentro senza TV, WI FI, musica, social network, ma soprattutto senza telefono!!!
Cerco di non pensarci e noto che siamo passassati davanti a casa di Giulia, Nicola e Ilaria...

Quando arriviamo davanti alla casetta antica e piena di fiorellini pendenti da ogni finestra, vediamo la nonna che annaffia le sue amate piantine sul cortile; la nonna indossa un divertente cappello di paglia con tutti i fiori del mondo sopra, un maglione rosa, dei pantaloni color marrone chiaro con degli stivali da giardinaggio verdi. Ha in mano un tubo lungo in cui scorre l'acqua per annaffiare le sue piantine.

Appena ci vede corre verso di noi a salutarci e lascia il tubo con l'acqua che intanto scorreva.

"Tesoro!!! Sei sempre più bella ogni giorno che passa...e tu, bel gioanotto, ti sei alzato!"

Poi dice a mamma:

"Ciao cara. Come stai?"

"Bene mamma, tu? Come va con la schiena..."

"Sai com'è...la vecchiaia gioca brutti scherzi..." Dice nonna.

"Papà come sta?"

"Ah, lui è in casa, ma entrate! Ho preparato delle splendide lasagne solo per voi." E Ivan sussulta, lui adora le lasagne della nonna, e anche io...

Entriamo e intanto nonna e mamma parlano di non so cosa. Nonno è seduto sulla sua poltrona a leggere il giornale. Si alza per salutare mamma, Ivan e quando arriva a me dice:

"Buon giorno, signorina. Per una volta ti sei vestita bene. Solo che questa scritta non mi è familiare...cos'è?" Dice alzando un sopracciglio, sempre senza sorridere.

"È un marchio famoso di una specie di crema al cioccolato...molto buona..."

"Ah. Bene, sedetevi e tu, campione, raccontami come è andata la partita Italia-Francia..."

Non mi saluta nemmeno e questo mi fa male...non so proprio cosa gli abbia fatto di male...nonno si siede sulla sua poltrona con sulle ginocchia Ivan, mamma e nonna vanno in cucina, mentre io resto da sola sull'enorme divano...

"Maria, non vai ad aiutare la tua povera mamma?"

"Ecco...loro stanno facendo una torta e non mi vogliono tra i piedi perché dicono che la cucina è già piccola e quindi in tre non ci entriamo..."

"Dimmi...cara..." dice sputando quella parola "cosa hai imparato a cucinare? Sai, ai miei tempi le ragazze della tua età sapevano cucinare tutte le pietanze tipiche della nostra regione. Ah, che bei tempi..."

"Hmmm...so fare gli spaghetti col sugo al pomodoro, con i funghi e la carbonara...so fare il pane, cioè, non l'ho mai fatto ma so gli ingredienti e la preparazione, so fare l'insalata russa e...e...basta..." Dico fiera, credo, di me.

"E credi che questo basti??? Io proprio non riesco a capirti, chi mai ti vorrà come moglie..." A quelle parole ignobili mi alzai dal divano e dissi urlando:

"Francesco!!!" Oh, no...

"Chi hai detto?"

"Hmmm...niente..."

"No, mi pare di aver sentito un certo Francesco..."

"No...avevo detto...hmmm...Fa Niente, sì, avevo detto questo. Hai solo capito male..."

"Lo spero per te...ora siediti e non urlare più in quel modo..." E continua a parlare con Ivan.

Vado da nonna e sono a tanto così dal piangere. Entro e dico:

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