Triangolo Famigliare

🔞 Capitolo 11 🔞

Con la rapidità di un ghepardo Ulisse si infila un accappatoio di seta nera e si dilegua tra le stanze della villa.
Io ho il cuore in gola, sento di aver rischiato troppo questa volta anche se l'eccitazione non svanisce dal mio corpo, anzi mi pompa ancora selvaggia nelle vene.
Intanto, Giovanni mi raggiunge in bagno e mi guarda arzillo ed eccitato mentre io sono ancora scossa per la terribile situazione che stava per annunciarsi.

"Oh wow, che bella sorpresa Dolores" il suo tono è malizioso, provocatorio e so benissimo cosa vuole adesso da me, un orgasmo intenso ed esplosivo che invece per me si tramuta in una tortura.
Tortura perché non mi sento desiderata da lui come Dolores ma solo come corpo femminile e non potrebbe esserci nulla di più frustrante per me.
E adesso che ho scoperto la sensazione di sentirmi donna con l'affascinante dottore , il mio rapporto con Giovanni ha iniziato a farmi sempre più repulsione.

D'un tratto, a farmi cadere dalle nuvole sono i suoi movimenti viscidi, perché si avvicina  con brama e sento le sue mani ovunque. Selvaggiamente circonda le mie labbra in un bacio sterile, vuoto. Non sento nulla, è più forte di me, solo un grande senso di fastidio.

Essì perché adesso chi diavolo glielo spiega che io desidero con ogni fibra del mio corpo suo padre?

"Adesso andiamo in camera . Prima però, rivestiti perché mio padre è in casa"

Ah sì, si sta preoccupando per suo padre!

Giovanni, Dio mio, quanto sei ingenuo!

Ad oggi avrei voluto con tutta me stessa aver avuto al mio fianco una persona più sveglia, più matura ... una persona che avrebbe scoperto queste sabbie mobili  in cui stavo sprofondando, avrei voluto qualcuno che mi avesse fermato.

Intanto, faccio ciò che mi dice, indosso il mio intimo e poi il mio vestito a quadri.
Lui senza preavviso mi prende in braccio e mi trasporta tra le sue braccia sino in camera.
Nel corridoio antistante scorgo una porta aperta e spiando con la coda dell'occhio all'interno, scorgo Ulisse abbandonato in una lettura mentre fuma piacevolmente una sigaretta.
Aggrotto la fronte per vedere meglio, mio Dio, il libro in questione è Lolita.

In quello stesso istante lui alza lo sguardo e le nostre pupille si scontrano e io provo dolore per essere nelle braccia di un altro che non sia lui, di un altro che sia suo figlio.

"L-o-l-i-t-a" mima a fior di labbra, scandendo ogni lettera di quel richiamo, di quel nostro peccato. Le sue labbra si inarcano in un sorriso che poi muta in un'espressione severa quando Giovanni mi bacia ripetutamente la fronte.
A quella serie di gesti segue una violenta chiusura del libro, si alza dalla sedia e sbatte la porta con forza.

Ah, mi ha decisamente annientato l'anima.

Giovanni ed io possiamo tutto il pomeriggio in camera da letto però per fortuna, lui troppo stanco per la partita disputata le ore prima  cade in un sonno pesante.
E io indisturbata non posso fare altro che pensare a lui, alla mia ossessione... oltre a lui, credetemi non vedevo più nessuno.
Fino ad un mese fa credevo di poter controllare la mia vita: ero la figlia perfetta, brava a scuola, fidanzata e fedele da sempre, sapevo che la mia vita scorreva monotona e perfetta come da copione.

Ma ci sono cose, ci sono cose che non puoi controllare.

Ed effettivamente più ci penso e più tutta questa storia sembra un romanzo erotico, già immagino la sinossi: Dolores e Ulisse, i protagonisti, dopo il loro primo incontro di impeto e d'amore  non si lasceranno sfuggire occasione per unirsi all'insaputa del figlio di Ulisse, Giovanni.
Meglio non immaginare il continuo, o addirittura il finale, sperando non sia una tragedia.
La sensazione che avverto può descriversi attraverso il desiderio di voler, almeno per una volta nella mia vita piatta, provare una passione tale da farmi dimenticare chi realmente sono e  chi potrei nuocere.