🔞 Capitolo 10🔞

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Sono passati tre giorni, tre giorni da quel nostro scontro e sto malissimo, sto male perché ha manipolato la situazione e mi ha praticamente dato del provocatrice.
Leggendo tra le righe io per lui sarei una pu**ana che si è divertita a stuzzicare un uomo maturo, nonché suo "suocero".

"Non provare più a provocarmi" quella frase carica di se**ismo e disprezzo mi tuona nelle orecchie.

Io provocarlo?

Ho forse chattato per dieci lunghi giorni da sola?

Ho forse fatto se**o da sola?

Ho forse messo la mano nelle mutande da sola?

Io direi di no.

Mi sento così ferita, così frustata talmente tanto da essere scappata via quella sera senza nemmeno salutare Giovanni e sua madre.
Ho sbagliato, lo so ma ero in uno stato pietoso ed è per questo motivo che ho finto un malore e sono tornata di corsa a casa.
Lui non mi ha seguita, non ha provata a chiedermi scusa, solo una volta mi sono voltata mentre correvo ed ho notato che fosse  rimasto a fumare una sigaretta con lo sguardo perso nel vuoto.

Che basta*** senza dignità, prima si mette a chattare su una piattaforma anonima, incontra la ragazzina misteriosa, la porta a letto e poi... sparisce.

Per ricomparire casualmente perché la vita si sa è matrigna e quando scopre la mia identità...il peso della responsabilità tuona improvvisamente nelle sue orecchie.

E perché ? Solo perché è immorale quello che stiamo facendo.

Se fossi stata una normale ragazza di diciott'anni non impegnata con suo figlio mi avrebbe usata come una calzetta.

Che verme!

Io posso lasciare Giovanni, lui invece, non potrà mai cancellare lo sporco che ha già causato nella sua famiglia.

Vero che non sapeva la mia identità ma comunque volente o nolente, ha fatto se*** con me... e adesso si preoccupa ?

Preoccuparsi di cosa esattamente? se ha già macchiato il mio sangue del suo?

La verità è che la colpa è solo mia, puramente mia per avere giocato con una situazione più grande di me.

Ne sono rimasta scottata e nonostante sento di odiarlo, non posso fare a meno di pensarlo e desiderare di rivederlo.

Adesso sono a casa di Giovanni, sto aspettando che finisca l'allenamento di calcetto e vorrei fare una doccia.

Sono sola nell'abitazione perché il Signor Stro***, altro che Signor Nessuno, è tornato a Trento per un intervento d'urgenza mentre sua madre è a lavoro.
Entro nel bagno e mi spoglio degli indumenti, mi sento così sporca per ciò che ho fatto che nessun sapone potrà mai cancellare via il putridume in cui mi sono invischiata.
Scoppio a piangere mentre sono nuda e il getto della doccia mi avvolge. Il rumore dell'acqua sbatte nelle mie orecchie e la sua voce mi suona ovunque.
Solo a pensarlo mi viene la pelle d'oca e istintivamente sento la mia intimità in fiamme.

Ca***, perché non lo odio?
Perché sono ossessionata da quest'uomo di mer***?

Mi immergo rigidamente nel vapore  dell'acqua calda. In un attimo sento scivolare via le fatiche della giornata, ma il pensiero di Ulisse non mi abbandona. Tra le gambe trovo subito il sesso caldo e accogliente, pulsante ed eccitato dal vagare dei pensieri.

Chiudo gli occhi e mi abbandono al godimento.

Vorrei che ci fosse lui con me e così sfioro la mia intimità.
Lo penso intensamente.

Ecco l'orgasmo.

D'un tratto sento la porta aprirsi e so che è Giovanni, pronto a spassarsela con me anche se la mia mente è da tutt'altra parte.
Mi blocco perché aspetto che lui entri nel box doccia per potermi far venire con la sua erezione.
Sento i suoi vestiti cadere a terra repentinamente e sono sempre più eccitata... ma quando il box della doccia si apre la scoperta che faccio è amara.

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