🔞 Capitolo 28🔞

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Sto preparando la valigia per uno splendido weekend a Dublino con il mio fidanzato. Dovrei essere talmente felice da aprire la finestra e gridare per la gioia e l'emozione.

Peccato che non faccio altro che pensare a lui.

Certo, per voi lettori sarà stupendo fantasticare su un personaggio così problematico, tenebroso, affascinante, ma viverlo è tutta un'altra faccenda, credetemi.

Il Dottor. Visconti non è famoso per la sua pazienza... certo, la cosa è piuttosto chiara. Però sparire per un mio temporeggiamento mi sembra eccessivo. Non posso lasciare dall'oggi al domani una persona con la quale sono cresciuta insieme, soprattutto in vista di un suo importante traguardo.

Non posso fuggire così dalla mia vita, anche se vorrei.

Che strana dolce e dolorosa malinconia infesta il mio cuore quando mi accorgo di essere innamorata di un uomo per me proibito.

Come diavolo ho fatto a farmi prendere in così poco tempo da una storia così assurda?

Solo al suo pensiero sento ancora il sapore della sua bocca eppure ne ho ancora voglia, una maledetta voglia.

Mi lascio annegare nel ricordo dell'immensità del suo sguardo.

Perché doveva capitare a me questo tormento?

Brucio del calore delle sue mani grandi sul mio corpo esile e acerbo eppure ne ho ancora bisogno.

Questa è fame insaziabile, è desiderio incontrollabile, è una passione irrefrenabile.

Oddio, come vorrei smettere!

Sono consapevole di ogni cosa, ma nulla potrebbe riuscire ad estinguere ciò che sento. Potrei farmi venire mille idee, mille stupidi pensieri per distrarmi ma nulla potrà evitare di amarlo.

Che amarezza!!

All'improvviso sento il mio cellulare squillare, è un numero che non ho salvato.

Credo che non risponderò ma lo smartphone suona senza sosta e non riesco proprio ad ignorarlo.

Rispondo sperando che non sia un call center, chi ci lavora non me ne voglia ma delle volte certe chiamate commerciali sanno essere seccanti.

"Pronto?"

Nessuna risposta.

"Ma chi è? Non mi interessa nessuna tariffa telefonica e per di più i miei genitori non sono in casa"

"Sono io, non dire niente. Non voglio che tu dica niente." la sua voce è fredda come ghiaccio, tremo.

È lui, oddio.
Ha un tono così solenne e distaccato.

"Devo lasciarti andare. Credo che sia la cosa più sensata. Per te e per mio figlio" lungo sospiro, sento che sta trattenendo i singhiozzi.

"Sappiamo entrambi che è giusto così." di nuovo una pausa.

Questa è la crudele verità.

Devo trattenere le lacrime, sapevo che lo cose stavano così, ma sentirlo parlare con tanta chiarezza mi strugge.

"Tra noi deve finire, per sempre questa volta . Mi dispiace..." sussurra gettandomi nel baratro oscuro di una profonda frustrazione che mi strappa un lamento.

Il cuore si sposta con violenza dal petto alla gola. Trattengo il fiato, incapace di lasciare andare fuori l'aria.

Vorrei stare zitta, ma la mia cocciutaggine me lo impedisce.

"Ulisse, no" biascico tra un singhiozzo e l'altro, toccandomi il cuore, è morto.

Lui chiude la chiamata e l'assordante rumore della cornetta mi trafigge i timpani.

È tutto così assurdo, così paradossale, così irragionevole.

Fisso l'Iphone con il fiato sospeso, fino a quando la fame d'aria non mi costringe a riprendere a respirare.
Inspiro, espiro, inspiro, espiro, inspiro...
E continuo a farlo per un tempo interminabile, senza mai smettere di fissare quel dannato schermo.
Non riesco a stare ferma.
Sono del tutto incapace di calmarmi e
assolutamente non in grado di controllare le pulsazioni frenetiche del mio stupido cuore.

E poi lancio il telefono sul letto, incapace di trattenere la rabbia.

Una fitta mi colpisce prima il petto e poi le tempie. È come se mi avessero appena sparato una scarica di proiettili sul cuore, pugnalate, cannonate.

E io mi sciolgo, insieme al mascara, che avvolge di nero intenso i grossi lacrimoni che mi rigano le guance.

Tremare non basta più, prendere fiato non basta più, piangere non basta più.

Forse respirare non basta più perché lui mi ha lasciata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07 ⏰

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