Capitolo 14: il giorno della partenza -1°parte

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Ventalun, borgo della regione monte Cielo

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Ventalun, borgo della regione monte Cielo. 4 settembre 495, anno della Lira.

Il dominio della regina della notte stava per concludersi e anche le stelle, sue suddite, lo compresero venendo inghiottite dalla luce sfavillante che stava squarciando le tenebre. La Luna non poté far altro che rassegnarsi, abbassandosi inesorabile verso ponente. Congedandosi con grazia, scese all'orizzonte lasciandosi accompagnare dal movimento dei puntini pulsanti che tempestavano la volta celeste. Solo quando si inchinò di fronte alla mattina sprofondò in un mare di cobalto, e avvolta dall'abbraccio delle nuvole vaporose si apprestò a riposare. Tuttavia brillò un'ultima volta dinanzi ai raggi del Sole che la raggiunsero. E mentre nelle iridi di Noemi si riflessero i colori delle cime dei monti, gli astri si scambiarono uno sguardo sfuggente prima di lasciare il posto all'altro. Bastò poco per attirare l'attenzione su di sé. Poi il re del giorno trionfò con tutta la sua potenza inondando il cielo e le foglie di bagliori infuocati.

Quell'alba la impresse indelebile dentro di sé, pennellando nel cuore ogni sfumatura arancione e dorata che scorgeva dalla finestra. Per ciascun minuto che la ragazza trascorreva a contemplare la bellezza del panorama, la malinconia risuonava con più intensità nel suo animo. Ci sarebbero stati altri nuovi giorni destinati a sorgere, annunciati da tonalità e colori sgargianti. Tuttavia era consapevole che sarebbero trascorsi molti mesi, prima che avesse l'opportunità di poter rivedere dalla sua camera quello spettacolo che solo Ventalun le poteva donare. Desiderava che quell'attimo si ripetesse all'infinito, ma i voli delle aquile le ricordarono che il tempo non faceva eccezioni. Scorreva cadenzato il suo ritmo di secondi che nessun essere umano poteva mai fermare.

Afferrando un foglio appoggiato sulla scrivania, iniziò a scrivere su di esso. Per ciascuna riga riempita d'inchiostro ci mise i sentimenti che le pulsavano ardenti nell'anima.

"Imprimi nei miei ricordi la luce dell'alba che mi farà compagnia tutto il giorno. A occhi chiusi ascolto l'orchestra della foresta che sussurra attraverso il vento il canto dell'usignolo. Non mi neghi il sorriso dei primi fiori sbocciati in primavera avvolti dalla rugiada che li fa brillare. È così che bussi alla porta del mio cuore con la prima farfalla che vola intorno a me, mentre conto a una a una le gocce di pioggia che catturano le sfumature del cielo. Osservo meravigliata il panorama che mi circonda, e il mio cuore non può fare altro che vibrare di emozioni ogni volta che ti rifletti nei miei occhi."

Dopo aver riposto la penna d'oca, Noemi si affacciò alla bifora e affidò il foglio alle folate di vento affinché lo trasportasse in tutte le vie del borgo. Queste parole le ho scritte per te mia cara Ventalun commentò fra sé osservando lo strato leggero di carta allontanarsi rapido dalle sue dita per poi volteggiare armonioso all'orizzonte.

Una dopo l'altra le ante della finestra si chiusero, e uscendo mesta dalla stanza iniziò a scendere le scale. Il primo gradino iniziò a scricchiolare lieve con la leggera pressione con cui posò le scarpette di feltro. Ma quando il pendolo appeso sul corridoio iniziò a battere cinque rintocchi, i scalini seguenti produssero un rumore ancora più forte per la successione rapida con cui la superficie lignea venne calpestata dai passi fulminei. Solo quando compì qualche falcata in avanti si accorse di essere giunta di fronte alla porta della cucina destandosi dai pensieri. Poi, udendo una voce pronunciare il suo nome non esitò a varcare la soglia della stanza. Dette una breve occhiata per capire dove fosse sua zia. Quando la scorse in piedi di fronte al tavolo, si affrettò a sedersi sul lato opposto per evitare che si accorgesse delle vistose occhiaie provocate dal pianto di qualche ora prima.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora