Capitolo 23: minuti -1°parte

91 17 30
                                    

Ventalun, borgo della regione monte Cielo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ventalun, borgo della regione monte Cielo. 4 settembre 495, anno della Lira.

Non c'era più traccia di polvere né di calcinacci fra le mensole degli scaffali. Tutto era ritornato a risplendere nel salotto, e perfino i volumi non presentavano alcuna ammaccatura. Le travi del soffitto apparivano nuove ed emanavano un profumo balsamico come se fossero state appena tagliate. Agostino ha fatto un ottimo lavoro pensò fra sé Viola direzionando gli occhi verso l'unico oggetto rimasto sul pavimento. Ma non ha perso il vizio di essere sbadato chinò la schiena verso il basso con lentezza afferrando un vaso turchese dal bordino dorato. Sfiorando con un dito la crepa longitudinale presente sul manufatto sbuffò al pensiero che doveva attendere un mese prima di poter usare di nuovo la magia. Non ci rimuginò oltre e proseguì a ruotarlo fra le mani estraniandosi dalla realtà, ma quel momento di spensieratezza durò pochi attimi. 

Il cinguettio del pettirosso appollaiato sulla cima di un acero e i canti dei contadini che stavano ritornando dai campi, furono coperti da un rumore cadenzato che via via divenne predominante. Risuonò sempre più forte intorno al giardino divenendo così nitido che ormai si distingueva ciascun fruscio che producevano i passi premuti sulle prime foglie cadute al suolo. Non appena comprese che si trattasse di un animale al galoppo, la donna si precipitò ad aprire le ante della finestra zoppicando vistosamente. Ebbe solo il tempo di vedere una sagoma sfrecciare di fronte alla sua casa prima che scomparisse dalla sua visuale. Di pari passo si elevò una nuvola di polvere all'orizzonte raggiungendo in breve tempo la periferia del borgo. Era la prova che stava attendendo di scorgere: chiunque fosse stato non avrebbe mai bussato alla sua porta.

Si voltò di scatto verso la parte opposta della stanza e procedette claudicante per raggiungere la cucina. La lotta che aveva affrontato con il suo amico le aveva provocato più dolori di una giornata trascorsa a zappare l'orto. Molto più di un pomeriggio a spaccare la legna. Le doleva la schiena. Le spalle pulsavano per le fitte incessanti e anche le gambe esibivano estesi ematomi. Massaggiandosi le braccia e tirando in giù le maniche del vestito per nascondere i lividi sulla pelle ruotò il capo e si sentì una sciocca per aver schioccato le dita nell'attimo successivo. Sospirando protrasse le mani verso il quadro inclinato sulla parete del corridoio e mentre lo stava raddrizzando percepì una vibrazione sotto i suoi piedi. Iniziò a scuotere la testa incredula. Innervosendosi per ciascun nitrito che stava echeggiando al di fuori dell'abitazione. Si era sbagliata: chiunque fosse passato un attimo prima stava cercando proprio lei.

Avanzando a piccoli passi si fermò di colpo davanti alla porta artigliando con forza la maniglia. Trattenendo il respiro l'abbassò con cautela sbirciando a poco a poco l'animale che si era fermato in mezzo al giardino. Zampe robuste e scalcianti. Vello marrone e criniera albina intrecciata ai lati delle orecchie. Sollevando lo sguardo incrociò gli occhi con quelli vispi e al tempo stesso mansueti del cavallo. Un esemplare possente e in grado di resistere a viaggi estenuanti. L'unica razza equina che avrebbe potuto svolgere uno dei ruoli più rischiosi e coraggiosi di tutto il regno: essere il compagno di un messaggero.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora