Capitolo 44: la parete ricoperta di rovi -2°parte

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La Selindovia non ebbe il tempo per rilassarsi

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La Selindovia non ebbe il tempo per rilassarsi. Un uomo armato si avvicinò sempre di più alla tenda e la fanciulla, arretrando di qualche passo, percepì sulla schiena il freddo e l'umidità emanate dal muro di granito. Pian piano, la luce della torcia oltrepassò lo spessore del broccato illuminandole sempre di più il volto. Di pari passo l'odore acre della fiamma diventò a ogni respiro sempre più pungente. Fece uno sforzo considerevole per non tossire. Nel momento in cui notò una spada scostare la stoffa raffinata di lato, udì un forte rumore come se fossero caduti sul pavimento decine di libri. Le guardie si voltarono verso l'uscita della stanza, e scorsero una persona correre verso il corridoio.

«Prendetelo. Non deve scappare!» urlò il capitano contro la tenda.

Noemi si mise una mano sulla bocca per non gridare dallo spavento, mentre il broccato ondeggiò a più riprese mossa dal fiato dell'uomo. In una manciata di secondi, le luci delle torce divennero più flebili fino a scomparire mentre i passi delle guardie si ridussero a un eco lontano. Riprese fiato e scostò di qualche centimetro la tenda riscontrando che non ci fosse più nessuno. Si affrettò a uscire dalla biblioteca e scese le scale giungendo nel secondo piano. Appena entrata in camera, si distese sul letto e tirando fuori dalla tasca la chiave dorata iniziò a fissarla. Non poté fare a meno di pensare a cosa le sarebbe accaduto se lo sconosciuto non l'avesse aiutata.

Riordinò le idee, calmò la mente e si alzò in piedi. Ne era certa. L'indomani il preside avrebbe ordinato al capitano di incrementare il numero di soldati dediti a sorvegliare la biblioteca. Se voleva avere una possibilità per scoprire il segreto della chiave doveva recarsi quella sera nel giardino. Dopo aver preso un mantello e aver indossato le scarpe di cuoio iniziò a scendere le scale. Constatando che le guardie stessero dormendo uscì dall'edificio.

Nascosto dietro a un pilastro, Evaldo scosse la testa voltandosi verso una fanciulla incappucciata. «Che ti avevo detto? Non ha un briciolo di prudenza. È passata con disinvoltura senza nemmeno appurare se le guardie stessero dormendo. Non è per niente silenziosa e i suoi passi stanno echeggiando in tutto il piano. Per lei è una passeggiata scorrazzare fuori dalla sua camera, ma non sa che se non fossi intervenuto a tramortire quelle sentinelle» gliele indicò con un cenno del mento «a quest'ora l'avrebbero portata dal preside».

«Suvvia! Non fare il melodrammatico. Considerato che non ha ricevuto alcun addestramento militare, se la cava piuttosto bene. Ora che ha raggiunto il giardino non ci saranno più problemi.»

«Appunto perché si trova in giardino che dobbiamo preoccuparci. Il peggio sta per arrivare. Tieniti pronta a usare la cerbottana. Mi auguro che ti sei portata una dozzina di aghi soporiferi» le riferì facendole cenno con una mano di seguirlo.

«Non ti stufi mai di essere così pessimista?» controbatté decisa. «Vedrai. Non serviranno più di tre» affermò convinta.

Evaldo le fece cenno di abbassare il tono di voce. All'improvviso spalancò gli occhi osservando la Selindovia fermarsi di fronte all'arco di rose. «Ma che sta facendo! Non tutte le guardie sono occupate a tracannare vino, ergo il giardino è ben sorvegliato. Quando suo padre mi ha affidato giorni fa l'incarico di sorvegliarla, mi ha assicurato che sarebbe stato un compito semplice. Forse ho letto male il messaggio.»

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora