Capitolo 34: margherita sfiorita -1°parte

71 11 20
                                    

Solarbiom, città della regione Fiamma, 6 settembre 495, anno della Lira

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Solarbiom, città della regione Fiamma, 6 settembre 495, anno della Lira.

Che la luce dell'alba stesse oltrepassando con facilità il tessuto delle tende, Noemi non se ne stupì. Ma che i medesimi raggi del Sole colpissero con tale precisione il quadrante del pendolo, riflettendosi in simultanea sul soffitto, la indusse a dischiudere subito le labbra. Sbatté più volte le ciglia iniziando a osservare alcune gemme incastonate sull'intonaco brillare con intensità. Rimanendo distesa sul letto, le contò esterrefatta puntandole con un dito. Erano sei, come i rintocchi dell'orologio che stavano echeggiando all'interno della camera.

L'alba è già sorta! pensò fra sé alzandosi di scatto. Mentre si diresse nel bagno si rallegrò che le forze le erano ritornate. I giramenti di testa erano svaniti. La stanchezza del giorno prima era un lontano ricordo, e dell'eczema a forma di Peonia non era rimasta traccia.

Così come era accaduto qualche minuto prima, un nuovo evento catturò la sua attenzione. Generò in lei uno stupore tale da indurla ad appoggiare l'asciugamano sul portacatino. L'aria si stava impregnando di note agrumate che divennero forti nel momento in cui uscì dalla stanza. Mentre il profumo accrebbe d'intensità, la fanciulla ruotò il collo in diverse direzioni. In seguito puntò le iridi sulla porta intarsiata dell'appartamento. Assicurandosi che la vestaglia fosse ben allacciata alla vita abbassò la maniglia, per poi compiere qualche passo in avanti sullo stretto corridoio. Seppure fosse scalza non badò di avvertire la freddezza del pavimento di marmo. Non le importò neppure dei brividi che le stavano risalendo dalle gambe fino a raggiungere le braccia. Le interessò soltanto di avvicinarsi al tavolino rettangolare. Appoggiata su di esso una tazzina di porcellana fumante. Mentre la tisana stava propagando nell'aria un delizioso profumo di arance, la fanciulla afferrò il foglietto ripiegato e sigillato con un timbro di cera lacca, posto a fianco al piattino.

"Buon anno scolastico, mia amatissima Noemi."

Amatissima? aggrottò le sopracciglia studiando ogni sillaba impressa sulla carta. Una calligrafia così raffinata e priva di sbavature non l'aveva mai vista in tutta la sua vita. Escluse che fosse stata Viola a scriverla: le mani le tremavano sempre quando usava la penna d'oca. Dunque chi è stato? sospirò stringendo il manico di porcellana.

Sollevando la tazzina dal piattino ambrato osservò i petali candidi e le scorze galleggiare nell'acqua bollente. Un istante dopo decise di berne un sorso. Ne seguirono diversi assaggi, e ogni volta che le sue labbra vennero a contatto con l'infuso note di dolcezza le invasero il palato. Le sembrò di assaporare un concentrato di spremute d'arancia. Percepì al tempo stesso note di miele e di cedro. Stava ancora deglutendo il liquido quando avvertì dei picchiettii sulla porta d'uscita dell'appartamento. Con rammarico ripose la tazzina sul tavolo, e compì un giro di chiave.

«Buongiorno, nobildonna. Mi rincresce informarvi che questa mattina non è possibile fare colazione nella mensa» l'avvisò una cameriera porgendole prima un vassoio di dolciumi, e in seguito una ciotola contenente latte caldo.

La Fenice del vento - Fiore di PeoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora