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-Dimmi,mi fai preoccupare.- si e' accomodato mio padre in torno al grande tavolo che c'è in salotto.

-Ecco vedi- ho preso posto anch'io
-queste intere settimane senza te e la mamma mi hanno fatto molto riflettere. Ma prima volevo chiederti se posso passare il Natale fuori casa.- sospiro. -Andrei in Irlanda con Hope, li' c'è un suo amico, ho gia' avuto modo di conoscerlo, e' una persona apposto. Ha la nostra età. Ci ospita a casa sua. -

-Certo che puoi, hai diciassette anni e dovresti cominciare a fare le tue scelte, si sbaglierai, ma alla tua età si fanno un sacco di errori ed e' anche giusto.-

-Grazie papa'. - gli sorrido caldamente.-A proposito di scelte, mi piacerebbe prendere in affitto una piccola casa al centro di Londra, voglio stare un po' da sola, voglio provare a cavarmela da sola.-

-Ma io pensavo ti piacesse una vita cosi' agiata.-

-Infatti, non ho detto che non mi piace. Ma mi piacerebbe anche che I miei amici mi guardassero con occhi diversi. Ti chiedo solo un piccolo appartamento, come prova! Cercherò un lavoro dopo le lezioni per potermi mantenere e non gravare troppo su di te.-

Puo' vedere benissimo nei miei occhi quanta speranza ci sia.

-Vedrò cosa posso fare.- mi sorride.

D'istinto mi alzo per abbracciarlo.
Lui prova sempre a capirmi, lui e' diverso da mia madre.

-Su', basta con i sentimentalismi. - ride brevemente.

-Dov'è la mamma?- chiedo ricomponendomi.

-Dovrebbe essere a Chicago da sua madre. Ci siamo sentiti l'ultima volta qualche settimana fa'.-

-Papa'..-

-Mh, si?-

-Tu non sei felice con lei,vero?-

-Lei non ha neanche il tempo per pensare alla felicità, e' sempre fuori e ci dedica poco tempo lo ammetto. ma vi vuole un bene indescrivibile, e' vostra madre, ed io non potrei non essere felice, mi ha regalato voi, i miei angeli. -

Adoravo mio padre ed il suo modo di spiegarmi le cose.

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Stamattina ho studiato parecchio ed ora sono sotto l'ospedale dove c'è Harry, mi sono ridotta all'ultimo per salutarlo e non sono piu' andata a trovarlo dopo quello che è successo a Calum.

Raggiungo la sua camera ed è vuota, magari l'hanno spostato. Mi converrà chiedere informazioni ad una delle dottoresse all'entrata.

-Buongiorno signorina, come ha detto?-

-Sto cercando il paziente della 300.-

-Mh, vediamo un po'.- scorre delle tabelle al computer e dopo un buon cinque minuti (che mi e' sembrato un eternità) alza gli occhi ed incrocia il mio sguardo.-ha lasciato l'ospedale ieri sera, dovrebbe trovarsi a Glasgow ora per fare delle chemio, qui c'è scritto che ha un cancro. -

-Oh, grazie..-

-Posso esserle ancora utile?-

-No, la ringrazio. Passi una buona giornata. -

Mi sono voltata, estremamente delusa da tutto questo ed ho cominciato a camminare a passo lento.
Qualche lacrima e' scesa sul mio viso ero ancora incredula, come avevo potuto ritardare cosi' tanto.

Ho deciso cosi' di chiamarlo, per chiarire parte delle cose che poi ci saremo dovuti dire in faccia.

-Pronto?-

Al telefono aveva risposto una donna, suppongo sua madre.

-Si-signora..Harry dov'è? -

Ho cercato di soffocare singhiozzi.

Mess -Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora