Capitolo 10: Sangue dal naso

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"Non puoi mai sapere cosa nascondono le persone. Quando serve, ci nascondiamo tutti" Jennifer Niven, "Respiro solo se tu" 

Qualche giorno dopo, partimmo tutti e tre per il campeggio, ogni anno affittavamo una casetta in legno con quattro camere e ci trascorrevamo diverse settimane. Il luogo era molto accogliente, la nostra casetta era nella quarta fila al numero 316, solo a pochi passi dai bagni e dalle docce pubbliche, poi seguendo il sentiero si giungeva prima ai campi di calcio, pallavolo e basket, fino a al ristorante, davanti la piscina. 

Quell'anno eravamo particolarmente entusiasti, perchè avendo compiuto sedici anni, i nostri genitori ci avevano finalmente permesso di andare in campeggio da soli. Nonostante ci vedessimo spesso sia durante l'estate, sia d'inverno, ogni occasione era buona per passare altro tempo insieme. 

Ricordo che inizialmente ero molto titubante, perchè non sapevo come comportarmi con Tommaso ed Anna, dopo tutte le cose che erano successe, così decisi di semplificarmi la vita, imitandoli. La cosa bella del nostro gruppo era che nonostante ci vedessimo spesso, avevamo sempre qualcosa da raccontarci e insieme non ci annoiavamo mai. 

Appena arrivati, Tommaso si offrì di portare dentro tutte le nostre borse, mentre noi aprivamo le finestre della casetta per cambiare l'aria e montavamo le zanzariere. Quel giorno faceva molto caldo, perciò decidemmo di andare a fare un bagno in piscina prima di pranzo. 

In campeggio trascorrevano le vacanze sempre le stesse famiglie, tutti gli anni, li conoscevo tutti, ma solo di vista, perchè sono sempre stata molto timida e non sono mai riuscita a fare amicizia. Anna e Tommaso invece, conoscevano tutti e mentre li osservavo salutare le persone, mi resi conto che i bambini, con i quali giocavamo una volta, erano ormai cresciuti e continuavano a tornare con  cugini o con amici. 

Tra questi, notai un ragazzo dai capelli rossi e mossi, la pelle candidamente bianca, con diversi tatuaggi che risaltavano come inchiostro su carta, gli occhi verdi, che come specchi riflettevano i raggi del sole e il colore azzurro della piscina. 

- Tomma', da quanto tempo, ma ti ricordi?- disse avvicinandosi a noi

- Simo! Certo, saranno anni che non ci vediamo... ti ricordi le partite a calcio finchè non diventava buio?- rispose Tommaso

- Eccome se me le ricordo! Ritornavamo a casa distrutti... sei solo?- 

- No, no, sono con degli amici... aspetta, ma quella è Anna?- Anna in quel momento si fece avanti andando accanto a Tommaso e coprendomi leggermente, non che mi dispiacesse, perchè non avevo idea di chi fosse quel ragazzo

- In carne ed ossa! Come sta Lucky?- chiese lei

- Oh, Lucky, quel cane non riportava indietro mai nulla, avrò perso centinaia di palline nel tentativo di insegnargli il riporto. Era proprio un bel cane, ma si era fatto anziano...- Lui strinse la mano ad Anna come saluto, le sorrise e lei ricambiò raggiante.

- Scusate se vi interrompo, ma dovremmo prendere l'ombrellone, sapete che qui i posti non sono molti...- dissi con un filo di voce, ma abbastanza alto per spostare l'attenzione di Anna e Tommaso dal ragazzo

- Piacere, Simone, sei nuova qui?- mi chiese porgendomi la mano, rimasi immobile per un secondo e poi realizzai nel panico che dovevo proprio dire qualcosa

- Piacere, Rosa, no, non sono nuova, venivo anch'io quando ero più piccola- risposi, ostentando sicurezza che in realtà non avevo

- Rosa... sì, mi ricordo... da piccola per caso portavi i capelli corti?- 

- Credo di sì... immagino che se conoscevi loro due, sicuramente qualche volta avrai visto anche me- cercai di sorridere, mentre alcune persone spingevano da dietro per entrare in piscina, così finalmente ci spostammo.

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