" Ciò che fai ha lo stesso valore di di ciò che pensi, quindi spingi il tuo pensiero all'amore cosmico" Giacomo Mazzariol, "Gli squali"
- Forza, Anna! Siamo solo all'inizio!-
- Ma com' è possibile? Saranno due ore che camminiamo!-
- Ei, guarda che chi si lamenta non arriva mai-
- E' confortante...-
Anna e Tommaso camminavano di fronte a me, li ascoltavo discutere sulla strada da prendere, ogni tanto lui si voltava e mi sorrideva, poi allungava un braccio dietro la schiena, aprendo bene la mano, perchè io l'afferrassi di nascosto.
- Ro', racconta qualcosa, almeno passa il tempo- mi disse Anna sbuffando per la salita.
- Non saprei cosa dire...-
- Ma come! Hai sempre qualche storia da raccontare- mi fece coraggio Tommaso.
- Va bene, allora c'è una leggenda... durante una notte estremamente buia, due ladri entrarono in una stalla e rubarono due buoi. Per illuminare il cammino, decisero di mettere le lanterne sugli animali, ma questi, che erano ladri inesperti e impacciati, fecero rumore, svegliando il proprietario della stalla. Egli, volendo capire cosa stesse succendo, prese un lume e seguì i ladri, lo stesso fece la moglie con il figlioletto, che stringeva fra le mani un altro lume.
A quel punto il garzone del contadino, temendo di essere rimproverato dal padrono per non aver difeso i buoi, andò all'inseguimento dei ladri con una luce. Soltanto che questo era intimorito sia dalla reazione del padrone, sia dai ladri e quindi si muoveva piano e spaventato.
Nessuno riuscì a raggiungere chi lo precedeva, i ladri stavano in testa e continuarono a inseguirsi finchè non arrivarono in cielo.
La vetta più alta del Pollino si chiama Dolcedorme. Si crede che un giorno i pastori del Pollino abbiamo visto una strana sequenza di stelle proprio vicino questa vetta. Le prime due stelle sembravano in coppia, molto vicine, poi altre due e alla fine una da sola. Una di queste stelle, era meno luminosa e più tremolante, sembrava indecisa se brillare o meno, quasi avesse paura di qualcosa... Quest'insieme di stelle vengono chiamate dai pastori "La costellazione dei ladri" e viene utilizzata per orientarsi di notte sulle montagne.-
- Le stelle nascondono tantissime storie, non basterebbe nemmeno un libro intero per raccontarle tutte...- riflettè ad alta voce Tommaso
- Era molto bella, Rosa- mi disse Anna, mentre finalmente finiva la salita e la strada diventava più piana.
- Tomma', adesso racconta tu qualcosa!- Dissi con entusiasmo, mentre stringevo più forte la sua mano.
- Sfida accettata, lasciami solo un attimo per riflettere...- dopo nemmeno mezzo secondo, iniziò a raccontare: - Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide. Per altri non sono che delle piccole luci. Per altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi. Per il mio uomo d'affari erano dell'oro. Ma tutte queste stelle stanno zitte. Tu, tu avrai delle stelle che nessuno ha... Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte la stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere! E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il piacere... e i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo.-
Quando Tommaso finì di parlare, rimanemmo tutti in silenzio, ancora assorti in quelle parole, poi dopo qualche minuto si schiarì la voce e disse: - Ho imbrogliato, non sono parole mie, ma del "Piccolo principe"-
- Tocca a te, Anna!- Urlai
- Okay, allora, credo di aver perso in partenza, perchè le vostre storie sono troppo belle, ma ci provo... è una poesia in realtà, di Trilussa, un autore romano, me l'avevano fatta studiare in prima media a memoria e dovrei ricordarmela, si chiama "La tartaruga", è molto breve ma bella. Allora, faceva così...
Mentre una notte se n'annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo de la gamba e cascò giù
co la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: "Scema che sei!
Queste so scappatelle che costano la pelle..."
"lo sò" rispose lei "ma prima de morì,
vedo le stelle".
- Approvata!- Dicemmo io e Tommaso in coro.
- Se proprio dovessi mai morire, vorrei vedere le stelle prima- riflettei ad alta voce, - almeno saprei che ne è valsa la pena-
- Per cosa?- Chiese Anna
- Per vivere-
- Sì, pure io, no anzi... io prima di morire, come ultima cosa, vorrei vedere il mare-
- Perchè?- Chiese tommaso.
- La mamma una volta mi disse che nacqui in acqua, in una bacinella e sembravo già brava a nuotare, come se quello fosse sempre stato il mio posto, quindi, anche se ad oggi so stare appena a galla, mi piacerebbe guardare il mare come ultima cosa, ne sarei felice-
- Io vorrei vedere mio padre, non dico parlarci o chiedergli perchè se ne è andato, ma se prorpio devo morire, vorrei vederlo e assicurarmi, così, che sono stato bravo... sono stato bravo, perchè non sono mai diventato come lui. Ecco, allora, in quel caso, morirei contento.- Le parole di Tommaso fecero tornare il silenzio, camminammo ancora tra gli alberi, davanti a noi c'erano i nostri genitori, che chiacchieravano del più e del meno. Sandra spiegava qualche ricetta a mia madre, che, pur se consapevole di non saper affatto cucinare, cercava di memorizzare tutto.
Era una gionata calda in paese, ma la montagna ci aveva accolto con il suo vento fresco e l'ombra degli alberi, intorno a noi regnava il silenzio, mi sentivo a casa. Lassù, persino i problemi di sempre sembravano spegnersi, come se fossero troppo stanchi per seguirci fino in cima e si fermassero a valle.
- Ma cosa sono questi discorsi tristi?- Chiese Tommaso, - oggi non è il nostro ultimo giorno, dunque perchè ci preoccupiamo?-
- Non puoi mai sapere qual è l'ultimo giorno, Tomma'- Dissi io
- Sì invece, l'ultimo giorno lo sai che tutto sta per finire, lo senti, lo percepisci dall'aria, dal vento che tira, insomma... te ne accorgi! Ti sembra che questo possa essere un ultimo giorno, Anna?- Chiese lui
- Ehm, no, no... non mi sembra...-
- Esatto! Questo sembra piuttosto un nuovo giorno, secondo me è il primo... massì! Non lo sentite? E' palesemente il primo giorno!-
- Ma il primo giorno di cosa, Tomma'?- Chiesi allora.
- E io cosa ne so! Perchè, l'ultimo giorno sarebbe l'ultimo, di cosa?- Rispose
- Della vita?- Suggerì Anna.
- E tu che ne sai che l'ultimo giorno di vita, non è il primo di qualcos'altro?-
Io ed Anna ci guardammo negli occhi sempre più confuse.
- Ragazzi, siamo in vetta!- Urlò Sandra, riuscivamo solo a sentire le voci degli adulti, perchè avevano proseguito più avanti, dove il bosco si apriva, lasciando entrare la luce calda del sole.
Iniziammo a correre come matti, forse perchè un po' lo eravamo davvero, sembravamo aver dimenticato la stanchezza e il male alle gambe. Tommaso era in testa, da sempre il più veloce, la sua risata sonora e allegra guidava me ed Anna. Ci inseguivamo gli uni con gli altri, senza mai riuscire a raggiungerci, eravamo tutti troppo distanti per toccarci, ma abbastanza vicini per sentire Tommaso urlare a pieni polmoni:
- MAGARI UN GIORNO SCOPRIRANNO UNA COSTELLAZIONE CHE RACCONTERA' DI NOI!-
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Ricordi a galla
RomansaRosa è una ragazza di 16 anni, che come ogni anno trascorrerà l'estate con i suoi amici da una vita: Anna, testarda, orgogliosa e sicura di sè e Tommaso, gentile, affettuoso, amichevole e sempre pieno di domande. Tutti e tre molto diversi, ma a tene...