2. ASPETTANDO

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Piton non credeva a quello che aveva davanti, Potter usava gli incantesimi di illusione per nascondere il tutto, ma la domanda è: perché? Ma adesso era meglio curare i lividi e rimarginare le cicatrici.

Prese dei unguenti per i lividi e le cicatrici, spoglio Potter della sua camicia, ha illuminato di più la stanza per vedere meglio quello che stava facendo, stava per cominciare quando notò qualcosa sul fianco sinistro di Potter, sembrava un disegno, si avvicinò per capire meglio e lì capì che era una specie di marchio impresso sulla pelle, sembrava essere stato impresso con il ferro.

Era un cerchio con al centro due serpenti avvolti intorno ad una sagoma si spada capovolta.

Piton non capiva perché Potter avesse una cosa del genere e come se l'ha procurata, perché era evidente in che modo è stata fatta c'erano tante domande che gli girarono per la mente, ma prima doveva finire il lavoro, così iniziò con il petto, poi ...

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Piton non capiva perché Potter avesse una cosa del genere e come se l'ha procurata, perché era evidente in che modo è stata fatta c'erano tante domande che gli girarono per la mente, ma prima doveva finire il lavoro, così iniziò con il petto, poi i fianchi evitando il marchio rosso, andò alla schiena, poi alle spalle abbassandosi infine alle braccia.

Quando finì coprì Potter con la coperta e andò in bagno per lavare le mani. Si asciugò le mani e si appoggiò al lavandino guardandosi allo specchio << cosa stai nascondendo Potter così ostinatamente>> pensò, << lo scoprirò Potter anche se dipendesse la mia reputazione. Ti aiuterò anche se non lo vorrai, da ora tutto cambierà. >> mentre pensava a queste parole il suo vampiro gridava di determinazione, non sapeva perchè si fosse risvegliato così all'improvviso ma adesso non gli importava, l'unica cosa che gli importava in questo momento era Potter e I suoi segreti.

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Piton era seduto lì ormai da ore sulla sedia che aveva evocato per attendere il risveglio di Potter, era mezzanotte, il coprifuoco era passato da un po'.

Era seduto lì con braccia e gambe incrociate non distogliendo mai lo sguardo da Potter aspettando, aspettando che si svegliasse per avere risposte, per conoscere la verità, odiava non sapere essere all'oscuro di qualcosa soprattutto se quel qualcosa riguardava Potter, il vampiro dentro di sé ringhiera di impazienza, voleva sapere come aiutare e se necessario salvarlo da chiunque gli avesse fatto questo, il suo vampiro stava impazzendo, non sapeva perché all'improvviso gli importasse di Potter più del solito.

Mentre rimuginava sentì Potter svegliarsi lentamente.

Pov. Harry

Mi svegliai lentamente, per un attimo pensai di essere al dormitorio di grifondoro, per poi accorgermi di non essere lì, il panico mi pervase non capivo dove fossi, c'era poca luce e non avevo gli occhiali, cercai di alzarmi ma una mano si appoggiò al mio petto fermandomi, sentendo quella mano fredda a contatto con la mia pelle capì che ero a petto nudo, arrettrai allontanando la mano da me, alzai lo sguardo per vedere chi fosse ma senza occhiali vedevo solo una sagoma indefinita, spaventato cercai di allontanarmi di più da quella sagoma, ma mi bloccai quando sentì la sua voce "Potter calmati".

Riconoscerei quella voce a mille, era Piton.
Prima che potessi rispondere mi ritrovai gli occhiali davanti alla faccia, li presi in silenzio e li misi sul ponte del naso, quando alzai lo sguardo mi ritrovai un Piton strano, sembrava teso, era seduto su una sedia, aveva indosso solo una camicia bianca e dei pantaloni neri, era strano per me vederlo senza la sua ampia tunica nera, adesso si poteva intravedere la sua corporatura, era robusto con le braccia nel fatte, spalle larghe, e petto ampio. Non pensavo che sotto tutte quelle vesti si nascondesse tutto questo.

"Allora Potter rimarrai lì con la faccia sorpresa o ti deciderai di parlare" mi disse Piton irritato dal mio silenzio.

Mi misi a sedere e mi guardai attorno, ero in una camera da metto, davanti a me c'era una porta che non sapevo dove condusse, alla mia destra c'era un grande armadio attaccato al muro e uno comodino vicino al quel lato del letto, infine alla mia sinistra c'era Piton, un altro comodino dove c'erano vari bottigliette di cui non conosceva il contenuto, e dietro Piton c'era un'altra porta.

"Dove sono signore" domandai guardando Piton.

"Sei nei miei alloggi Potter e non uscirai di qui finché non mi dirai chi ti ha fatto tutto questo" rispose Piton indicando il mio petto.

Confuso mi guardai il petto, vedi ciò che ho nascosto per anni rivelato, presi istintivamente la coperta che mi era caduta in grembo in precedenza coprendomi il petto, cominciai a tremare, no no no no non era possibile Piton non può aver visto sul serio tutto soprattutto il marchio che ho addosso, ero terrorizzato da quello che sarebbe arrivato dopo.

"Potter" sentì piton chiamarmi ma non detti segno di ascolto, volevo scappare, andarmene ma sapevo che Piton non mi avrebbe lasciato andare.
Cominciò a mancarmi il respiro, stavo avendo un attacco di panico, chiusi gli occhi cercando di controllarmi per non urlare davanti a Piton, sentivo Piton richiamarmi ma non riuscivo a sentirlo. All’improvviso sentì delle mani stringermi le braccia e scuotermi, era Piton che mi stava scuotendo, sentivo che era molto vicino a me, sentivo il suo respiro sfiorarmi le labbra, era caldo a differenza delle sue mani fredde, improvvisamente riuscì a controllare il mio respiro, e finalmente mi calmai.

“Harry, guardami” d’impulso aprì gli occhi stupito del fatto che Piton mi abbia chiamato per nome, mi ritrovai a guardare degli occhi di onice che mi guardavano intensamente con velata preoccupazione.

Lasciò andare la presa dalle mie braccia, però rimase seduto vicino a me nel letto, continuava a guardarmi intensamente, sembrava aspettare qualcosa, prima di rialzarsi e andare a sedersi ma non prima di aver avvicinato la sedia al letto.

"Va meglio?” mi domandò senza mai staccare gli occhi da me.

Annuì non trovando voce per rispondere, tenevo ancora stretto il bordo della coperta che mi copriva l’addome lasciando intravedere solo le mani e le braccia con cui tenevo la coperta, mi appoggiai alla testiera del letto.

“Perché mi ha portato qui?” gli domandai nervosamente, evitando di guardarlo negli occhi, il fatto che mi avesse visto in questo stato mi faceva venire la nausea.

“Ti ho portato qui perché sei svenuto durante la punizione, avevi la febbre, ti ho dato qualche pozione per abbassarti la temperatura.” mi rispose Piton, la sua voce sembrava arrabbiata, ma avevo la sensazione che quella rabbia non era rivolta a me.
Avevo paura di fare la prossima domanda temendo la risposta, istintivamente ancor di più fra le mani la coperta. Piton intuendo la mia reazione rispose “La prima volta che ho cercato di farti bere la pozione ti sei agitato urlando e dicendo cose, così io per capire che stesse succedendo sono entrato nella tua mente.”

A quelle parole mi raddrizzai, ho sentito la rabbia incombere su di me, e furioso urlai “Chi ti ha dato il permesso di entrare nella mia mente, non avevi il diritto di farlo”, “ALLORA RISPONDI, PERCHE’ URLAVI ZIO NON FARLO, PERCHE’ QUANDO SONO ENTRATO NELLA TUA MENTE HO VISTO CHE TI MALTRATTAVA, E’ STATO LUI A FARTI QUELLE CICATRICI E LIVIDI, E COSA E’ QUEL MARCHIO CHE HAI SUL FIANCO, CHI TE L'HA FATTO, RISPONDI” Piton si era alzato mentre mi gridava contro facendo cadere, io spaventato cercai di allontanarmi ma lui si avvicinò a me prendendomi il braccio avvicinandomi a lui, non riuscivo a muovermi, evitavo il più possibile il suo sguardo, non riuscivo a rispondere, non volevo rispondere, come potevo dopo anni di silenzio, ho nascosto questi due segreti come se ne dipendesse la mia vita, e non avevo l’intenzione di rivelarli a nessuno ben che meno a Piton.

Non mi ero accorto che si fosse avvicinato così tanto che il mio braccio era attaccato al suo ampio petto, cercai di allontanarmi ma aveva la presa salda senza farmi male.

“Guardami e rispondi Harry” mi sussurrò Piton con una voce che non ho mai pensato di sentire prima da lui, era intensa quasi gentile che mi fece venire i brividi in tutto il corpo, non riuscendo a resistere lo guardai, quello che vidi mi fece quasi sobbalzare per lo shock.

A Piton brillavano gli occhi di rosso.

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E anche questo capitolo è fatto, spero che non sia stato noglioso.
Alla prossimmmmmaaaaaa 😘😘

Al cuore non si comandaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora