Silverstone: Come get me

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Charles mugola qualcosa, sorridendo stancamente al viso intenerito di Max che lo guarda tenendosi la testa con il braccio.

"Buongiorno, piccolo. Dormito bene?"

Il moro annuisce soddisfatto, stiracchiandosi per bene e imbarazzandosi un poco nel rendersi conto di essere ancora nudo sotto il tessuto morbido arancione. Approfitta che Max si sia allontanato dalla camera da letto per poter contemplare la sua figura minuta allo specchio, il collo martoriato dalla notte precedente e i capelli scuri sparati da tutte le parti. Nell'alzarsi storce il naso tenendosi il sedere dolorante e cammina a passo lento verso l'olandese intento a sistemare le sue cose nella valigia.

"Non fiatare. Max, non una parola."

Ringhia divertito il monegasco, imbronciandosi al sorrisino orgoglioso del biondo. Vedere il ferrarista passeggiare tranquillamente nella sua stanza d'hotel, solo la sua maglia larga addosso e il corpo cosparso dei suoi segni affamati lo fa impazzire. Le gambe scoperte del moro faticano a seguire un movimento fluido, zoppica un poco e geme ad ogni movenza brusca. Recupera i suoi vestiti, si infila i pantaloni imprecando di continuo e si sporge verso il biondo per rubargli un dolce bacio sulle labbra prima di tornare nella sua camera a prendere la valigia abbandonata sul materasso. Il campione sorride sulla bocca rosea del pilota in rosso, gli arpiona i fianchi e intrufola le mani grandi sotto la maglia in cotone percorrendo la schiena liscia di Charles.

"Ci vediamo a Silverstone, schat. Sei bellissimo"

Sorride l'olandese, avventandosi nuovamente sulle sue labbra lucide. Il pilota numero 16 si affretta ad uscire dalla stanza tentando di passare inosservato e sperando che nessuno lo veda. Spiegare ad un qualunque collega di lavoro che ha passato la notte con Max dopo tutti i gemiti che avranno sentito, forse la scusa dell'aver perso la chiave magnetica non reggerebbe.

Il viaggio in aereo è molto più tranquillo di quanto pensasse, a parte qualche domanda di Arthur e Andrea riguardo ai succhiotti visibili sul suo collo latteo nonostante il foulard leggero che indossa. Durante la partita a scacchi con suo fratello a bordo del suo jet privato, quest'ultimo lancia continui sguardi glaciali alla sua pelle martoriata e spesso si appoggia due dita sulle tempie. Sospira un poco, sa che è preoccupato ma conosce anche lui Max e in questo momento il moro pare tutto tranne che in pericolo assieme al pilota RedBull.

"Arthur, ti prego. Non guardarmi così"

Sussurra il maggiore, sfiorando le dita lunghe del minore con le sue ancora appoggiate accanto alla scacchiera e nel vano tentativo di capire cosa gli stesse passando per la testa. Il viso gentile e gli occhi verdastri tristi così simili ai suoi spezzano la corazza di apprensione che il biondo ha costruito appena appurato che l'amato fratellone ha passato la notte a divertirsi con il rivale storico. Arthur sorride e intreccia le dita con quelle di Charles, riprendendo la partita a scacchi lasciata in sospeso e lasciando che il maggiore gli racconti tutto riguardo la relazione con il campione mondiale. Il monegasco più grande è al settimo cielo, avvolto ancora nella maglia arancione impregnata del profumo di Max.

Il giorno successivo anche il pilota RedBull è arrivato finalmente a Silverstone e appena il tempo di scendere dall'aereo privato si è subito informato sul numero della stanza prenotata a nome del moro, trascorrendo i giorni prima delle prove libere insieme a coccolarsi e fare l'amore. Quel giovedì sera, Charles e Max sono sotto la doccia a baciarsi senza sosta sfiorandosi ovunque. Il biondo afferra con forza il sedere tondo del minore, lo solleva senza alcuna difficoltà e gli tiene saldamente le gambe snelle con le braccia assicurandosi di non farlo cadere. Il ferrarista gli avvolge il collo appoggiando le labbra dolci sulla mandibola glabra dell'olandese, mentre quest'ultimo lo spinge piano contro la parete bagnata e fredda tirando indietro la testa seguita da un leggero ansito. Max nonostante sia incontenibile, si prende qualche istante per poter preparare a dovere il monegasco stuzzicandogli l'entrata con due dita umide. Il pilota in rosso geme a gran voce, la fronte abbandonata sulla spalla del maggiore, le braccia muscolose dell'olandese che lo fanno saltellare con forza su e giù sulla lunghezza turgida di quest'ultimo. Non pensa si abituerà mai alle spinte vigorose del biondo, ad ogni stoccata sembra andare sempre più in profondità e Charles si porta istintivamente una mano sul ventre un poco gonfio come se volesse sentire fin dove possa arrivare il membro del campione.

I am bound, but I will not break - LestappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora