Isabella pt2

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Isabella (Warning)

Mi svegliai in un letto di ospedale. Le pareti erano bianche ed era tutto pulito.
Rebecca, fu la prima cosa a cui pensai. Mi girava la testa un po' la testa e chiamai ad alta voce se c'era qualcuno. Volevo tornare a casa e parlare con Rebecca.

Dopo cinque minuti i dottori chiamarono Rebecca, e lei mi guardò preoccupata cercando di tenersi dentro le lacrime. Era come un cucciolo smarrito, mi ero presa cura di lei da quando erano morti i suoi genitori e non mi aveva mai visto in questo stato. Deve essere stato uno shock per lei. L'abbracciai e lei cominciò a piangere sulla mia spalla.

<<Sto bene Rebe, tu invece hai delle novità con qualche ragazzo?>> chiesi per sdrammatizzare ma lei mi diede un colpo alla spalla.

<<Sei impazzita? Che hai fatto? Cosa hai combinato? È stato Arthur?>> disse allarmata con le lacrime sulla guancia. Mi spezzava il cuore vederla così.

<<Sto bene, ho solo bisogno di mangiare qualcosa. Muoio di fame>> ignorai la sua domanda. La verità è che era da un po' che soffrivo per la mancanza dei miei genitori e le sostanze, la droga e il resto non avevano fatto altro che peggiorare il mio stato. Avevo provato a smettere ma il dolore era molto più forte quando ero cosciente.

<<Isabella, non farlo mai più. Non mi abbandonare ti prego>> supplicò Rebecca. Non avevo intenzione di farlo, Rebecca era come mia sorella ma certe volte scaricava tutto il suo dolore su di me e io me ne facevo carico senza niente in cambio.

Gli sorrisi e chiesi all'infermiera di portarmi qualcosa da mangiare mi avrebbero dimesso in poche ore ma avevano bisogno della firma dei miei genitori.

<<Non si può fare>> le dissi quando tirava fuori dei documenti.

<<Sono fuori città, lo sono sempre>> continuai facendo una faccia da non curante. Speravo smettesse di farmi queste domande

<<Un adulto basterebbe? Posso chiamare mia madre>> intervenne Rebecca. Non volevo che mi vedesse in quello stato.

<<Certo, ma deve avere il permesso dai suoi genitori>> concluse l'infermiera. Forse non sarei mai uscita dall'ospedale. Rebecca mi salutò e disse che andava a fare una telefonata. Andai in bagno e quando guardai allo specchio avevo delle occhiaie enormi e sembrava che non dormissi da giorni. In realtà avevo dormito, per ben 18 ore. Deve essere la conseguenza dell'overdose.

---Due ore dopo (18:00)

Rientrò Rebecca nella stanza e non era sola. Era con Tom Kaulitz? Che coppia bizzarra pensai. Imprecai dentro di me per presentarmi così malandata davanti a lui. Poi feci un sorrisetto a Rebecca che mi fece l'occhiolino, vedo che anche nelle situazioni brutte resta comunque lei.

<<Tom Kaulitz, che sorpresa>> dissi debole mentre osservavo come Rebecca si rifugiasse dietro a Tom. Qualcosa mi sfugge.

<<Già, ti sei svegliata bella dormiente>> disse lui prendendomi in giro.

<<Su bella ti do ragione>> guardai Rebecca dargli la mano. Deve essere stato molto brutto per lei trovarmi in quello stato, non oso immaginare.

<<Riprenditi Isabella, sappi che mi devi un'altra festa>> disse Tom dandomi uno colpetto sulla spalla prima di andare via. Per quanto mi sembrassero una coppia bizzarra si assomigliavano molto e io ho sempre avuto un gusto discutibile in fatto di uomini ma Rebecca Wilson era più intelligente di me.

Feci un occhiolino a Rebecca e lei però questa volta sembrò preoccupata. Spero di non aver giudicato male Tom.
<<Che succede Rebe?>> la guardai preoccupata.

<<Io non ho fatto sesso...ma...>> disse quelle parole e la guardai scandalizzata.

<<Scusa? Cosa? Con chi? Tom??>> feci un enfasi alla fine della frase alla parola "Tom". E quando lei annuì, feci un sorrisone e la abbracciai.

<<È una notizia fantastica Rebecca!>> dissi separandomi dall'abbraccio lei però non sembrava così felice.

<<Che succede?>> chiesi preoccupata a quel punto.

<<Niente, diciamo che ha una intesa, forse anche più forte con una certa Katy Williams>> abbassò lo sguardo e io la guardai incredula.

<<Lui sa di...?>> chiesi ancora.

<<Si>> concluse facendo un respiro profondo con un sorriso addolorato. Ero arrabbiata, e gliele avrei suonate. Rebecca era la ragazza più dolce che conoscevo e non aveva mai baciato nessuno, figuriamoci quello.

<<Oh...Rebe>> la abbracciai ancora e lei pianse nelle mie braccia. Doveva essere stressata. Poi si rialzò e si fermò a riflettere come scegliendo le parole giuste ma non c'erano per quello che mi stava per dire.

<<I tuoi vengono in città>> mi bloccai quando sentii quelle parole. Non volevo vederli, non volevo sentirli e non volevo parlarci. Volevo sparire.

<<Rebecca, io non voglio vederli>> dissi sottovoce cercando di controllare la mia rabbia.

<<Si, ma ti faranno uscire>> mi rispose lei contenta. La verità non la sapeva nessuno, solo io e Heidi. Mia sorella, che non era mai qui neanche lei. Beata.

<<Hai ragione, Rebe. Ora però vorrei dormire un po'. Vieni a trovarmi stasera>> le dissi fingendo un sorriso che però lei si è bevuta. Mi lasciò da sola nella mia stanza e io aspettai due minuti prima di alzarmi.

Mi alzai in fretta e mi vestii velocemente con i vestiti che mi avevano lasciato. Erano sporchi ma mi avrebbero permesso di uscire senza un camice, mi strappai la flebo e quando la macchina cominciò a suonare uscii dalla stanza. Nessuno mi vide uscire dall'ospedale. Ormai erano le 20:00 e io volevo solo sparire. Mi frugai nelle tasche e avevo ancora un po' di 3rba. Mi serviva qualcosa di più forte ma mi accontentai.

Mentre camminavo per strada le luci erano offuscate, la mia vista era appannata e il mondo girava più lentamente. Mi girava la testa non sapevo dove ero, e non volevo saperlo. Camminai il più lontano possibile e la gente sembrava così buffa. Alcuni ridevano e io ridevo con loro, altri mi guardavano e basta ma non mi importava. Un ragazzo mi si fermò davanti. O era una ragazza? Ha detto qualcosa su una festa. Non mi importava salii in macchina e andai.

Avevo il vento fra i capelli, mi sentivo libera. Non volevo essere lì ne da nessuna parte. Volevo fluttuare via, mi venni in mente Pennywise e cominciai a ridere. Le persone accanto a me risero con me e un ragazzo mi mise la mano nelle mie spalle. Non volevo che nessuno mi toccasse ma accettai e basta, non dissi niente.

Mi fece scendere a una festa, sembrava uno scantinato pieno di led. La luce cambiava e certe volte diventava tutto buio, quei pochi secondi duravano una infinità. Il ragazzo di prima mi prese il braccio e io lo seguii. Ballai con la musica che mi stordiva le orecchie e il ragazzo ballava insieme a me.

Mi guardavo attorno e la gente rideva, erano tutti felici. Lo ero anche io, veramente. Pensai a Heidi. Dov'è? Dov'è mia sorella? Mamma?
Il ragazzo si stava avvicinando a me. No! Che fai?
Volevo urlare. Stavo soffocando. Lo spinsi e corsi in bagno qualcuno però mi seguii e riconobbi la voce. Bill?

Blessing - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora