Hotel

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Rebecca

<<Non credo di riuscire ad andare a casa stasera>> dissi uscendo dall'ospedale con Tom.

<<Posso stare da te?>> chiesi imbarazzata, ero ancora un po' traumatizzata e l'unica cosa che volevo fare era piangere sulla spalla di qualcuno.

<<Certo, vieni qui>> Tom mi tirò a se per il braccio e mi abbracciò e mi lasciai andare. Piansi. Lui però mi prese il mento e mi baciò. Il sapore delle mie lacrime si mischiò a quello delle nostre labbra e volevo che quel momento durasse per sempre.

--- Due ore dopo (20:00)

Ero nella stanza d'hotel di Tom ed ero seduta sul letto king size aspettando che lui uscisse dalla doccia. La stanza profumava di pulito ed era tutto ordinato.
Avrei dovuto farmi una doccia anche io, ormai era un po' tardi e io puzzavo.
Bussai alla porta del bagno

<<Tom, è tutto ok lì dentro?>> dissi e il soffione smise di fare rumore e la porta si aprii.

<<Ciao biondina>> disse appoggiandosi a un lato della porta facendomi un sorriso. Arrossii lievemente fissando il suo petto ricoperto di goccioline d'acqua.

<<Ciao Tom. Posso farmi una doccia? Prendo i tuoi vestiti in prestito>> dissi un po' nervosa.

<<Se sono baggy per me te ci ballerai la samba dentro. Comunque prendi in prestito una mia maglietta>> disse ironico. Sbuffai e presi una maglietta dal cassetto. Mi piaceva il fatto che scherzasse così, era fastidioso ma certe volte tollerabile.

Entrai nella doccia e mi feci una doccia fredda. La sensazione dell'acqua fredda mi provocò un sussulto ma poi diventò piacevole. Mi bagnai i capelli e pensai alla giornata. Prima gli esami poi Tom e poi Isabella. Era dannatamente stressata volevo solo dormire e che finisse tutto.

Uscii dalla stanza e mi trovai Tom steso sul letto con le mani dietro la testa. Aprii un occhio e mi guardò.

<<Che fai? Non vieni?>> disse squadrandomi da sopra a sotto. La maglietta che mi ero messa stava già grande a lui quindi a me stava il triplo di larga. Sembro...

<<Sembri un fungo>> disse scoppiando a ridere prendendomi in giro.

<<Haha divertente>> dissi sarcastica sedendomi sul letto.

<<Fatti una risata Wilson>> mi guardò appoggiando il gomito sul letto di lato.

<<Non sono io che non voglio ridere, sei tu che non fai ridere Kaulitz>> lo presi in giro ancora una volta.

<<Ah sì?>> disse con aria di sfida mettendosi sopra di me facendomi il solletico.

<<Noo, Lì no! Stronzo te la farò pagare>> dissi ridendo incontrollabilmente.

<<Ahahaha, ti prego basta>> continuai e quando si fermò gli presi le mani e ribaltai la situazione. Ora ero io sopra di lui. Aspetta. Sopra di lui??
Mi coprii la faccia dall'imbarazzo chiedendo scusa e cercai di togliermi in fretta. Lui però mi riposizionò sopra di lui prendendomi dalla vita.

<<Che cerchi di fare Kaulitz?>> chiesi in tono di sfida.

<<Niente, sei bellissima vista da qui sotto>> Non lo aveva detto sul serio pensai. Mi prese dal braccio e mi tirò a se baciandomi ancora una volta. Non avrei commesso lo stesso errore. Non perché lui vada a scoparsi Miss. Mi faccio tutti.

<<Non voglio Tom>> gli sussurrai sottovoce.

<<Non vuoi cosa?>> disse lui sorridendomi. Faceva sul serio?

<<Non voglio andare al letto con te, Tom Kaulitz>> dissi cercando di tenergli testa.

<<Chi ha parlato di venire a letto con me?>> disse lui. Mi ero immaginata tutto? Cazzo questo si che era imbarazzante. Diventai la reincarnazione di un pomodoro e mi coprii la faccia ancora una volta.
Lui però si girò di nuovo mettendomi sotto di lui e misi la sua mano sotto la t-shirt baciandomi il collo.
Non farti prendere dal panico Rebecca. Tu sei meglio di lui.

<<Tom smettila>> gli sussurrai cercando di resistergli.

<<Smettere di fare cosa?>> disse lui. Ancora con questa storia?

<<Senti, non ne ho voglia, ok?>> dissi spostandomi ricordando Katy.

<<Come vuoi>> disse lui girandosi dall'altra parte.

Mi sedetti sul letto con le gambe incrociate.

<<Perché eri con Katy oggi, Tom?>> chiesi di punto in bianco.

<<Scopiamo e basta. Quindi?>> disse lui con tono freddo. Quelle parole mi ferirono tanto.

<<Quindi è questo che sei venuto a fare a casa mia? Scopare e basta?>> dissi ferita. Non volevo ricominciare a piangere.

<<Non abbiamo fatto sesso io e te Wilson>> disse girandosi verso di me di nuovo.

<<Quella... era la mia prima volta. Chiamala come ti pare Kaulitz. Pensavo>> sospirai <<Pensavo io ti piacessi>>

<<Io non...>> non riuscii a finire la frase perché mi alzai.

<<Vado da un'altra parte, qual è la stanza di Bill?>> dissi prendendo le mie cose.

<<405>> non disse altro. E uscii dalla stanza.

Blessing - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora