La strada buia

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Avevamo finito di giocare da un po', era tardi e stavamo mettendo apposto quando all'improvviso sentimmo qualcuno bussare alla porta.

<<Vado io>> dissi ad alta voce camminando verso la porta.
Aprii la porta e restai senza parole.

<<Rebecca! Che piacere vederti! C'è Isa in casa?>> disse la madre di Isabella.

<<Si, è in cucina>> non dissi altro e indietreggiai camminando verso la cucina con i genitori di Isabella.

Isabella incontrò il mio sguardo e il suo sorriso si interruppe. Mi fissò e riuscivo a vedere le lacrime ai suoi occhi formarsi.

<<Che ci fate qui?>> disse lei dall'altra parte della cucina.

<<Tesoro, siamo venuti a visitarti>> disse sua madre avvicinandosi.

<<Voi due mi avete abbandonato per mesi da sola. Heidi? Non avete la minima idea di dove sia vero?>> disse chiaramente ferita.

<<Heidi ha scelto di andarsene tempo fa>> disse sua madre con uno sguardo freddo.

<<Certo perché siete degli psicopatici! Andate fuori! Subito!>> urlò lei con le lacrime agli occhi. A quel punto tutti ci fissavamo e forse era meglio andarsene ma nessuno osava muoversi.

<<Questa è casa nostra e veniamo qui quando ci pare e piace! Vattene tu se proprio non vuoi vederci!>> disse sua madre urlando a sua volta. Suo padre se ne andò dalla stanza non curandosi della situazione.

<<Con piacere>> disse Isabella uscendo dalla stanza sbattendo la porta.

<<È stato un piacere ma ora dovrei andare>> dissi all'improvviso facendo segno a tutti di uscire insieme a me.

Isabella era sul orlo di un attacco di panico. Ansimava e aveva lo sguardo perso. Le presi il polso e la guardai.

<<Isabella? Isabella guardami>> dissi guardandola negli occhi.

<<Portami lontano da qui. Non voglio vederli Rebecca>> disse lei piangendo. Non avevo mai capito bene cosa hanno fatto i suoi genitori ma lei li odiava. E per qualche ragione sua sorella se ne era andata tempo fa quando lei era una bambina.

Guardai Jake e Justin e gli feci segno di andarsene. Poi guardai Tom e mimai con le labbra "Ti chiamo dopo" lui annuì e andò via.

Camminai con Isabella per due isolati e entrai a casa mia. Mia madre era seduta sul divano e Isabella aveva il mascara colato per aver pianto.

<<Ti sembra che siano ore di rientrare queste? Hai saltato la scuola Rebecca! Non è da te>> guardò me poi guardò Isabella. Quel gesto mi diede fastidio ma non volevo discutere in quel momento.

<<Non è il momento mamma>> feci segno a Isabella di andare su.

<<Invece si. Rebecca, ti prego non saltare più la scuola>> disse lei calmandosi. Annuii e salii pure io.

Isabella Davis sembrava un po' persa in quel momento. Io mi sedetti accanto a lei e appoggiai la mia testa nella sua spalla. Non capivo che succedeva e questo mi impediva ancora di più di aiutarla.

<<Isa, ti va di spiegarmi?>> chiesi gentilmente. Non volevo infastidirla.

<<Dovrei andarmene come fece Heidi. Ma non ho nessun posto dove andare>> disse lei fissando il vuoto e si accese una sigaretta. Se prima ero confusa adesso ancora di più.

<<Posso dormire qui stanotte?>> mi chiese.

<<Certo Isa, prendo le coperte e dormiamo>>

Scesi a prendere le coperte e dopo un'oretta mi addormentai nel letto accanto a Isabella.

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Isabella

La sua voce si sentiva attraverso il vetro. Loro discutevano, mio padre sembrava non essere d'accordo ma mamma pensava fosse l'unica opzione.
Non capii cosa avevo fatto di sbagliato ma mamma si arrabbiò tantissimo quando mi trovò guardando il computer di papà. C'erano molte donne, corpi nudi. E facevano qualcosa di molto strano io non capivo ma lei però disse che era tutta colpa mia. Che papà non la amava più. Che ero troppo giovane ma avrei fatto la fine di Heidi. Disse che mia sorella era impura e io anche.
Mi chiuse fuori di casa, era inverno. Passai ore a bussare alla porta ma senza alcuna risposta.
Urlai il nome di mamma finché non mi si seccò la gola.
Camminai per la strada buia piangendo e un uomo mi offrì una caramella, sembrava così saggio. Diceva di conoscere mia madre così lo seguii.

Udii le sirene in lontananza, mi sentivo calda in quella notte fredda. Una pozza di un liquido rosso sotto di me mentre ero sdraiati su un giardino. Mentre l'uomo saggio scappava via.

Mi sentivo soffocare di nuovo. Sentivo caldo volevo scappare. E così feci. Scesi dalla finestra della stanza di Rebecca e camminai per la strada buia ancora una volta.

Blessing - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora