Vicini

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La classe si svuotò e rimase solo Tom a quel punto quindi decisi che la migliore opzione era scappare, subito.

<<Che fai mi perseguiti Wilson?>> disse lui alle mie spalle mentre cercavo di uscire dall'aula quando mi voltai mi fece un sorrisetto che mi fece sentire le farfalle allo stomaco

<<Haha, semmai se tu quello Kaulitz>> gli ricambiai il sorriso. Mi si avvicinò giocando con il piercing del labbro mentre alle mie spalle sentii dei passi. Era arrivato Jake in mio soccorso.

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<<Grazie Jake>> dissi nervosa mentre mi incamminai verso la mensa della scuola

<<Già, deve essere terribile essere fermata da una celebrità>> affermò con un sorrisetto. Ma che avevano tutti con questo maledetto sorriso?

Mi incamminai verso la mensa e vidi la rossa avvicinarsi a Tom. Katy Williams la ragazza più fastidiosa di questa scuola, si sarà fatta mezza squadra di basket, non che mi interessa ma se punta a Tom spero che lui sia uno furbo.  Lui ovviamente non aveva perso tempo, le stava stringendo il fondoschiena davanti a tutti, forse avevo capito con chi avevo a che fare: un casanova. 

Mi sedetti accanto ai miei amici, non siamo i più popolari ma nemmeno i più silenziosi potremmo essere considerati i tossici se non ci fossi io, non che fumassero parecchio ma ultimamente erano arrivati gli esami e girava lo stress. 

<<Rebeccaaa!>> urlò Justin e notai subito le pupille dilatate

<<Cristo Justin, è mezzo giorno!>> lo rimproverai sedendomi accanto a lui che mi strinse la mano attorno alla vita. Justin era gay ma non era di dominio pubblico gli unici a saperlo eravamo io e Isabella. A lui piaceva far finta che non lo fosse quindi gli piaceva flirtare con me in pubblico e accarezzarmi un po' troppo, a me non dava particolarmente fastidio. 

Sentii uno sguardo fisso su di me fulminandomi così mi girai ed era lui che mi osservava il che mi fece un po' strano dato che nelle braccia aveva un'altra ragazza ma non ci feci caso e mi voltai di nuovo. Quando ricevetti una notifica sul telefono.

"Che fai, mi ignori?" -numero sconosciuto

                                                                                                                 "Chi saresti?" - R.W

"Lo sai benissimo chi sono" - numero sconosciuto

                                                                                                           "Non mi viene in mente nessuno" - R.W

Spensi il telefono e mi concentrai su altro come su Isabella che se ne andava, dove stava andando? La seguii per tutta la scuola e la trovai in cortile a parlare con una persona molto alta ma da lontano non vedevo niente quindi mi avvicinai. 

Se non mi fossi avvicinata avrei detto che era il gemello di Isabella per come si vestivano ma in realtà era il gemello di qualcun altro. Isabella mi notò e mi prese la mano per avvicinarmi ancora di più.

<<Rebecca, lui è Bill Kaulitz>> disse lei molto nervosa, io lo avevo capito chi fosse ma mi chiedevo un'altra cosa.

<<Pensavo saresti svenuta quando lo avresti incontrato>> disse sussurrando nel suo orecchio dopodiché mi diede un colpetto con il braccio. La gentilezza non è il suo forte. 

<<Isabella mi ha detto che hai già incontrato Tom>> disse Bill guardando me

<<Ah. Ti ha detto questo?>> guardai Isabella che mi guardò a sua volta con lo sguardo di mea colpa e sforzai un sorriso, in fondo non era sua la colpa.

<<Un piacere conoscerti Bill. Io sono Rebecca Wilson, abito a due isolati più in fondo>> indicai con una mano per poi tornare a guardare Bill

<<Oh anche noi, stiamo nel hotel in fondo all'isolato! Saremo vicini>> disse lui facendomi un sorriso ampio, sembrava quello di Tom e lo trovai stranamente adorabile. Non sapevo se essere felice della notizia, speravo solo che Tom lo scoprisse. 

<<Ciao ragazzi!>> salutò un ragazzo con i capelli lunghi accanto ad un altro con gli occhiali, li ho visti al concerto sono Georg e Gustav, in quel momento Isa mi prese la mano come se stesse per svenire. 

<<Festa a casa mia venerdì Bill>> disse Isabella di impulso e tutti si girarono a guardarla, era strano che si fosse offerta per una festa i suoi genitori non lo avrebbero permesso mai. I ragazzi annuirono e Bill fece l'occhiolino a Isabella prima di andare via. Isabella si afferrò a me per cercare di non urlare. Non capirò mai questa cosa, non ascoltavo musica dalla morte dei miei genitori se non fossi stata ad ascoltare musica nella mia stanza avrei sentito gli urli dalla sala da pranzo. 

Blessing - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora