Isabella

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Tom se ne andò via quella sera. Avrei voluto che restasse con me ma mi sarei sentita a disagio quando mia madre sarebbe entrata in camera mia quindi direi che è meglio così. Mi alzai dal letto e scesi per andare a mangiare mentre scendevo le scali mi si illuminò lo schermo del telefono.

"Buongiorno bellezza, ti vedrò oggi?" - numero sconosciuto

Non volevo pensarci, rivederlo e avere una conversazione normale con lui mi sembrava impossibile senza rischiare di impazzire e oggi avevo uno degli esami finali. Dovevo restare concentrata. Scesi giù e mentre prendevo il toast con una mano scrissi a Isabella con l'altra.

"Vedi di farti trovare a scuola oggi" - R.W

Di solito nel periodo di esami spariva, all'inizio non capivo il perché poi quando ogni volta che la chiamavo era fatta di qualcosa capii che era per lo stress. Ormai insistevo parecchio per il fatto che lei dovesse smettere ma non lo faceva mai. Ero preoccupata.

Entrò mia madre nella stanza e mi osservò attentamente mentre scrivevo con il telefono mentre mangiavo, fece uno sguardo di disapprovazione e poi sparì dietro l'angolo.

Mi finì di preparare e uscii dalla porta dalla porta principale, non erano venuti a prendermi come al solito quando ci sono gli esami. Presi la bici di Isabella che mi dimenticai di restituire e pedalai verso la scuola.

I corridoi erano pieni e la gente era nervosa, attendevano che le aule aprissero per gli esami. Avevano tutti fogli in mano e sembrava che non avessero dormito, iniziai a preoccuparmi anche io. Forse non avevo studiato a sufficienza, ma l'ansia cessò appena senti qualcuno mettere la mano attorno alle mie spalle.

<<Ehi Rebe, come va?>> disse Justin appoggiato a me. Era un metro e novanta ed era il capitano di football, gli diedi un colpo e lui si appoggiò al muro davanti a me.

<<Isa? Ti ha detto qualcosa?>> chiese preoccupato. Pensavo che Isa avesse già parlato con lui.

<<Non ha ancora pagato Arthur?>> chiesi anche io preoccupata e lui dissentì con la testa. Imprecai sottovoce.

<<Sai cosa succede se non fa in tempo>> disse Justin sottovoce per non farsi sentire. Annuì e lo salutai.

L'anno scorso Isabella è stata via una settimana intera per andare a visitare i suoi cugini in Alaska. Il problema è che non era andata per una semplice visita ma perché le serviva tempo per pagare Arthur e doveva sparire per un po'.
Smisi di preoccuparmi e andai in aula a fare gli esami, avevo studiato un po' ma non tantissimo e poi ieri sera...cominciai a rivivere i flashback non solo nella mia mente, li sentivo nella pelle. Non era il momento, mi sedetti e mi concentrai.

--- Un'ora dopo

Avevo dato il primo esame, me ne mancava un altro. Ero ancora preoccupata perché non c'era nessun segno di Isabella andai in mensa per fare una pausa e mangiare qualcosa e per qualche motivo era piena di gente. Mi guardai attorno e scoprii che il motivo si chiamava Georg Listing e Tom Kaulitz. Non ebbi il coraggio di avvicinarmi, presi una mela e mi sedetti al tavolo più lontano.
Dopo qualche secondo però si sedette Jake al mio tavolo.

<<Ciao Rebe, come stai?>> disse prendendo un morso del mio panino che avevo appoggiato nel vassoio. Quello era mio, lo fulminai con lo sguardo.

<<Il tuo Tom Kaulitz non perde tempo eh>> disse prima di mordere il mio panino ancora una volta. Arrossii lievemente e poi guardai da quella parte. Non riuscivo a vedere niente, c'erano troppe persone.

<<Sembra che abbia fatto amicizia con Katy Williams>> disse mandando giù il boccone. Pregai di non aver sentito veramente quelle parole. Pensavo che dopo che gli avevo confidato cosa aveva fatto Katy non avrebbe fatto amicizia con lei ma cercai di non pensare male di lui e mi avvicinai facendomi spazio tra la gente. E lo vidi lì, che teneva tra le braccia la rossa mentre parlava con i suoi altri amichetti.
I suoi occhi incontrarono i miei e nel suo sguardo non c'era presenza di una emozione si voltò e continuò a parlare come se niente fosse.
Non avevo tempo per queste cose, presi la mia roba e me ne andai senza nemmeno salutare Jake.

---Un'ora dopo

Avevo finito il mio altro esame, la mia testa però non faceva altro che pensare a due persone Tom e Isabella che non facevano altro che farmi preoccupare e arrabbiare. Uscii di scuola e andai con la bicicletta a casa di Isabella.

Bussai alla porta. Una, due, tre volte e nessuno rispose quindi infrazione sia. Entrai in casa e mi guardai attorno, urlai il suo nome ma nessuna risposta. Sperai che non ci fosse nessuno con lei in quella camera e aprii lentamente. Nessuna traccia di Isabella.
Aprii tutte le porte della casa ma nessuna traccia di Isabella, per ultima aprii la porta del bagno ed ecco Isabella. Sdraiata per terra senza conoscenza.

Entrai nel panico non sapevo cosa fare, non sapevo chi chiamare. I suoi genitori erano fuori città così chiamai una ambulanza e poi chiamai Tom.

<<Tom...ti prego, vieni subito a casa di Isabella>> la mia voce tremava e facevo fatica a fare una frase completa lui non rispose. Capii che aveva capito e mi disse che veniva subito.

--- Quindici minuti dopo

Isabella era stata portata via dalla ambulanza, non so che avesse o se avesse preso qualche droga o sostanza. Ed ero rimasta io che sudavo freddo seduta sul vialetto di casa di Isabella con Tom seduto accanto a me.

<<Stai bene ora?>> chiese lui con un tono calmo. No. Non sto bene.

<<Non so neanche perché ti ho chiamato, puoi andare ora>> dissi nervosa mentre mi mordevo le unghie. Era una brutta abitudine che avevo ma lo facevo solo quando ero stressata.

<<Mi hai chiamato perché avevi bisogno di qualcuno>> disse lui guardandomi come se mi capisse.

<<Tu non capisci, io non posso perdere Isabella. Ho perso tutti, non posso perdere anche lei>> dissi singhiozzando e lui prese la mia testa e la appoggiò nella sua spalla.

<<Qualunque cosa succeda non ti lascio sola>> sussurrò lui. Non ci credevo, come potevo credergli. Dopo avermi usato se ne era andato come tutti gli altri e lo avrebbe fatto anche lui. Era solo questione di tempo.

Blessing - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora