Tom

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Una forza surreale mi attirava a lui ancor di più. A quel punto non mi importava più, la mia schiena si inarcò e le mie braccia erano attorno alle sue spalle mentre lui si avvicinava così tanto da sentire il suo corpo premere contro il mio. Lui si fermò per farmi un sorriso e accarezzarmi i capelli quando all'improvviso aprii gli occhi e sentii la porta bussare di nuovo.

<<Sono Isabella>> disse una voce attraverso la porta. Dev'essere stata la birra a farmi immaginare tutto, quando apri la porta lei si spinse contro di me abbracciandomi. 

<<Oh Rebe, stai bene? Mi dispiace sia successo quello, dovrei averlo immaginato che non ti piaceva la folla o baciare Tom>> disse lei. Solo una di queste era corrette ma non volevo ancora ammetterlo a me stessa e nemmeno pensarci. Uscii dalla stanza e guardai Isabella. 

<<Sono quasi andati via tutti, vuoi che ti accompagni a casa?>> chiese lei. 

<<No grazie, mi serve tempo per pensare>> risposi dandole un abbraccio. <<Posso prendere la tua bici?>> conclusi e lei annui. 

Erano le una passate ormai e io avevo un vestito scomodissimo e il trucco colato mentre pedalavo verso casa e notai una sagoma seduta sul vialetto. Imprecai sottovoce pensai che mia madre mi avrebbe uccisa per essere tornata alle una dopo un sabato passato fuori casa ma in realtà mi trovai lui, Tom, imprecai ancora più forte e scesi velocemente parcheggiando la bici. 

<<Che ci fai qui tu?>> chiesi nervosa, se sapesse quello che mi passa per la testa non sarebbe qui. Almeno credo.

<<Volevo sapere come stavi>> disse lui alzandosi lentamente camminando verso di me. Camminai anche io verso di lui ma solo per oltrepassarlo e andare alla porta di casa. 

<<Io sto bene, credo>> feci una risatina nervosa e mi fermai alla porta. <<Come sai dove vivo?>> dissi incuriosita, il dubbio era più forte di me. 

<<Bill>> disse lui e io annui imprecando dentro di me. <<Già, io comunque dovrei andare sai...>> dissi aprendo la porta di casa a quel punto lui mi raggiunse e si avvicinò a me fermandomi tenendo la maniglia della porta con la sua mano sulla mia. 

<<Perché sei scappata prima?>> chiese guardandomi negli occhi, cosa che mi rese molto più nervosa. Tolsi la mano velocemente e guardai altrove mentre le mie guance si tingevano di rosso. 

<<Niente, non mi piace baciare le persone in pubblico>> dissi sorridendo nervosamente. Mi sentii così goffa e scema. 

<<E in privato?>> disse lui sorridendo cercando il mio sguardo. Che diavolo stava cercando di fare?

<<Le birre ti hanno dato alla testa>> dissi distogliendo lo sguardo mentre entravo in casa. A quel punto lui chiuse la porta velocemente e mi spintono contro la porta. 

<<Ti ho fatto una domanda>> disse serio guardandomi negli occhi.

<<Pensi che io voglia baciarti, Kaulitz>> dissi cercando di tenergli testa guardandolo anche io

<<Penso che lo voglio io>> disse prima di continuare <<Non so come fai ma c'è qualcosa che continua ad attirarmi a te, e fa che io ti desideri sempre di più>> concluse. A quel punto pensai che ero io ad essere impazzita e ed essermi bevuta troppe birre. Si avvicinò e mi guardò dal basso, era incredibilmente alto rispetto a me. Mise le sue mani nella mia vita e sentii di perdere la testa. 

<<Credo che sia meglio che io entri>> dissi sottovoce.

<<Io invece credo che voglia anche tu baciarmi>> disse convinto piegando la testa al lato.

Blessing - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora