CAPITOLO 12

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Massi

Quei capelli neri che cadono sulle spalle nude e sul seno.

I suoi occhi chiusi, persi in un universo parallelo.

Il viso pieno di piacere riverso all'indietro.

Quanto è bella dio mio.

Nella stanza risuonano solo i nostri gemiti e le onde del mare, e vorrei restare così per sempre.

Fermare il tempo, e far diventare questo angolo la nostra realtà.

"Dio-" non riesce neanche a finire qualsiasi cosa volesse dire perchè la sento venire all'improvviso, tremando e io con lei. Le tengo le mani sui fianchi mantenendo ancora un ritmo lento, senza fermarmi. Le sue unghie continuano a lasciarmi segni su tutto il petto e la cosa non mi dispiace affatto, e quando torna a guardarmi ha negli occhi una scintilla. Il suo respiro sta tornando lentamente normale, ma io l'unica cosa che riesco a fare è ammirarla e lei gode di questa cosa.

"Ti sei incantato?" mi chiede ridendo e di colpo cambio posizione tirandola sotto di me, con i nostri corpi ancora uniti e di tutta risposta emette una risatina mista a un gemito.

"E me lo chiedi pure? Non immagini neanche quanto amo guardarti" e con la punta del naso sfioro il suo mento "baciarti" continuo lasciando una scia di baci lungo l'incavo del collo e "assaggiarti" le sussurro mordendole dolcemente la spalla. Non ne ho mai abbastanza di lei.

"E ti piace questo, non è vero Marì?" le bacio prima un seno e poi l'altro scendendo lungo lo stomaco, colleticando la pelle con i miei ricci ribelli, arrivando al suo ventre. Alzo lo sguardo e i nostri occhi si incontrano, bisognosi per l'ennesima volta di appartenersi, come i nostri corpi e i nostri cuori. E poi la sua testa torna a buttarsi all'indietro, le sue mani a stringere i miei capelli, godendosi il piecere che si merita. Pronuncia delle parole senza senso, e poi come una melodia perfetta per le mie orecchie urla il mio nome.

L'ho portata a Procida, una zia di mia madre ha un piccolo appartamento con vista sul mare e ho pensato che sarebbe stato perfetto per una piccola fuga rigenerante. Ho passato tante estati in questo posto magico e mi piacerebbe collezionare nuovi ricordi. Ricordi con Maria. E devo ammettere che vedere la sua espressione quando l'ha scoperto è stato impagabile, un sorriso è spuntato sul suo viso e si è messa a saltellare come bambina davanti alla macchina.

Non ha smesso di farmi domande e parlare per tutto il tragitto, nemmeno quando eravamo sul traghetto per arrivare all'isola e neanche quando stavamo per cadere entrambi in acqua per colpa di un ragazzino in bicicletta un po' spericolato. Ma la amo per questo, per il suo essere sempre se stessa, per la sua energia e la sua voglia incessante di portare allegria. È la mia piccola radionila parlante.

Abbiamo passato il pomeriggio in casa a sistemare le borse e a fare l'amore, ancora e ancora. Adesso siamo seduti in un piccolo ristorantino tipico, nascosto in uno dei vicoli in cui giocavo da bambino e non potrei essere più felice di esserci tornato con Maria, di poterle raccontare di tutte le cavolate combinate con mio fratello proprio in questi posti.

"Eri proprio ribelle eh Caiazzo?" intanto sorseggia il vino che abbiamo ordinato.

"Lo dici come se fosse na cosa brutta. Amavo l'avventura ecco tutto" ho sempre amato essere un po' lo spirito libero della famiglia, e ho sempre cercato di esserlo in bene. Mi hanno sempre lasciato seguire le mie scelte e la mia strada, pur dandomi consigli più o meno richiesti. E so di essere molto fortunato per la famiglia che mi ritrovo alle spalle e per tutti i valori che mi hanno insegnato.

"E poi mi ami per questo" continuo con tono ruffiano

"Sì sì fai lo spiritoso, e pensare che appena ti ho visto ho pensato che fossi noioso, e un po' stronzo. Non facevi altro che startene per i fatti tuoi e studiare ogni singola scena nel dettaglio. Davi quasi fastidio"

DESTINI CHE SI UNISCONODove le storie prendono vita. Scoprilo ora