Semplicemente Summer

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La prima volta che andai alla casa al mare avevo 6 anni, Belly invece già ci era stata a partire dai quattro anni. Questo perché la sorella di mio padre mi aveva battezzata e per l'estate dei miei quattro anni mi aveva invitata a passare i mesi estivi da lei, e mamma ovviamente non se la senti di rifiutare privandomi così della mia prima estate a Cousins Beach. L'anno successivo, avevo cinque anni e pochi giorni prima della partenza, giocando con Steven nel portico di casa, caddi e mi ruppi il femore destro. Anche in questo caso mamma non mi volle portare alla casa al mare poiché riteneva dovessi stare a riposo, quindi per la seconda estate consecutiva passai i più bei mesi a casa della mia madrina. Finalmente all'età di sei anni riuscii a trascorrere la mia prima vera estate, nella casa al mare. Conobbi i ragazzi, Jeremiah che aveva solamente un anno un più rispetto a me e mia sorella, e Conrad che invece era ben due anni più grande di me. Subito vidi come Belly e Steven andassero d'accordo con i due ragazzi e notai immediatamente, nonostante fossi così piccola, che io sarei stata per sempre l'ultima arrivata. Ciò comportava essere l'ultima a sapere le cose e spesso mi sarei sentita sola, nonostante il carattere alquanto aperto di Jeremiah che cercava in ogni modo di includere anche me, però spesso a che a lui capitava di scordare che c'era una seconda ragazza da avvisare o da guardare o con cui giocare, parlare, scherzare. Mi sentivo parte di quella casa come ognuno di loro perché non avevo mai messo in dubbio io bene che i Fisher provavano nei miei confronti, ne quello che Susannah, la loro mamma, mi dimostrava giorno dopo giorno. Ero però ben consapevole che il mio rapporto con i ragazzi era totalmente e irrimediabilmente differente di quello che Belly e Steven avevano creato. O almeno così credevo...

L'estate dei sedici anni cambiò radicalmente ogni cosa nella casa al mare e soprattutto nella mia vita.
<Summer sbrigati> mi gridò dal piano di sotto Steven che stava caricando la macchina <Steven se mi aiutassi con questa maledetta valigia mi sbrigherei anche!> gli strillai di ripicca da camera mia <Arrivo, arrivo> disse sbuffando e potei giurare che aveva roteato gli occhi come suo solito. Prese la mia valigia rossa e la portò di sotto per poi caricarla in auto. Io intanto avevo organizzato il mio zainetto da viaggio, molto piccolo ma efficacie. Cerotti, caricatore, cuffiette, cibo. Queste erano le quattro cose fondamentali che dovevo avere sempre con me, le avevo chiamate "le quattro C". Subito dopo presi il telefono e scrissi a Mike, ossia il mio ragazzo.
-Sto per partire, dove sei?
-Non posso venire Summer, mi spiace
ci rimasi male, visualizzai il messaggio senza avere alcuna risposta per lui. Sentivo però il bisogno di metterci un punto, erano settimane che litigavamo e basta, non c'era più nulla di bello tra noi, non c'era motivo di continuare.
-Senti Mike finiamola qui
-Cosa stai dicendo Summer?
-Ti sto dicendo che tra noi non funziona più, basta è finita
Non mi rispose subito, attese qualche minuto, poi comparve il fatidico sta scrivendo..., ed ecco la sua risposta sul mio display.
-Dopo tutto quello che eravamo mi lasci così? Dietro uno schermo?
-Ci ho provato Mike, a parlare, ma hai sempre evitato il discorso. Voglio passare un'estate spensierata e così avrei solo mille problemi per la testa.
-Quindi siamo un problema?
-Eravamo, ora non siamo nulla
Uscii dall'applicazione e la chiusi, per spegnere il telefono subito dopo definitivamente per tutto il viaggio. <Summer tutto bene? Mike non viene a salutarti?>  mi chiese mia mamma vedendo la mia faccia pensierosa. <Mike non verrà mamma> dissi solo salendo in macchina subito dopo < Avete litigato?> chiese Belly accomodandosi nel sedile davanti al mio <Di nuovo?> borbottò Steven, sospirai allacciando la cintura poi risposi <Abbiamo rotto> sussurrai <Ma come, a te lui piaceva tanto> disse mia sorella come una cantilena <Belly no> le risposi di rimando e lei rise <Non vedo cosa tu abbia da ridere Isabel> la riprese la mamma chiudendo finalmente il suo sportello e assicurandosi che tutto fosse pronto <Dai mamma lo sai anche tu che tra due giorni avranno fatto pace> riprese mia sorella, mentre Steven azionava l'auto, perché si avrebbe guidato lui per la primissima volta fino a Cousins Beach. <Belly taci> in quel momento avrei solo voluto abbracciare Conrad o anche solo sentire la sua voce, ma avrei dovuto attendere svariate ore prima di vederlo e la cosa mi faceva stare male. Mike era stato per me il mio primo vero ragazzo, di lui parlavo spesso con Elly la mia migliore amica, ma con nessun altro condividevo le dinamiche della mia relazione. Ultimamente le cose tra me e lui stavano andando sempre peggio, litigavamo spessissimo anche per sciocchezze ma il culmine, che portò alla rottura ci fu quando lo trovai a ballare con una sconosciuta alla festa di compleanno di Elly, nonostante mi avesse detto che odiava farlo e che si sentiva poco bene. Da quella sera la nostra relazione aveva perso pian piano senso e stabilità, ma per evitare il problema l'avevo tirata per le lunghe tutto l'inverno. Presentai persino un netto calo nel rendimento scolastico e sportivo, per quest'ultimo fu un bene, poiché colsi l'occasione per mollare la squadra di pallavolo che vedeva capitano mia sorella. Odiavo la pallavolo, ma amavo guardare i ragazzi di Cousins giocare al tramonto sulla spiaggia, Belly e Conrad contro Steven e Jeremiah, io mi astenevo quasi sempre dal giocare tranne delle volte, quando Conrad mi obbligava a fare squadra con lui contro Belly e suo fratello. Le ore di viaggio parvero infinite, eppure di solito prendevo sonno dopo soli dieci minuti. Steven e Belly si fermarono in un piccolo negozio sul ciglio della strada che ci divideva dalla casa al mare per non più di trenta minuti di macchina. Steven tornò in auto tenendo tra le mani una lattina di Pepsi e un sacchettino di caramelle, poi si voltò verso di me e mi passò un pacchettino di patatine rustiche, le mie preferite in assoluto. <Non pensarci Sum> mi sorrise lui ed io ricambiai aprendomi il pacchetto. Mio fratello poteva sembrare un irrecuperabile stronzo, ma quando qualcuno feriva me o Belly lui cambiava radicalmente, diventava quel tipo di fratello dolce e protettivo che cerca di non farti pensare o soffrire. Con lui ho sempre avuto uno strano rapporto, o un classico rapporto fraterno, un'ora prima litigavamo urlandoci in faccia e poi finivamo sul divano a vederci un film e a mangiare patatine e gelato. Il tempo di finire le patatine e ascoltare altri due brani dalla mia play list che l'auto si fermò. Rivolsi lo sguardo fuori dal finestrino e riconobbi il cortile curato e ricco di fiori della casa al mare, e poi le voci entusiaste di Jeremiah e Susannah che si precipitavano fuori dal portone pronti ad accoglierci tra abbracci e sorrisi, seguiti da Conrad che come ogni anno era l'ultimo ad uscire di casa per ritirare la porta.

||Solo uno per me|| Jeremiah FisherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora