Cosa vuoi che siamo

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Conrad                                                                                        

Ero solo in spiaggi, non volevo rovinare la festa ne a Summer ne a Belly, e il mio umore avrebbe fatto si che ciò accadesse. Ero in riva al mare e lo osservavo per cercare di capire la direzione del vento, il luogo più comodo per gettare la mia tavola da surf e smetterla di pensare, mi sarei concentrato solo sul mio respiro, sull'ondeggiare del mio corpo sulla tavola, sull'acqua che mi avrebbe reso il corpo bagnato e freddo, ma di certo non sul caos che avevo in testa. Questo era quello che credevo di fare prima che una voce, la sua voce, mi chiamasse. <Conrad!> non mi voltai, continuai a darle le spalle, continuai a farmi chiamare invano. Mi raggiunse e io nemmeno me ne accorsi, sentii la sua mano calda toccarmi la schiena e rabbrividii, mi voltai di scatto guardandola ma restando in silenzio per l'ennesima volta. <Conrad> ripeté lei in un sussurro che il vento portò via, era in costume con i capelli sciolti e le infradito ai piedi, bella come sempre. <Che c'è Summer> dissi non curante del mio tono di voce <Perché sei andato via?> la guardai confuso senza dire nemmeno una parola anche se sapevo perfettamente a cosa si stesse riferendo. <Perché te ne sei andato, prima, ore fa!> tenne la mano a mezzaria come se avesse altro da dire ma non lo fece, non disse nulla e abbassò la mano, ma non lo sguardo che era fisso su di me, sui miei occhi. <Cosa dovevo fare? Rimanere lì, a mani vuote, il giorno del vostro compleanno?> il mio tono di voce si era alzato e indurito di colpo, non avevo scordato il loro, come avrei potuto farlo? Non volevo che il mio regalo finisse nelle loro mani, se Jeremiah lo avesse visto avrebbe sicuramente capito cosa tormentasse la mia testa, avrei ferito sia lui che Summer e avrei confuso Belly. Un disastro insomma, non che così fosse andata tanto meglio. <Non ci importa un cazzo del regalo Conrad! Ne a me e men che meno a Belly!> mi disse e vidi i suoi occhi inumidirsi <Avremmo voluto solo che tu ti alzassi da quella maledetta poltrona e, invece di voltarci le spalle, ti fossi avvicinato per abbracciarci! Per farci quei cazzo di auguri che attendiamo da tutto il giorno!> stava urlando, vidi la sua mano stretta a pugno lungo il fianco, le avevo ferite entrambe. Volevo rendere le cose facili a tutti ma le avevo solo peggiorate. <Ma no ovviamente tu devi fare sempre di testa tua, devi essere sempre il solito coglione!> continuava ad urlarmi contro la frustrazione che le avevo recato e immaginai che se ci fosse stata anche sua sorella con lei, probabilmente, avrebbe tirato fuori tutto esattamente come lo stava facendo Summer. O forse no, Belly non mi avrebbe mai detto cosa davvero si aspettasse da me, solo Summer lo faceva, solo lei si teneva tutto dentro ma non quello che avrebbe dovuto dire a me. <E' il tuo compleanno Summer! Vatti a divertire piuttosto di fare la bambina e venire a frignare con me> urlai ma non volevo realmente dire ciò che poi mi usci dalla bocca, volevo allontanarla da me, volevo metterla al sicuro da tutto quel casino che avevo dentro il cuore e la testa, volevo che che mi odiasse così che io potessi amare entrambe senza ferire nessuno al di fuori di me. <E' questo che sono ora per te? Una bambina?> la sua voce ora era bassa ma gli occhi no, quelli non li aveva spostai nemmeno per un secondo, e ora piccole lacrime le stavano rigando il viso. <Summer> la mia voce era ridotta ad un sibilo, piangeva per colpa mia.<Eri il mio migliore amico, la persona di cui mi fidavo ciecamente, l'unico che conosce ogni parte di me> mi disse passandosi un palmo sul viso per scacciare le lacrime <Credevo di essere innamorata di te, e quando ho capito di amare anche Jere, tu mi hai allontanata da te. Hai costruito un muro tra noi, e mi hai ferita> mi confessò, ma non aveva finito così rimasi in silenzio ad ascoltarla. <Ero confusa, e ammetto che fino a poco fa lo continuavo ad essere, Jeremiah mi rende felice e so che ci tiene a me, lo ha sempre fatto. Ma tu Conrad eri la persona che credevo di conoscere meglio di me stessa, mi sbagliavo. Non ti riconosco più> avevo mandato tutto a puttane, volevo proteggerla da me, dal mio delirio interiore, senza sapere che stesse passando lo stesso. Lei ci stava provando, tentava di restarmi accanto ed io invece l'avevo respinta con tutta la violenza possibile. <Tu- tu eri i-innamorata di me?> la voce mi tremava a pronunciare quelle parole, lei provava qualcosa per me, se solo mi fossi comportato meno da idiota ora magari lei avrebbe me e non lui <Non più> ammise <Jeremiah mi ama, ci sono solo io per lui, e ora per me c'è solo lui> disse voltandosi di spalle per andare via, via da me. Ma non ci riuscii, la bloccai <Summer aspetta> si fermò ma non tornò a voltarsi per guardarmi, tirai fuori dalla tasca del costume un fiore di vetro rosa che avevo protetto all'interno di una scatolina <Cosa Conrad> era ancora di spalle <Ecco, il tuo regalo, scusami> mi si avvicinò e tese la mano per vederlo, la ritrasse un secondo dopo chiedendomi <Perché ora si e prima no?> non le risposi, lei non mi guardava più in viso, teneva lo sguardo fisso a quel piccolo fiore che da sempre per me aveva rappresentato lei, un fiore prezioso tanto da essere troppo fragile per me. <Non lo so> glielo misi tra le mani e lei lo strinse, poi scosse la testa lasciando cadere ancora qualche lacrima <Perché fai così?> <Così come?> tirò su con il naso prima di rispondere <Prima mi allontani e poi questo> aprì la mano mostrandomi il mio regalo, non seppi rispondere così lei sospirò e disse <Bene, se è ciò che vuoi me ne vado> stava per andare via nuovamente e fu allora che la domanda che mi stava tormentando si fece protagonista del silenzio  <Cosa siamo noi?> lei scosse il capo freneticamente, così decisi di chiedere <Cosa vuoi che siamo?> fu allora che tornò a guardarmi negli occhi con i suoi  pieni di lacrime che però non lasciò cadere <Niente> sussurrò, non mi guardò un solo istante di più, si voltò e andò via lasciandomi lì da solo. Sentii quelle catene che avvolgevano il suo lato di cuore, quello di cui era padrona, stringersi più forte attorno ad esso, un dolore lancinante che però avrei saputo nascondere agli occhi di tutti tranne che hai suoi. Un triangolo troppo complicato che veniva ancor più incasinano dal fatto che al suo interno ce ne fosse un secondo, e chi lo sa magari anche un terzo ed un quarto. Gettai la tavola sull'acqua e dopo averla portata a largo presi a surfare senza però spegnere la testa. 

Summer
Tornai dagli altri fingendo che nulla fosse successo, asciugai le lacrime e sorrisi come facevo sempre, nascosi il fiore di vetro e feci per raggiungerli. Avevo confessato a Conrad cosa provavo, ma avevo anche confessato a me stessa che amavo solo Jeremiah. Finalmente lo avevo capito e ora non vedevo l'ora solamente di baciarlo con questa nuova consapevolezza. Arrivata nella zona piscina vidi Taylor parlare con Belly mentre Steven e Shayla se ne stavano in disparte, cercai subito Jeremiah che si trovava a pancia in su a fare il morto con gli occhi chiusi, sorrisi vedendolo, poi Taylor mi notò e con un cenno della mano urlò <Summer! Tanti auguri!>  le sorrisi poi la ragazza si avvicinò al bordo e sorridendo mi chiamò ancora <Fatti abbracciare> corsi verso di lei ma non mi accorsi del bagnato e scivolai a causa delle ciabatte sbattendo bruscamente a terra per poi finire in piscina. Taylor mi tirò subito su preoccupata e Jeremiah si riprese dal suo "riposino" sentendo il mio nome, così accorse a vedere cosa fosse successo, ma non appena riemersi dall'acqua mi avvinghiai alla ragazza stringendola forte. Taylor poteva anche essere la migliore amica di Belly, ma restava pur sempre una mia cara amica. <Il regalo di Elly è lì> indicò una sdraio dove sopra vi era posizionato un piccolo pacco verde con sopra fissato un cappellino da festa. Sorrisi vedendolo ed uscii dalla piscina per aprirlo, dentro vi trovai un costume fluorescente, delle collanine hawaiane, un bracciale con una pietra arcobaleno e una lettera che lessi subito:

 "Cara Summy questi sono i tuoi sedici anni, è strano pensare che per la prima volta in dieci anni non festeggeremo questo giorno così importante assieme buttate nella splendida piscina di Cousins con un bicchiere di succo d'ananas tra le mani. Mi dispiace immensamente non essere lì con te oggi, ma delle volte il dovere chiama e lo sai meglio di me, volevo comunque essere presente anche da lontano ed è per questo che ti ho preparato questo pazzesco festa-pacco! Non vedo l'ora di rivederti, magari prima della scuola, per passare con te i nostri soliti momenti tra amiche che da quando siamo piccole non sono mai mancati. Ancora auguri Sum, e ricorda che nulla è per caso, te lo dirò sempre e per sempre. Sì l'estate anche quando questa viene a mancare e sorridi perché il tuo sorriso è il sole di tutti noi. Salutami Jere e digli di trattarti bene. Ti voglio bene, un bacio la tua Elly"

Tipico di Elly tutto quel colore, e lo adoravo. Le sue parole erano come una carezza sul viso, sapeva cosa dire per farmi sorridere sempre e la amavo per questo, Elly c'era sempre per me e non a caso era sempre la prima a cui dicevo ogni cosa. "Sì l'estate anche quando questa viene a mancare" me lo diceva ogni volta che qualcosa tentava di buttarmi giù, mi disse che non ero solo la sua estate perenne, ma anche quella di tutti quelli che amavo e che mi amavano. Indossai subito un bracciale e lo ammirai un'ultima volta sorridente, poi misi nella scatola anche il fiore di vetro che mi aveva dato Conrad e corsi nuovamente in piscina, stavolta stando ben attenta a non cadere, mi tuffai accanto a Jeremiah e una volta tornata su agganciai le mie gambe alla sua vita e posai con dolcezza le mie labbra sulle sue, lui mi passò le braccia attorno alla vita e sorrise sulle mie labbra per ricambiare il bacio subito dopo. <Si okay anche meno> borbottò Steven vedendoci, io risi poi Jere prese il respiro e mi portò sott'acqua con lui, baciandomi a stampo ripetutamente prima di tornare a respirare. <Sum ottima scelta> mi fece l'occhiolino Taylor sorridendo poi si rivolse al biondo e disse <Jeremy mi raccomando> sbagliò il suo nome di proposito ed io risi, poi si portò incide e medio sugli occhi prima di puntali su quelli azzurri di Jeremiah mimando un "ti tengo d'occhio" con le labbra. Era tutto perfetto, tutto tranne il fatto che li non ci fosse anche Conrad, ma decisi di non pensarci almeno per quel giorno così da divertirmi con i miei amici. 

||Solo uno per me|| Jeremiah FisherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora