Perfetti?

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Anche Agosto stava volgendo al termine, ci troviamo infatti alla sera che precede il giorno del ballo delle debuttanti, sono in camera mia con Jeremiah seduto a gambe incrociate sul mio letto intento a mordicchiarsi le unghie nervosamente. Io ero in piedi al centro della stanza che provavo a camminare con i tacchi che la mamma mi aveva comprato da mettere sotto l'abito, lo vidi guardare un punto fisso davanti a se con le dita accora accostate alle labbra, allora decisi di abbandonare l'invano intento di imparare a ballare sui tacchi in una notte e, dopo essermeli tolti mi gettai sul letto accanto a lui posizionando la testa sulle sue gambe incrociate. Si risvegliò immediatamente da quello stato di trans e si chinò per darmi un bacio sulle labbra. <Che hai?> gli chiesi prendendogli il viso e tenendolo chino su di me, mi sorrise per poi baciarmi di nuovo <Nulla> rispose subito dopo ma io scossi il capo da una parte all'altra in segno di negazione <Non è vero> Jeremiah sospirò e io gli lasciai andare il viso con delicatezza, si rimise dritto mentre io rimasi sdraiata su di lui pronta ad ascoltarlo <Ho paura> ammise in un bisbiglio riportandosi una mano vicino al volto per avventarsi di nuovo sulle unghie. Gli presi la mano e mi misi a sedere su di lui avvolgendo le mie gambe al suo torace, le mie mani finirono sulle sue guance e lui mi guardò negli occhi. L'insicurezza che vi si leggeva mi fece scogliere il cuore, Jeremiah non si era mai sentito realmente sicuro di se, si sentiva invece in continua competizione con Conrad e questo soprattutto a causa dal padre che aveva sempre mostrato la sua preferenza per il figlio maggiore. <Per il ballo?> sapevo perfettamente quale fosse il motivo ma volevo fosse lui ad ammetterlo, annuì e io sospirai, poi gli sorrisi e dissi <Sarai perfetto, e onestamente balli di gran lunga meglio di me> lui rise appena e ciò mi portò a credere di averlo tranquillizzato almeno un minimo ma quella sicurezza si spense non appena mi parlò <Penso che non sarò mai come Conrad. Lui per Belly è perfetto, anche se spesso non la tratta come si meriterebbe, ma nonostante questo lui è perfetto in tutto, sempre> non ero per nulla d'accordo con lui, Conrad sapeva essere un perfetto idiota delle volte, ed era assolutamente vero che fosse il ragazzo giusto per mia sorella, ma non era perfetto nemmeno per sbaglio. <Tu sei perfetto Jere, credi realmente che tuo fratello sia un qualche tipo di divinità sempre impeccabile?> risi appena e lo vidi abbassare gli occhi, ora le mie mano erano sulle sue poggiate sulle mie cosce, ma i miei occhi erano incagliati nei suoi senza possibilità di liberarsi <Ha combinato un disastro dopo l'altro quest'anno, si è scordato del nostro compleanno, mi ha evitata per giorni interi, è sparito quando ne avevamo bisogno> sospirai facendo una breve pausa <E' vero che però ha provato a rimediare alle sue cazzate, ma questo non lo rende l'uomo perfetto che vedi tu. Nessuno è perfetto, o meglio tutti lo siamo dentro i nostri immensi casini> lui sorrise e poi mi disse <E tu? Non sei perfetta?> agitai la testa da destra a sinistra poi gli risposi <No, non lo sono. Non parlo con mia sorella da un mese, aspetto che lei si scusi ma ogni volta che ci prova la respingo. Un mese fa ti ho lasciato senza pensarci due volte, senza ascoltarti realmente, ho mollato Mike per messaggio perché non ho avuto abbastanza coraggio per fronteggiarlo.  Non sono per nulla perfetta> mi portò due dita sotto il mento mi sorrise e sussurrò <Perché non siamo imperfetti insieme allora?> fu in quel momento che capii quanto Jeremiah fosse perfetto per me, avevamo un bisogno incontenibile l'uno dell'altra e una voglia incontrollabile di averci sempre. Lo baciai, mi baciò, ci baciammo per molto tempo come se con quel bacio potessimo curare le nostre insicurezze rendendole punti di forza. Eravamo sdraiati sul letto, io con la testa sul suo petto e lui con una mano a circondarmi la vita <E comunque, tu sei perfetta per me> mei disse ad un tratto ed io sorrisi nascondendo il viso sotto il suo braccio <Ti amo> fu l'unica cosa che riuscii a dire. Passammo ancora qualche minuto in quella posizione, senza dire più nulla, lui faceva correre le dita lungo la mia schiena e io gli carezzavo i il braccio disegnandoci sopra piccoli cerchi immaginari <Mi devo fare una doccia> sussurrò ad un certo punto così guardai l'orologio per capire che ore fossero <Sono le due Jere!> risi sottovoce <Meglio, ho bisogno di rilassarmi un po'> annuii poi gli risosi <Non posso darti torto, anche a me servirebbe> sbadigliai subito dopo e lui sorrise come se stesse attendendo solo quella risposta da parte mia <Beh andiamo no?> indicò con gli occhi il bagno della mia camera, era piccolo ed era anche l'unica camera da letto, oltre quella di Susannah e di mia madre, ad averne uno. Alzai lo sguardo con le gote rosse e mi persi a guardarlo, poi con voce bassa chiesi <Andiamo? Cioè tu e io?> Jeremiah scoppiò a ridere e annuì <Sempre che tu ne abbia voglia> mi sorrise e questa volta ad annuire fui io. Non dicemmo più nient'altro, e andammo nel piccolo bagno della mia stanza. Fatta la doccia ci mettemmo finalmente a dormire, sdraiati uno accanto all'altra, abbracciati nonostante il caldo d condividendo lo stesso cuscino sebbene ne avessi ben tre sul letto.  La mattina dopo scendemmo a fare colazione e seduta da sola su una sedia accanto all'isola in cucina c'era Belly, non appena entrammo guardò prima me poi il mio ragazzo buttando fuori l'aria in maniera pesante, poi riportando gli occhi sulla sua tazza di succo d'arancia disse <Possiamo parlare?> sapevo perfettamente si stesse riferendo a me, così buttai un'occhiata a Jeremiah che annuì lasciando la stanza dopo aver preso una mela dalla ciotola sul tavolo. Mi sedetti accanto a lei ed incrociai le braccia sul tavolo aspettando che parlasse, acconsentii ripetendo <Parliamo> lei annuì lasciando finalmente il bicchiere che si rigirava tra le dita <So che sei arrabbiata Sum, e mi dispiace> iniziò e subito sentii i sensi di colpa farsi vivi nel mio stomaco <Dispiace anche a me> le confessai, ma non mi riferivo all'accaduto tra lei e Jere, bensì al aver voluto procrastinare quella discussione rispondendole sempre in malo modo, lei sospirò e scosse il capo con decisione e posò una mano sulla mia, in un certo senso avevo bisogno di quel contatto tra noi ma una parte di me era ancora troppo arrabbiata per crearlo autonomamente. <Non avrei dovuto baciarlo, lo so bene> un altro sospiro lasciò le sue labbra prima che riprendesse a parlare <Avevo bevuto un po' quella sera, ciò non mi giustifica assolutamente, ma mi ero appena lasciata con Cam e cercavo quel tipo di affetto che Jeremiah ti dedicava ogni istante della giornata> la guardai nella speranza di trovare i suoi occhi, ma lei aveva lo sguardo altrove così mi corrucciai riportando gli occhi al tavolo dove le nostre mani erano ancora abbracciate una sotto l'altra <Nemmeno questo mi giustifica sia chiaro, ma non posso nascondere di essere gelosa di te> ammise e stavolta i nostri sguardi si incrociarono immediatamente <Di me?> annuì e tolse immediatamente gli occhi dai miei imbarazzata da ciò che aveva appena confessato <Perché?> <Tu hai una relazione perfetta Summer! Jeremiah non ti fa mancare nulla. Attenzioni, coccole, uscite romantiche, bei momenti, divertimento. E tu non fai mancare nulla a lui> non mi ero mai realmente preoccupata di come la nostra relazione potesse essere vista dall'esterno, non mi sentivo mai in dovere di farlo perché non mi interessava, ma mai avrei creduto che mia sorella la vedesse come una cosa perfetta e da essere invidiata. Spesso mi capitava di litigare con Jeremiah anche per cose stupide, di così poco conto che risultavano insignificanti una volta fatta pace. Era vero ci amavamo in maniera diversa rispetto a tutti gli altri ma pensavo che fossimo gli unici a poterlo notare. <Io- io non so cosa dire> le dissi sincera e lei annuì <Non dire nulla, ma ti prego di perdonarmi, sono stata sconsiderata e me ne sono resa conto troppo tardi> vidi i suoi occhi farsi leggermente lucidi, trattenni il fiato per qualche secondo prima di annuire e dire <L'ho già fatto> non attese altro che mi gettò le braccia al collo stringendomi forte a se, io sorrisi sapendo che in fondo mi era mancata e che avevo bisogno di lei nella mia vita, era mia sorella come potevo non desiderarla al mio fianco? <Con chi vai al ballo stasera?> le chiesi d'un tratto e a lei spuntò un sorriso spontaneo e sincero sul volto <Con Conrad> mi uscì un gridolino dalle labbra, ero davvero felice che si fossero avvicinati soprattutto sapendo quanto lei lo desiderasse da tempo <Sarete splendidi> <Anche tu e Jere> mi rispose e proprio i quel momento i due fratelli e Stevan fecero capolino in cucina parlando tra di loro <Allora?> cominciò il mio ragazzo guardandoci sorridente e venendo verso di me per abbracciarmi e baciarmi la fronte <Fatta la pace?> proseguì Steven afferrando una fetta di torta dalla alzatina, noi annuimmo con sulle labbra ancora un sorriso raggiante, poi la nostra attenzione ricadde su Conrad che se ne stava in piedi accanto allo stipite della porta a guardarci <Perché non me lo hai detto?> dissi indicando mia sorella e lo vidi corrucciarsi interrogativo <Che l'accompagni al ballo!> gridai allargando le braccia con fare ovvio e colpendo per sbaglio il petto di Jeremiah, Steven rise mentre il biondo si massaggiava la zona colpita, io ridacchiai per poi voltarmi e baciarlo in segno di scusa, poi riportai l'attenzione su Conrad che ora aveva un sorriso stampato in faccia <Lo avrei fatto> disse alzando le mani in segno di resa <Si certo stasera lo avrei scoperto da sola> gli feci la linguaccia e lui rise a quel gesto <Sarei venuto da te nel panico più totale prima di scendere le scale> ammise e questa volta a ridere a crepapelle fu mio fratello che ricevette un'occhiataccia da parte dell'amico <E tu Steven con chi vai?> gli chiese poi Jeremiah e lui alzò le spalle <Con nessuno siccome Shayla ha la febbre, verrò solo per ammirare voi> <E per il cibo> commentò Conrad e ancora una volta ci trovammo tutti a ridere. Quel pomeriggio, dopo una bella doccia, con l'aiuto di Susannah e della mamma io e Belly ci facemmo i capelli, io li piastrai e mi feci fare due treccine a incoronare il viso, mentre mia sorella si fece uno chignon lasciando due ciuffi mossi che ricadevano davanti. Il trucco fu molto semplice per entrambe, un minimo di ombretto shimmer su base opaca rosa chiaro, del mascara e io mi feci anche una piccolissima, ma comunque super elegante, linea di eye-liner, completando poi il makeup con del blush e dell'illuminante. Avremmo ritoccato tutto solo dopo aver indossato l'abito al country club, dove era stata allestita una piccola zona apposita, quindi una volta indossati dei vestiti comodi per andare a prepararci  per l'imminente serata lasciammo la casa al mare per dirigerci al country club. 

||Solo uno per me|| Jeremiah FisherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora