Le debuttanti

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Debuttante. Susannah desiderava che io e Belly partecipassimo al ballo delle debuttanti che ogni anno veniva organizzato al country club. "Desidero tantissimo vedervi ballare vestite di bianco" aveva detto passandoci le lettere di partecipazione "Con il vostro cavaliere" sorrise guardando i suoi figli. Odiavo l'idea di indossare un abito da sposa e di dover ballare uno stupido ballo assieme a tante altre ragazze davanti ad una sala crepita di gente, ma per Susannah avrei fatto ogni cosa, come lei da sempre faceva per me. Quindi decisi di accettare senza fare storie, così da vederla sorridere. L'indomani sarebbero iniziate le lezioni di galateo, poi la ricerca dell'abito, la prova di quest'ultimo, la preparazione del ballo e molto altro. Ma lo step che più mi terrorizzava era quello di trovare un ragazzo che venisse al ballo con me, e che mi accompagnasse ad ogni prova, uno che mai e poi mai mi avrebbe dato buca. L'unica fortuna era avere Jeremiah che lavorava proprio al country club come bagnino, infatti si propose immediatamente di accompagnare me e Belly ogni mattina a lezione per poi farci fermare li con lui per pranzo. 

La mattina dopo alle nove in punto Jeremiah fece irruzione in camera mia e saltando sul letto mi svegliò di colpo. <Pronta per fare la debuttante?> mi chiese con un sorriso che andava da un lato all'altro lato del suo viso, in tutta risposta feci uscire dalle labbra un lamento e mi stropicciai gli occhi ancora chiusi <Belly è giù che si mangia i muffin che ha comprato Conrad stamattina> mi avvisò togliendomi il cuscino dal viso che mi ero prontamente sbattuta in faccia non appena ebbe aperto la persiana facendo entrare troppa luce. <Non credo sia intenzionata a lasciarteli> continuò con voce desolata incamminandosi verso la porta con un sorrisetto furbo stampato sulle labbra. Io mi misi a sedere sul letto guardandolo camminare con la testa alta e le mani dietro la schiena <E nemmeno io> concluse iniziando a correre, saltai giù dal letto e senza perdere tempo lo rincorsi lungo il corridoio e poi giù per le scale, arrivata in cucina mi piombai su un muffin che Jere aveva appena preso in mano e corsi in giardino, questa volta ad inseguirmi però era lui che mi rincorreva ridendo. Mentre correvo mi voltavo di tanto in tanto dietro per vedere dove fosse Jeremiah e fu proprio per quel motivo che arrivata nei pressi della piscina andai a sbattere contro Conrad finendo entrambi in acqua. Quando riemersi vidi Jere  ridere come un matto sul bordo della piscina e Conrad guardarmi con uno sguardo a metà tra lo stupito e il divertito, infine posai gli occhi sul mio muffin, ormai bagnato fradicio, che galleggiava poco più in là. <Oh andiamo> dissi sistemandomi l'enorme maglia bianca che usavo come pigiama che mi si era incollata addosso.<Voi due siete matti> esclamò Conrad uscendo dall'acqua, io rimasi lì, la maglia bagnata era diventata impressionantemente trasparente e uscire dall'acqua non mi parve più un'ottima idea nonostante stessi congelando. Conrad mi guardò e capì il motivo per cui ancora ero in piscina, così prese un asciugamano da sopra una sdraio bianca e si avvicinò alle scalette. Non appena uscii mi avvolse voltando il viso per non creare imbarazzo <Grazie> susurrai, poi mi girai alla ricerca del fratello ma non lo vidi più dove lo avevamo lasciato mentre si sbellicava dalle risate <Jere?> chiesi a Conrad che alzò le spalle di tutta risposta. Un'istante dopo però mi sentii abbracciare da dietro e vidi spuntare davanti al mio viso un muffin al cioccolato con la glassa rosa, sorrisi e mi voltai dietro sapendo di chi fossero quelle braccia e quel gesto, per un'attimo avevo creduto che Jeremiah si fosse ingelosito o che gli avesse dato fastidio la cordialità di Conrad, poi però mi ricordai di non vivere nei miei sogni e che quella con il cuore in confusione ero io. Conrad ci guardò un secondo prima di voltarsi di spalle e rientrare in casa, lo guardai sparire oltre lo stipite poi però tornai a guardare suo fratello che ancora mi stringeva a se. <Hai freddo?> mi chiese vedendomi stretta nel mio asciugamano, io scossi la testa e gli rubai un morso al muffin che reggeva tra le mani <Sto bene> gli risposi con il boccone tra i denti e lui rise, non mi ero mai resa conto di quanto bella fosse la sua risata e di come risaltasse nell'aria come un suono proveniente da essa stessa. 

Giunte al country club Belly incontrò subito diverse ragazze che aveva conosciuto al falò, io invece presi posto in un tavolo totalmente casuale siccome non conoscevo praticamente nessuno. Le ragazze parlavano tra loro ma quando mi sedetti ad una sedia libera la loro attenzione si posò su di me, mi sentivo osservata e in imbarazzo, ma feci finta di nulla e mi presentai <Piacere sono Summer> dissi sistemandomi la gonna che Susannah mi aveva implorato di mettere <Oh si io ti ho vista al falò> mi riferì una ragazza seduta due posti più in là <Sei la ragazza di Jeremiah!> esclamò subito dopo ed io mi feci rossa in viso, stavo per parlare quando una seconda ragazza seduta alla sua sinistra le disse <Maria mi ha parlato di te, sei proprio fortunata, Jeremiah è un ragazzo splendido> non sapevo che dire e per questo al tavolo si alzarono pettegolezzi su pettegolezzi che riguardavano proprio Jere <E' veramente bellissimo> <L'estate scorsa ci siamo baciati alla festa di Marcus> <Vero! Mi ricordo!> sentire tutte quelle ragazze parlare di lui, di come fosse bello, gentile, spassoso e talentuoso mi faceva sentire così fortunata a conoscerlo da sempre e allo stesso tempo mi fece sentire una di tante che si era innamorata di lui e che come tante sperava di avere la "fortuna" di poterlo baciare. Mi sentii sciocca nel non dire nulla così dissi <No io e lui non stiamo assieme, ci conosciamo da sempre> ero rossa e sentivo il bisogno di uscire a prendere un po' d'aria poi però una ragazza, la stessa che aveva dichiarato di averlo baciato l'anno prima, disse <Ah quindi saresti la sua "sorellina"> lei rise e molte con lei così decisi fosse arrivato il momento di alzarmi e di uscire da lì .<Scusate> mi alzai e mi diressi verso la porta d'uscita che conduceva poi ad un immenso corridoio <Dove va signorina?> mi fermò la caposala, nonché la donna che dirigeva accuratamente le lezioni di galateo <Dovrei usare il bagno> risposi fermandomi ed attendendo una sua risposta che non tardò ad arrivare, infatti la caposala  annuì col capo poi mi avvisò <Non più di dieci minuti e la rivoglio qui> accennai un si con la testa e lasciai la stanza, non cercavo un bagno, ma l'uscita che conduceva al cortile, così girai rapidamente per il country club finché non giunsi all'area piscina. Una volta fuori mi sedetti su un muretto cercando di capacitarmi del perché di una tale reazione, ma nemmeno il tempo di tirare un sospiro che mi sentii chiamare <Sum!> ed eccolo arrivare, con il costume rosso e la maglia bianca con la scritta "bagnino" sulla schiena, gli sorrisi e lui si sedette accanto a me <Che ci fai qui?> <Odio quelle galline> sbuffai e lui scoppiò a ridere <Cosa ridi> lo guardai e lui alzò le mani per poi dire <Sapevo che avresti odiato questo posto, tu non sei così> indicò tutta quella gente che passava le ore sdraiata al sole con l'olio abbronzante sul corpo e gli occhiali più costosi possibili fissi sugli occhi, era gente che aveva talmente tanti soldi che li avrebbe potuti usare per comprarsi l'intero country club se solo avesse voluto, gente snob che entrava in piscina con i capelli legati per non far rovinare la piega e che probabilmente era convita di conoscere il significato di divertimento. <Non fa per me> ammisi poggiando la testa sulla sua spalle, era vero anche i Fisher erano più che benestanti, ma il mio problema non era di certo la gente che aveva i soldi, ma erano le persone con i soldi che si comportavano esattamente come dei perfetti snob. <Cosa ti ha fatta fuggire?> mi domandò tutto d'un tratto <Parlavano di te, mi sono infastidita, ti vengono tutte dietro Jere, e parlano dei tuoi baci come se fossi un trofeo> lo guardai e il nervosismo riprese a scorrere in me <Poi mi hanno detto che io potrei essere la tua "sorellina">proseguii, lui mi guardava e si concentrava su di me e su quello che stessi dicendo <Il problema è che non sanno che io sono i-> mi bloccai di scatto e mi misi in piedi lasciando la frase a mezz'aria, tornai rossa e per non faglielo notare mi voltai di spalle poi frettolosamente dissi <Devo tornare dentro> non lo feci parlare poiché appena provò ad aprire bocca corsi dentro e tornai all'aula del corso. Ero gelosa di come tutte guardavano Jeremiah, e odiavo il modo in cui ne parlavano, un bacio da lui per loro non avrebbe mai avuto lo stesso significato che avrebbe avuto per me. Mi infastidivano, ma alla fine io e lui non eravamo ancora niente.  

||Solo uno per me|| Jeremiah FisherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora