Se ti bacio sono fottuto

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Jeremiah

Dopo che quella mattina parlai con Summer, o meglio dopo che se ne andò lasciando quella frase a metà, non parlammo per tutto il giorno. Quella sera però ero deciso a portarla sulla scogliera a dieci minuti da casa e parlare con lei, qualsiasi parola mi volesse dire ero pronto a sentirla ed accettarla, che mi fosse piaciuta o meno. Erano le unici e mezza e Conrad assieme a Steven e Belly erano usciti a fare un giro, io avevo detto che sarei stato con degli amici in paese, ma non era così, volevo cogliere l'occasione per parlare con Summer, lei aveva dileguato l'offerta di mio fratello semplicemente dicendo di sentirsi stanca e di voler riposare, così lui dopo averle baciato la fronte era uscito con gli altri. Avevo preparato l'auto e mi ero messo una felpa, poi mi avvicinai alla porta di camera sua e facendo un gran respiro bussai. <Avanti> la sentii rispondere da dentro, sapeva perfettamente che oltre la porta c'ero io, ma mi fece entrare senza problemi. <Vado alla scogliera, vieni?> era seduta sul letto con le trecce strette e i capelli bagnati, indossava una felpa enorme del fratello che le arrivava alle ginocchia e teneva sulle gambe un libro aperto <Te l'ho detto Jere, sono stanca> sospirò e vidi i suoi occhi sempre pieni di luce troppo tristi per appartenerle. <Ti prego Sum> la supplicai staccandomi dallo stipite e guardandola spostare il libro sul comodino <D'accordo, fammi cambiare e scendo> sorrisi e lasciai la stanza chiudendomi la porta alle spalle per poi urlarle da fuori <Sei fantastica!> la sentii ridere e mi precipitai al piano di sotto per prendere un pacchetto di patatine dalla dispensa <Prendi anche le ciambelle tesoro> mi gridò mia mamma dalla sala ed io risi infilando anche le ciambelle nello zaino e corsi in salotto dalla mamma e Laurel <Noi andiamo> mia madre mi baciò la fronte e mi strinse le guance, poi poggiò la sua fronte contro una mia guancia e disse <A dopo> le sorrisi, poi guardai Laurel che mi dedicò un lungo guardo carico di premura, dolcezza ma anche preoccupazione e autorità <Sta tranquilla Laurel> la rassicurai, lei mi annuì ed io mi diressi alla porta dove poco dopo mi raggiunse Summer, indossava un top bianco con disegnati il sole e la luna e sotto un pantalone della tuta. 

Eravamo seduti sugli scogli a osservare le onde infrangersi su di essi ed ascoltando in silenzio il delicato suono del mare, la brezza correva tra i nostri capelli e ci carezzava la pelle innalzando il profumo di fiori e mela verde che Summer aveva sempre addosso mischiandolo con quello della salsedine e dei pini. Non riuscivo a sopportare quel silenzio che c'era tra noi due, così decisi di infrangerlo <Sum?> lei scostò gli occhi dall'immenso blu scuro del mare si concentrò sui miei azzurri <Cosa è successo oggi tra noi due?> lei alzò una mano e la posò delicata sul mio viso poi con un sospiro tra le labbra sussurrò <Non ho avuto il coraggio> aveva qualcosa di rotto nella voce, come se il ripensamento di quella mattina stesse tornando a tormentarle i pensieri, così chiesi <Per cosa?> <Per dirti che sono innamorata di te> la mia testa andò in completa confusione, il mondo girava nella direzione che da anni attendevo, non c'era più Conrad ad allontanarmi da lei, non dovevo più sentirmi secondo come per Belly, non ero più la seconda scelta. <Ma non ci capisco più nulla> ammise un'attimo dopo, e quella affermazione mi riportò sulla terra, con i piedi saldi nella realtà <Che vuoi dire?> <Voglio dire che non posso negare che  fossi innamorata di Conrad Jere> sospirò ed io la guardai  come se quella verità, che conoscevo da anni, mi stesse scalfendo il cuore sentendola uscire dalle sue labbra <Non so perché fossi così convita che io e lui potessimo mai essere qualcosa, ma lo credevo. Poi mi sono resa conto di quanto tu fossi presente nella mia vita, nelle mie giornate e ultimamente anche nella mia testa. Sono andata in confusione non sapevo cosa provassi e per chi, e non nego che ancora adesso mi è poco chiaro> parlava di fretta, una parola dietro l'altra, tutte quelle parole facevano emergere una verità che forse si teneva dentro da tanto, una verità che non temeva di auto-lesionarla ne di ferire me, parole che sentivano il bisogno di essere dette e che io stavo apprendendo a pieno. <Sum> la chiamai e lei smise di parlare <Anche io sono innamorato di te, da quando avevo solo sette anni> le brillarono gli occhi, le sue labbra si socchiusero un minimo per lo stupore e vidi una luce diversa balenarle sul viso, viva ma soprattutto nuova. In quel momento passò una stella cadente ed entrambi la guardammo facendoci cadere con delicatezza sul terreno roccioso dello scoglio <Cosa hai desiderato?> mi chiese cercando la mia mano per poi intrecciarla con la mia <Ciò che ho desiderato per dieci anni a questa parte> <Cioè?> domandò voltandosi per guardarmi, io le sorrisi e sospirai in un misto di malinconia e timore < Che tu fossi mia> lo sussurrai e vidi un tremolio percorrerle il corpo, poi mi sussurrò a sua volta <E cosa stai aspettando?> <Sum se ti bacio, sono fottuto> voleva che la baciassi, e io volevo davvero farlo, volevo che lei diventasse la mia ragazza e volevo passeggiare con lei mano nella mano in spiaggia, portarla al ballo delle debuttanti, dormire abbracciato a lei sapendo di poterla svegliare la mattina con un bacio sulla fronte, oppure girare per casa baciandola ogni volta che la vedevo sorridere. Ma se davvero l'avessi baciata probabilmente mi sarei fottuto sul serio, se lei mi avesse mai dovuto lasciare per Conrad, o se tra noi cambiasse qualcosa, se lei si stufasse di me, mi si sarebbe distrutto il cuore. <Se mi baci sono fottuta> mi ripeté all'orecchio e non riuscii a resistere, mi avvicinai a lei e le guardai le labbra per poi poggiarci le mie sopra con delicatezza, finalmente sentivo le sue labbra sotto le mie, il loro sapore di fragola e il calore che era tipico del viso di Summer ora lo sentivo così vicino e così mio come non mai. Quel bacio mi parve eterno e allo stesso tempo troppo breve che non appena ci staccammo dovetti baciarla nuovamente per rendermi conto  di non star sognando. <Sai Jere, Susannah mi ha detto che crede io e te siamo destinati, ha visto in noi un legame platonico sin da bambini> la vidi sorridere stretta nella mia felpa, aveva gli occhi fissi sul mare ed era bellissimo pensare che lei era davvero li con me, seduta tra le mie gambe, poggiata al mio petto mentre io la tenevo stretta ad esso avvolgendole i fianchi. <Forse ha ragione> le risposi ma io non guardavo il mare, guardavo lei <Susannah non sbaglia mai> Summer credeva in noi due, sperava in quel legame di cui le aveva sempre parlato la mamma, io non sapevo cosa il futuro ci potesse riservare ma sapevo che nel mio presente avevo lei e per il momento mi andava bene così. Restammo lì a guardare il mare, il cielo e le stelle per ore, quando decisi di guardare il cellulare per controllare l'ora, sul display erano segnate le tre e trentasei, subito sotto vidi un'infinità di notifiche da parte di Conrad, poi chiamate perse da Steven e messaggi su messaggi da parte di Belly e soprattutto da mia madre. <Cazzo> dissi tra me e me, per poi accorgermi che Summer si era addormentata accucciata al mio petto. La presi in braccio con attenzione e la portai in auto, una volta chiusa la sua portiera decisi di richiamare mio fratello. <Conrad?> <Jeremiah ma dove diamine siete?> era incazzato, ma alla fine ne valeva la pena <Siamo alla scogliera, Sum dorme e tra una cosa e l'altra non ho guardato l'orario> gli spiegai con calma <Tu domani devi lavorare Jeremiah e Summer ha lezione, in più la mamma è preoccupata> sospirai ascoltando Conrad, faceva sempre così, si sentiva in diritto di rimproverarmi e di farmi sentire in colpa, però con il tempo mi ero autoconvinto che fosse giusto in quanto il più grande tra i due era lui. <Di alla mamma di andare a dormire, e che stiamo bene, noi mezz'ora e siamo a casa promesso> <Va bene ma con Laurel ci parli tu> annuii oltre lo schermo consapevo che lui non potesse vedermi infine dissi <Okay, a dopo> e la chiamata terminò così. Una volta tornati a casa decisi di svegliare Summer così da poter rientrare assieme, dentro precisamente sul primo gradino dell'immensa scalinata ci attendeva Laurel a braccia incrociate che scuoteva il capo con disapprovazione. <Vi sembra ancora troppo presto? Se volete andate pure a bere qualcosa> Summer si mise davanti a me pronta per parlare ma le posai una mano sulla spalla, lei mi guardò ma poi mosse la testa da un lato all'altro, così la feci parlare <Scusaci mamma, non abbiamo visto l'ora> <Domani hai lezione giusto?> le chiese la madre che era davvero furiosa, la ragazza annuì <Bene, allora alle otto e mezza devi essere pronta> Summer non fece storie nonostante le lezioni fossero alle nove e mezza, precisamente un'ora dopo, e soprattutto sapeva perfettamente che bastava uscire di casa dieci minuti prima per arrivare addirittura in anticipo <Si d'accordo, ma perché?> Laurel la guardò ancora con le sopracciglia aggrottate e rispose <Devi pulire la piscina e preparare la colazione, e ora a letto tutti e due> lei mi prese per mano e mi portò al piano superiore con sé, io passando accanto a Laurel mimai un semplice "scusa" con le labbra per poi sussurrarle un semplice "notte" che non venne ricambiato.

Una volta di sopra trovammo Conrad che ci aspettava sullo stipite della sua porta, ma Summer non si fermò a parlare con lui, corse in camera e prima di chiudere la porta mi disse <Ti aspetto> io le annuii e lei tirò la porta <Dormi con lei?> mi domandò mio fratello <Laurel vuole che pulisca la piscina domani mattina> evitai la sua domanda e variai argomento, non avevo voglia di raccontargli nulla di quella sera, almeno per il momento volevo che lo sapessimo solo io e lei. <La aiuterai?> io annuii e lui mi proseguì <A che ora?> <Alle otto e mezza deve essere in cortile> spiegai e quelle parole furono seguite da uno sbadiglio <Va bene, ci vediamo lì> non disse altro , si girò ed entrò in camera sua, e così feci io entrando in quella di Summer.

||Solo uno per me|| Jeremiah FisherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora