Il vestito

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Quella sera dopo esserci fatti tutti una doccia per ripulirci dal cloro della piscina, ci sedemmo a tavola, e come per tradizione Susannah aveva preparato un sacco di cose buonissime. La prima cena a Cousins, così come l'ultima, prevedeva una miriade di pietanze differenti, a partire dal riso o la pasta fredda, insalata di ogni genere, carne, bibite e, immancabile, la torta al cioccolato e gelato che Susannah preparava da quando avevo memoria. Quella sera a tavola uscirono mille argomenti, come ad esempio le nostre pagelle, e fu in quel momento che la mamma evidenziò il mio calo didattico <Summer invece quest'anno ha ben pensato di accontentarsi> disse lei guardandomi <Mamma ti prego non cominciare per nulla> le risposi cercando di evitare l'argomento <Non puoi negare l'evidenza> mi riprese lei <Non la nego, la evito> le risposi infilando un boccone di insalata in bocca, notai che Conrad sorrise e Jeremiah invece tratteneva una risatina a labbra strette <Che avete da ridere voi?> dissi sorridendo e lanciando un tovagliolo accartocciato a Jere che era seduto di fronte a me. <Laurel> chiamò la sua attenzione Susannah e mia madre la guardò immediatamente <Jeremiah e Steven stasera andranno al falò con Conrad, noi facciamo una serata cinema?> le sorrise ma Belly si intromise prima che la mamma potesse rispondere <In realtà ho chiesto a Jere se potevo aggiungermi> sorrise con un che di timidezza sulle labbra e Steven guardò male il biondo. <Belly non credo di avert-> Belly colpì Jeremiah con il gomito ed il ragazzo si zittì immediatamente sorridendo appena <D'accordo Bells> sospirò nostra madre e fu allora che Susannah mi guardò interrogativa <E tu?> io non avevo idea di cosa rispondere, quindi mi limitai a fare spallucce ed infilare una mollica tra i denti <Non ne sapevo nulla> dissi poi e notai Conrad guardare male il fratello, Jeremiah abbassò la testa arrossendo leggermente e Steven si grattò la nuca. <Io non sapevo che Belly si fosse aggiunta> sentenziò Conrad con acidità <Oh beh non credevamo fosse un problema> rispose la ragazza tranquillamente <La macchina è la mia> le ricordò lui posando il bicchiere sul suo sottobicchiere di sughero <Giusto> disse lei a voce bassa, ma Jeremiah risolse il problema prima che Conrad potesse evidenziarlo <Useremo la mia macchina, così tu ed i tuoi amici potrete raggiungerci quando volete> fu allora che ci alzammo tutti da tavola aiutando a sparecchiare, i ragazzi e Belly salirono subito al piamo di sopra per prepararsi, mentre io e Conrad ci trattenemmo in cucina a lavare i piatti. <Non vai a prepararti?> gli chiesi voltandomi per osservarlo <Io ho tempo> rispose schizzandomi poi dell'acqua in faccia <Ehi!> ridemmo entrambi e finimmo di lavare i piatti assieme, poi gli altri uscirono e noi salimmo nelle nostre stanze. Non avevo alcuna voglia di mettere il pigiama alle dieci di sera, e men che meno di guardare vecchi film con la mamma e Susannah, non perché non adorassi alla follia farlo, ma piuttosto perché odiavo farlo sapendo che gli altri erano fuori a divertirsi. Decisi di provare vecchi vestiti che avevo lasciato lì gli anni precedenti, mettendo da parte solo quelli che ancora mi stavano bene. Passai mezz'ora a provare abiti su abiti con la musica di sottofondo, lanciavo sul letto quelli che non avrei più indossato e che avrei quindi voluto dare via e invece la sedia era destinata a quelli che avrei riposto nell'armadio. Indossai un abito di lino verde chiaro con l'orlo ricamato e senza spalline, leggero, corto ed elegante. Proprio in quel momento, mentre mi guardavo allo specchio con quel vestito incantevole ricordai che me lo aveva regalato Conrad anni prima, solo che aveva sbagliato la taglia e di conseguenza non lo indossai mai. Quell'anno mi entrava perfettamente e mi stava anche bene, mi ero innamorata di quel vestito sin dal momento in cui lo tirai fuori dalla carta regalo. Mentre lo ammiravo passando delicatamente le mani sulla gonna, partì la mia canzone preferita, "perfect" di Ed Sheeran, sorrisi al mio riflesso e mi misi a girare su me stessa per tutta la stanza con gli occhi chiusi. Quando la musica finì aprii gli occhi e notai sullo stipite della porta che c'era Conrad che mi guardava con le braccia conserte e su sorrisino a contornargli le labbra. <Conrad! Non sei andato al falò?> chiesi alquanto in imbarazzo <Non mi va di andare da solo> rispose lui entrando in camera e sorridendomi <I tuoi amici non vengono più?> domandai sedendomi sul letto e spostando dei vestiti <In realtà sono già li> ammise lui ed io gli lanciai un cuscino ridendo <Non volevi portare Jeremiah e gli altri allora!> <No, non mi andava di lasciare sola te> disse poi sedendomi accanto e io arrossii. <Che vuoi fare?> mi chiese con un sorriso <Come?> ero confusa e lui lo aveva ben capito. Lui capiva sempre tutto di me, per Conrad io non ero un mistero, piuttosto un libro aperto o un regalo con la carta trasparente. Sorrise, poi alzandori dal letto disse <Vieni al falò con me?> lo guardai porgermi la mano come si fa ai balli per invitare la propria ragazza al centro della pista, io sorrisi <Mi devo preparare> <Non credo, sei perfetta così> raccolse da terra un paio di sandali color crema e me li posò davanti ai piedi scalzi <Mancano solo questi> me li infilai senza dire nulla e mi alzai dal letto seguendolo fuori dalla mia camera  <Credi davvero che sia vestita in modo adeguato?> lui si fermò un gradino sotto al mio, si voltò e mi disse <Summer, è perfetto> Conrad mi faceva sentire adeguata sempre, anche in pigiama. Scendemmo le scale lui avanti a me e io a seguito, la mamma e Susannah erano sedute sul divano a guardare un film quando sentirono i nostri passi <Conrad stai andando?> chiese sua mamma sapendo che il figlio era ancora in casa <Si, viene anche Summer con me> le avvisò lui, e fu quella frase che le fece girare entrambe contemporaneamente per guardarci. A Susannah comparve un raggiante sorriso sul volto quando mi vide accanto al figlio con l'abito che mi aveva regalato lui, e soprattutto pronta ad uscire per andarmi a divertire <Sei bellissima Summer> si complimentò poi mettendo in pausa il film che fino a poco prima stavano guardando. Conrad mi prese la mano e mi fece roteare su me stessa concordando con sua madre <Vero, lo sei> mi ero sempre chiesta cosa mi avesse fatta innamorare di lui, ma ogni volta che mi dedicava anche una minima attenzione mi ricordavo che Conrad Fisher si comportava così solo con me, mi trattava come se fossi un piccolo cristallo delicato e da proteggere, ed era per questo stesso motivo che io con lui mi sentivo protetta. Conrad non era così con tutti, lui era un ragazzo chiuso ed introverso, o almeno così dava a vedere, in realtà, Conrad, andava solo conosciuto e capito, cosa non è facile sicuramente, ma una volta apprezzato il carattere di Conrad, solo allora, si potrà davvero dire di conoscerlo. <Laurel tu che dici?> le chiese l'amica distogliendo lo sguardo da noi per dedicarle uno sguardo <Stai davvero bene Sum> mi sorrise la mamma ed io annuii compiaciuta. <Va bene, noi andiamo> sentenziò il ragazzo al mio fianco <Divertitevi!> ci augurò Susannah, mentre mia madre disse <Niente alcol se dovete guidare, e mi raccomando> poi sospirò e aggiunse <Divertitevi> guardò Conrad che annuì facendola stare tranquilla poi si avviò verso la porta ed io con lui. Salimmo sulla sua auto nera, e sorrisi sentendo che questa era invasa dal suo odore, e da quello di Jere siccome in teoria lui non avrebbe ancora potuto guidare per strada. Mi misi la cintura ed abbassai il finestrino mentre Conrad usciva dal vialetto della casa al mare alzando il volume della radio, non ci dicemmo più nulla, forse perché non serviva o semplicemente non ne sentivamo il bisogno. <Ti divertirai> mi assicurò una volta parcheggiata la macchina dietro una grande duna di sabbia bianca, io annuii chiudendo il mio sportello e sistemandomi il vestito. Oltrepassata la duna vidi una spiaggia colma di ragazzi che ridevano o chiacchieravano attorno al fuoco, altri ballavano in riva al mare altri ancora invece si facevano il bagno. Insomma una vera e propria festa d'estate che di li a poco mi avrebbe travolta e confusa, divertita e inaspettatamente mi avrebbe mandata in confusione.

||Solo uno per me|| Jeremiah FisherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora