Quella notte dormii con lui accanto, mi parve passata un'eternità dall'ultima volta che potei abbracciarlo mentre dormiva. Non appena tornammo a casa, verso le quattro, mia madre e Susannah dormivano mentre né Steven né Benny e men che meno Conrad erano ancora rientrati dal quella benedetta festa. Aiutai Jeremiah a salire al piano di sopra, ed io ancora ero invasa da un senso di ansia per aver dovuto guidare per la prima volta di notte, avevo fatto svariate guide con Jeremiah e Conrad durante gli anni precedenti, ma ero troppo piccola e insicura per poter guidare sul serio. Quella sera mi trovai costretta a farlo e notai come quelle guide mi fossero tornate utili. Lo condussi direttamente in camera mia nonostante fossi ancora incerta sul da farsi, e non appena entrò corse in bagno a vomitare. Lo raggiunsi e gli posai una mano sulla forte per spostare i suoi riccioli dagli occhi, mi dava una sensazione di vuoto allo stomaco vederlo ridotto così. Non si fece una doccia ma si limitò a cambiarsi mettendosi ina canottiera larga e un pantaloncino, io lo aspettai a letto seduta sul bordo e quando lo vidi lasciare il mio piccolo bagno in camera gli feci cenno di raggiungermi. Non parlammo, ci limitammo a sdraiarci uno accanto all'altro, lo guardai per un tempo indefinito mentre gli carezzavo i capelli biondi e lui non distoglieva lo sguardo da me. Ci addormentammo abbracciati dopo due settimane che ci evitavamo totalmente e tornare a quella normalità mi parve quasi surreale per quanto mi piacesse.
Jeremiah
La mattina successiva mi svegliai con un mal di testa assurdo, non ricordavo molto della serata precedente, avevo bevuto troppo, ma piccoli frammenti sfocati e confusi ancora mi frullavano per la mente, come Summer che mi rincorreva in cortile e poi le sue labbra sulle mie. Scossi il capo con ancora gli occhi chiusi credendo fosse tutto solo un sogno, era impossibile che mi avesse baciato, e lo era ancora meno la possibilità che lei volesse ancora stare con me. Poi però mi decisi ad aprire gli occhi che ormai si erano abituati alla luce del Sole che filtrava dalla finestra, mi accorsi di non essere nella mia stanza e riconobbi immediatamente la sua, mi voltai nella speranza di vederla dormire accanto a me come prima era solita fare, e il fiato mi si mozzò in gola quando mi accorsi che era davvero così, era bellissima come sempre, i capelli disordinati le conferivano un aspetto bambinesco, le labbra leggermente schiuse che tanto avrei voluto premere sulle mie per vegliarla e rendermi conto che non stessi ancora sognando, la luce del Sole che le illuminava il profilo perfetto e il respiro regolare che mi permetteva di capire che stesse facendo dei sogno tranquilli. Non avevo il coraggio di muovermi ne di distogliere lo sguardo da lei, temevo fosse un sogno e che se mi fossi mosso sarebbe potuto svanire nel nulla, allo stesso tempo ero perfettamente consapevole che lei mi fosse davvero accanto e la cosa mi tremendamente nervoso. Restai a guardarla sopraffatto da lei, dalla sua mancanza e dalla sua bellezza, finché un sospiro non spezzò la regolarità del suo respiro e Summer non iniziò a stiracchiarsi tra le lenzuola fino a girarsi verso di me. <Jere> la sua voce piena di sonno mi arrivò alle orecchie ed io non potei fare altro che portare la mia attenzione fissa alle sue labbra <Sum> sussurrai e lei mi abbracciò tra le coperte lasciandomi pietrificato. Mi aveva colto alla sprovvista ma di certo non ne ero dispiaciuto <Ricordi qualcosa di ieri sera?> mi chiese mettendosi poi a sedere di forte a me che mi tenevo sui gomiti per guardarla, scossi il capo poi risposi <Solo frammenti confusi, non so nemmeno se siano sogni o realtà> lei mi sorrise poi mi posò una mano sulla guancia e disse <C'è una cosa che devi assolutamente ricordare> mi bisbigliò e le guardai le iridi di un verde intenso illuminate dai raggi del Sole, non potei fare altro che sorridere <Cosa?> le domandai con un sorriso tra le labbra che proprio non riuscivo a far andare via, ma in fondo non volevo se ne andasse, nelle ultime settimane, quelle senza lei, il sorriso mi era speso mancato, non riuscivo a capire come quella ragazza mi potesse far sorridere solo guardandola, eppure eccomi qua che la guardo e più lo faccio più le mie labbra di incarnano all'insù. <Questo> disse per poi lasciarsi andare permettendo alle mie labbra ci congiungersi alle sue, il battito mi accelerò improvvisamente tanto da far male, le sue mani cercarono immediatamente i miei capelli e vi si insianuarono in mezzo tirandoli leggermente per spingermi più verso di lei. Sentivo la sua mancanza, mi mancava il sapore di fragola delle sue labbra dovuto al burrocacao che utilizzava sempre, mi mancava il calore che mi trasmetteva standomi vicina, ma più di tutto mi mancava lei con i suoi sorrisi e i suoi modi di fare. Ci staccammo solo per prendere fiato, lei sorrise e io non attesi un secondo di più per fidarmi di nuovo su quelle labbra che tanto mi erano mancate. Ci baciamno ancora e ancora, ne avevamo bisogno entrambi e ce lo stavamo dimostrando. Mi trovai di nuovo distante da lei, mi guardava e aveva un sorriso stampato sul viso <Non lo voglio più dimenticare> ammisi e lei mi mostrò ancora quel suo splendido sorriso <Non devi> mi sussurrò <E se accadesse?> lei scosse la testa da destra a sinistra e mi rispose <Te me darò altri mille> ero convito che il mio cuore potesse esplodere da un momento all'altro, ero un mix di emozioni indescrivibili, ma c'era una domanda che mi stava divorando la mente e che voleva rovinare quel momento così bello. <Chiedimelo> mi disse prima che io potessi aprire bocca, la guardai con occhi sospetti e fu allora che proseguì dicendo <Quando non sai se dire qualcosa che fu turba aggrotti sempre le sopracciglia e ti perdi a fissare il vuoto> mi rivelò e così mi accorsi quanto bene mi conoscesse, annuii ma non ero certo di volerlo dire. <Avanti Jere> mi spronò e così dopo un lungo sospiro le chiesi ciò che mi stava frullano in testa <Tu mi ami ancora?> aveva la bocca leggermente aperta e teneva gli occhi verdi fissi nei miei, non ero sicuro di voler sapere la risposta ma allo stesso tempo avevo una voglia irrefrenabile di averla di nuovo mia.
Non rispose subito, fece scorrere secondi o minuti che però a me parvero ore, poi la vidi sospirare, come se per tutto il tempo avesse solamente cercato le parole giuste per rispondermi, e ora finalmente le aveva trovate. <Sai spesso mi sono trovata in bilico tra un "mi manca" e un "sto meglio così"> fece una pausa e cercò la mia mano per unirla alla sua <Poi però ogni giorno che passava capivo che non mi trovavo su una fune, avevo i piedi per terra ed ero sicura di ciò che volevo> un'altra pausa, parlava piano come se avesse paura che quelle parole potessero far male ad uno dei due, dei coltelli pronti a colpire o capaci di diventare un sollievo per il cuore. <Tu mi mancavi da morite Jere, ti vedevo tornare ubriaco, dormire tutto il giorno e sparire di nuovo la sera e non ti riconoscevo più. Mi faceva male vederti così, e sapere che era colpa mia me ne faceva ancora di più> stavolta fui io a cercare un contatto con lei così le posai una mia mano sulla sua guancia morbida spronandola a proseguire <Non ti ho lasciato perché avessi smesso di amarti, ma perché avevo paura che tu non lo facessi più> le tremavano la voce e non potei resistere un secondo di più, la baciai di nuovo a confermarle che il mio amore per lei non poteva scomparire con tanta facilità, che il mio sentimento era forte e non aveva intenzione di affievolirsi nemmeno per un secondo. Lei sorrise sulle mie labbra poi ne prese una minima distanza soli per sussurrarci sopra <Quindi si ti amo ancora> sorrise e mi baciò ancora e ancora prima di staccarsi definitivamente dalle mie labbra per pormi una domanda <E tu? Tu mi ami ancora?> sorrideva ma nei suoi occhi potevo leggere una punta di esitazione. Credeva davvero che avessu potuto anche solo amarla meno di prima? Se si, non aveva capito quanto io fossi assolutamente e irreparabilmente pieno di lei. Mi avvicinai e feci sfiorare i nostri nasi sorridendo, la guardai negli occhi e dissi <Summer ti amo> lei sorrise e mi passò una mano dalla guancia al petto, poi mi sfiorò le labbra ma non le baciò, attese invece che io finissi di parlare <E mai e poi mai, per nulla al mondo credo che io possa amarti di meno> era vero, nulla mi avrebbe fatto amare qualcun altro come stavo amando lei, perché solo quella ragazza dai capelli scuri e la pelle chiara mi mancava fuori di testa. Mi baciò a stampo <Mai potrei amare come amo te, qualunque cosa accada tra di noi, sei e sarai per sempre l'unica che si è presa tutto il mio cuore e la mia anima>. Non c'era nient'altro da dire, e perciò non dicemmo più nulla, ci baciammo soltanto per un tempo troppo lungo per essere contanto, avrei voluto che il tempo si fermasse lì e immortalasse quel momento, desideravo che il mondo ci osservasse mentre ci amavamo più di noi stessi, però allo stesso tempo, più la tenevo vicino a me e più mi rendevo conto che in fondo mi bastava che lo sapessimo noi.
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||Solo uno per me|| Jeremiah Fisher
ChickLit⚠️ATTENZIONE⚠️ la storia potrebbe contenere SPOILER siccome prende ispirazione non solo dalla serie ma anche dai libri Summer Conklin, sorella gemella di Belly Conklin, è sorella minore di Steven Conklin. Belly e Summer non si sono mai somigliate...